La ricerca dell’Osservatorio sul linguaggio chiaro su PA e contenuti pubblicati sui suoi siti web non è positiva: informazioni difficili da reperire e linguaggio troppo burocratico. La comunicazione dei siti web della Pubblica Amministrazione italiana fatica ad arrivare ai cittadini. È quanto emerge dal primo Rapporto dell’Osservatorio sul Linguaggio Chiaro, presentato in occasione del DiParola Festival e realizzato dall’Associazione Linguaggi Chiari, presieduta da Valentina Di Michele, Content Experience Manager, CEO di Officina Microtesti.
PA e contenuti: accessibilità e usabilità
Lo studio, che avrà cadenza annuale, ha il compito di misurare l’innovazione e l’impatto della comunicazione pubblica sulla cittadinanza. Con particolare attenzione all’accessibilità e all’usabilità del contenuto web. La ricerca, eseguita su 20 siti della PA ha rilevato un punteggio di leggibilità compromessa delle sole homepage pari al 91,16%. Oltre a un livello di illeggibilità dei contenuti destinati ai cittadini pari all’87,44% delle 80 pagine esaminate. Qual è lo stato attuale della comunicazione web della Pubblica Amministrazione? In lento miglioramento, divisa fra esigenze normative. Tra cui per esempio l’European Accessibility Act – l’obbligo di accessibilità che entrerà in vigore il 28 giugno 2025 – e le carenze finanziarie o strutturali che rallentano l’aggiornamento.
La metodologia dello studio
Lo studio unisce due diverse analisi. La prima è realizzata attraverso READ-IT, uno strumento avanzato che valuta la leggibilità dell’italiano e permette di calcolare la comprensibilità dei testi, classificandoli come di “facile” o “difficile” lettura. Si basa sull’analisi linguistica del testo dal punto di vista lessicale, morfo sintattico e sintattico. Fornendo un indice di chiarezza fondato su quattro cardini: la lunghezza di frasi e parole, l’uso del vocabolario, la struttura della frase e la visione globale di tutti gli elementi di composizione della stessa.
La seconda analisi è invece di tipo qualitativo. Si fonda sulla valutazione di aderenza del testo ai quattro principi cardine del linguaggio chiaro: la comprensibilità, la reperibilità (la facilità di recuperare all’interno del testo le informazioni chiave), l’usabilità (la possibilità di utilizzare con semplicità le informazioni ottenute). Infine la pertinenza (l’aderenza del testo rispetto a quanto richiesto dall’utente in termini informativi).
I risultati dell’osservatorio sul linguaggio chiaro
Su una scala da 0 a 100 in cui 100 è il punteggio di massima leggibilità compromessa, emerge un punteggio complessivo di illeggibilità dei diversi portali della P.A. pari al 91,16%. Maglia nera per i siti di giustizia (illeggibile per il 93,27% delle pagine web) e fisco (97,47%). Difficili da capire per il lessico tecnico ma anche per la complessa distribuzione delle informazioni, pensata principalmente per addetti ai lavori. Il risultato migliore, in termini globali di chiarezza, arriva dai siti web della difesa. Illeggibili solo per il 75,98% delle pagine, ma che sono capaci di spiegare, con parole alla portata di tutti, la funzione e la tipologia di servizi.
PA e contenuti: la comunicazione è poco chiara
Buona anche la “prova” per i servizi locali. I sei siti web delle aziende di trasporto pubblico analizzate, pur con l’89,76% di pagine web di difficile comprensione, rivelano una buona attenzione alle domande del pubblico. Inoltre rispondono in maniera adeguata alla necessità di trovare rapidamente informazioni da parte dell’utente. I portali dedicati a sanità e difesa sono invece i meno incomprensibili, rispettivamente con valori di illeggibilità dei contenuti pari a 85,10% e 75,98% che, per quanto elevati, fanno sì che questa tipologia di portali si distingua rispetto alle altre tipologie sopra elencate.
Le maggiori criticità rilevate
I problemi maggiori riscontrati appartengono ad aree strutturali (progettazione e design del sito web) e stilistiche (gergo burocratico o tecnico, tono di voce non coerente). Vi sono però numerosi limiti anche di accessibilità, in quanto spesso i contenuti informativi non vengono organizzati in maniera ordinata e gerarchica. I siti internet della PA abbondano di informazioni caotiche o mancano di informazioni fondamentali. L’indagine rivela anche la presenza di un utilizzo ampio di linguaggio burocratico, sigle e termini tecnici; di frasi lunghe con sintassi complessa e di un tone of voice non coerente all’interno delle diverse pagine del sito stesso.