Da chief marketing officer a AI marketing manager

L’intelligenza artificiale entro la fine del 2025 verrà utilizzata quotidianamente dai manager.

marketing manager

Secondo QuestIT nel lavoro è finita un’era: entro il 2025 non si parlerà più di chief marketing officer e otto su dieci si trasformeranno in AI marketing manager.  Consumer analyzer, one brainstormer show e persino leads generato”: la tecnologia del momento è più di una semplice opportunità per i singoli marketer. Ne è una prova il mercato globale che prevede ricavi vicini a quota 200 miliardi di euro entro i prossimi 10 anni (+985% sul 2024).

Nel lavoro è finita un’era

Francesco Elmi, CMO di QuestIT
L’artificial intelligence sta rivoluzionando in positivo il mondo del marketing, sta a noi professionisti abbracciarne i punti di forza.

Il marketing non è più un’area di attività in cui operano un certo numero di specialisti. Ma un modo di gestire l’impresa e una visione strategica di fondo utile ad affrontare con successo la competizione in atto nei mercati europei”. Con queste parole il “Padre del Marketing Moderno” Philip Kotler definisce nel migliore dei modi un settore in grande evoluzione. Il principale fattore che sta generando agitazione tra gli addetti ai lavori? Senza dubbio l’intelligenza artificiale.

Parliamo della tecnologia del momento

Vale a dire la tecnologia del momento. Stando a quanto indicato da Linkedin, entro la fine del 2025 verrà utilizzata quotidianamente da oltre 8 Chief Marketing Officer su 10 a livello globale. Per questo motivo, non si parlerà più di CMO, bensì di veri e propri “AI Marketing Manager”. Conferme in merito all’esplosione dell’AI all’interno dell’universo marketing arrivano da Precedence Research. Entrando più nel dettaglio, entro la fine dell’anno corrente, il mercato dell’intelligenza artificiale applicata all’universo marketing raggiungerà quota 20 miliardi di euro. Si prevede che lo stesso asset sfiorerà i 26 miliardi entro il 2025.

Un mercato in evoluzione

Ma non è tutto perché lo stesso mercato sfiorerà quota 200 miliardi a fine 2034 (+985% sul 2024) con una crescita media annuale composta (CAGR) del 27% nel corso del periodo preso in esame. A livello prettamente geografico, la quota di mercato più rappresentativa sarà quella del Nord America. Poi Europa, Asia, America Latina e Africa. Una domanda sorge spontanea: in che modo l’intelligenza artificiale può essere applicata in ottica marketing? Una prima risposta, chiara e ben definita, arriva da un panel di professori appartenenti all’Università di Santa Clara, situata in California. Nello specifico, l’innovazione per eccellenza può fungere da consumer analyzer.

Da CMO a AI marketing manager, nel lavoro è finita un’era

Infatti, gli algoritmi di ultima generazione, elaborando grandi quantità di dati, sono in grado di comprendere e definire il comportamento dei consumatori. Di conseguenza le stesse innovazioni forniscono spunti e chiavi di lettura strategiche a favore dei professionisti in carne ed ossa. Essi approfittano dei report per concentrare le loro attenzioni su target specifici in vista di future campagne di successo.

Restando sulla stessa lunghezza d’onda, l’AI nel mondo marketing risalta anche sotto forma di “AI Agents”, i quali, dopo aver ricevuto una notevole mole di documenti e file, sono in grado di estrarre da essi gli spunti e i numeri più rilevanti. In un secondo momento, lo stesso assistente virtuale elabora con estrema precisione il testo di una mail che l’AI Marketing Manager può condividere al CEO di riferimento oppure a clienti o prospect con cui è in contatto.

L’impatto dell’AI sul mondo marketing

Francesco Elmi, CMO di QuestIT
Tutte le principali industrie operative sono al giorno d’oggi soggette a continui cambiamenti e rivoluzioni, sia operative sia strategiche, per via dell’intelligenza artificiale. Tra queste, come specificato di recente da Deloitte, c’è anche l’intero universo Marketing. Infatti, solo nell’ultimo anno i professionisti del settore hanno adoperato l’innovazione per creare contenuti accattivanti (49%) oppure con l’obiettivo di personalizzare i content stessi (53%). Rendendoli così incisivi e accattivanti agli occhi dei consumer.

Il tutto ha poi effetti secondari, e sorprendenti! Essi vanno a coinvolgere i reparti marketing appartenenti ad aziende di innumerevoli settori o asset come le public utility, la finanza, la sanità e il retail. Questo perché la maggior parte dei CEO crede fortemente che l’AI possa diventare un valido supporto utile a migliorare l’esperienza dell’utente finale, aumentare l’efficienza e la produttività operativa. Infine, perfezionare l’analisi dei dati. Detto questo, da vero e proprio addetto ai lavori, posso affermare che il futuro è già alla nostra portata. Dobbiamo solo acculturarci nel migliore dei modi e sfruttare a pieno le potenzialità dell’artificial intelligence.

Alcune considerazioni sul perché è finita un’era

Fanno seguito alle parole di Francesco Elmi, ulteriori considerazioni legate all’applicazione dell’AI in ottica marketing. In primis, ecco Forbes USA che mette in risalto l’artificial intelligence in qualità di “leads generator”. Sotto forma di chatbot, infatti, la tecnologia è capace di conversare con i singoli consumer e di costruire con essi rapporti di fiducia sul lungo periodo. Come? Grazie all’AI, i chatbot capiscono le emozioni delle persone dalle parole che utilizzano e dalle frasi che strutturano.

Per finire: one brainstormer show

Di conseguenza, possono fornire feedback personalizzati agli utenti che necessitano di informazioni. Per ultimo, ma non meno importante, risalta nuovamente lo studio elaborato dagli esperti dell’Università di Santa Clara. Qui si parla dell’intelligenza artificiale in qualità di figura di spicco durante i brainstorming aziendali. Quasi quasi l’AI emerge in qualità di “one brainstormer show” perché, dopo aver ricevuto il brief da parte dei manager in carne ed ossa, propone una serie di strategie e soluzioni per imbastire idee su cui fondare campagne di marketing impattanti.