Il 27 novembre Cisco ha incontrato la stampa nella sua sede a Milano per illustrare i risultati ottenuti con il suo Consumer Privacy Report 2024, un’indagine globale condotta a fine ottobre su 2.600 persone di 12 Paesi (Italia, Europa, America del Nord e del Sud, Australia, Cina, India, Giappone), relativa alle percezioni e ai comportamenti dei consumatori in materia di privacy nell’era dell’intelligenza artificiale. L’azienda americana produce questo report ormai da sei anni, con cadenza annuale.
Sono intervenuti Fabio Florio, Business Development Manager Smart City e CDA Leader, e Renzo Ghizzoni, il nuovo Country Leader Sales Security di Cisco Italia.
La consapevolezza delle leggi sulla privacy
Per quanto riguarda la consapevolezza dell’esistenza di leggi sulla privacy, si registra una crescita costante: dal 36% di persone che nel 2019 ha dichiarato di essere al corrente di queste leggi, si passa al 53% nel 2024 (il 62% in Italia). Secondo i dati rilevati, esiste una correlazione tra questa consapevolezza e la capacità di proteggere i propri dati personali. L’81% delle persone (l’89% in Italia) che è consapevole, infatti, è anche in grado di proteggersi, contro il 44% (43%) di quelle che ignora tali leggi.
Soprattutto i giovani sono sempre i più attivi nel far rispettare un corretto accesso ai propri dati personali , dato che modificano le impostazioni dei software e dei siti in modo che rispettino la loro privacy. Le persone attive sono circa il 50% tra i 18 e i 44 anni, mentre questa percentuale scende nel caso di individui più anziani, e oltre i 55 anni si crolla a meno del 20%. Se non altro le persone attive su questo fronte sono in crescita anno su anno: dal 24% nel 2022 al 36% nel 2024.
A livello mondiale, quest’anno il 70% delle persone considera positivo l’effetto di queste leggi, contro il 5% che le ritiene negative. Il primo dato è in crescita nel corso degli anni e naturalmente varia da Paese a Paese, ma rimane sempre ampiamente superiore alla seconda percentuale. In Italia il rapporto è 65 e 13%, rispettivamente. Inoltre, il 77% degli intervistati vorrebbe che le leggi per la protezione della privacy fossero uguali in tutti i paesi, in modo che un individuo che si sposta da una nazione all’altra sappia sempre come i propri dati personali sono gestiti.
Gli italiani usano sempre di più gli strumenti di sicurezza per proteggere i propri dati:
- Il 71% (67% a livello globale) ha esaminato o aggiornato le proprie impostazioni sulla privacy in app o piattaforme
- Il 73% (68% nel mondo) afferma di utilizzare l’autenticazione a più fattori
- Il 69% (61% a livello globale) ricorre a un password manager per proteggere e tenere traccia delle proprie credenziali
L’intelligenza artificiale
Secondo l’indagine di Cisco, il 63% delle persone (il 68% in Italia) ritiene che l’intelligenza artificiale può essere utile per migliorare la propria vita, e il 78% pensa che le aziende hanno la responsabilità di utilizzare l’AI in maniera etica. Ma solo il 53% (il 57% in Italia) è a suo agio nel condividere in forma anonima i propri dati per migliorare la salute degli altri individui.
Le leggi per regolamentare la privacy e l’intelligenza artificiale aumentano la tranquillità delle persone quando devono condividere informazioni personali in applicazioni basate sull’AI. Lo pensa il 59% (69% in Italia) e il 62% delle persone, rispettivamente.
Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale generativa (Gen AI), rispetto all’anno scorso c’è stato un aumento degli individui che la usano regolarmente, dal 12 al 23%, una riduzione di quelli che non la conoscono (da 52 a 44%), mentre è rimasta quasi invariata la percentuale delle persone che sono al corrente della Gen AI ma non la usano (da 36 a 33%).
L’86% degli utenti dell’intelligenza artificiale generativa è preoccupato di ottenere risposte sbagliate (il 35% è molto preoccupato), l’84% teme che i dati personali possano diventare pubblici, e l’80% che la disinformazione possa influenzare le elezioni. Il 72% ha paura che la Gen AI possa far perdere il posto di lavoro.
Fabio Florio
A proposito di quest’ultimo dato, Cisco partecipa all’AI-Enabled ICT Workforce Consortium insieme a molte altre aziende del calibro di Accenture, Google, IBM, Intel, Microsoft e SAP. Il consorzio prevede che il 92% dei lavori ICT subirà una trasformazione elevata o moderata a causa dell’intelligenza artificiale. Alcune competenze acquisiranno importanza (come l’etica e l’alfabetizzazione dell’AI, l’architettura dei Large Language Model), mentre altre potrebbero diventare meno rilevanti (gestione dei dati tradizionali, creazione di contenuti, manutenzione della documentazione, programmazione e linguaggi di base e informazioni di ricerca). Il consorzio ha inoltre compiuto un esame approfondito dell’impatto dell’AI su 47 ruoli di tecnologia dell’informazione e della comunicazione, in sette tipologie di lavori. I risultati di questo esame sono riassunti nel Job Transformation Canvas. Sulla base di queste informazioni, Cisco formerà 25 milioni di persone con competenze digitali e di sicurezza informatica entro il 2032.
L’intelligenza artificiale e la sicurezza per le imprese
Il marchio è attivo per garantire la sicurezza delle aziende quando usano l’intelligenza artificiale. Al contempo impiega l’AI per potenziare la loro sicurezza.
Renzo Ghizzoni
Cisco ha compiuto un passo significativo nella protezione con l’AI delle imprese, grazie all’acquisizione di Robust Intelligence, un’azienda all’avanguardia nelle soluzioni di sicurezza dell’AI e ora parte del portafoglio Cisco Investments. La piattaforma creata da Robust Intelligence offre una solida protezione per i modelli di intelligenza artificiale durante il loro ciclo di vita, dallo sviluppo alla produzione. Attraverso l’automazione avanzata e la mitigazione del rischio, Robust Intelligence consente alle organizzazioni di distribuire in modo sicuro le applicazioni AI, nel rispetto degli standard normativi e di settore.
Per assicurare che i data center di nuova generazione pensati per l’intelligenza artificiale siano protetti dai cyber criminali, Cisco ha sviluppato Hypershield, una soluzione capace di riconoscere in maniera autonoma le minacce, identificando i comportamenti e i flussi di dati anomali, e intervenendo con una segmentazione ad hoc, così da isolare la macchina infetta. Il tutto molto velocemente, senza che sia richiesto l’intervento umano.
Grazie a funzionalità basate sull’AI di Splunk e di Cisco XDR, il brand ha implementato l’intelligenza artificiale nella sua soluzione Cisco Security Cloud, per assistere l’analista di cybersecurity con insight mirati, accelerare il rilevamento delle minacce, favorire la risposta più adeguata, facilitare il recupero in caso di attacco andato a segno. L’assistente SOC potenziato dall’intelligenza artificiale generativa converte l’insight in un linguaggio naturale con la sintassi corretta, per aiutare a prendere le decisioni giuste.
Infine, l’intelligenza artificiale può aiutare a colmare la carenza di esperti in cybersecurity, rendendo automatici i task più semplici e ripetitivi, così gli esperti possono concentrarsi sui casi più importanti.