Industry 5.0: come innovare e potenziare il business

L’evoluzione delle aziende manifatturiere in ottica industry 5.0 ottimizza le attività e abilita la resilienza, offrendo nuove opportunità per vendor e partner.

industry 5.0

L’industry 4.0 ha avuto un enorme impatto sull’economia e sul modo in cui operano le aziende. La tecnologia ha portato più agilità ed efficienza grazie alla possibilità di scambiare dati in tempo reale, ottimizzare i processi, ridurre i costi e migliorare la qualità. L’industry 5.0 è il prossimo grande passo. La quinta rivoluzione industriale si concentra sulla collaborazione tra uomini e macchine per consentire alle persone di sfruttare appieno le proprie competenze e rendere il lavoro più sicuro, efficiente e significativo. Non solo. L’industry 5.0 prevede anche l’uso ancor più esteso di tecnologie avanzate, come l’intelligenza artificiale e la robotica, così da supportare e integrare uomo e macchine secondo nuove modalità.

Cos’è l’industry 5.0

Il concetto di industry 5.0 nasce all’interno dell’Unione Europea per descrivere il motore fondamentale della transizione economica e sociale che stiamo attraversando e che va oltre l’efficienza e la produttività come unici obiettivi. Infatti, l’industry 5.0 riflette uno spostamento dell’attenzione da un approccio prettamente economico a uno più orientato al valore sociale e al benessere. Si tratta di una nuova fase dell’industrializzazione in cui gli esseri umani collaborano con tecnologie avanzate e robot guidati dall’intelligenza artificiale per migliorare l’operatività e la produttività.

Industry 5.0 comprende molti processi, non solo manifatturieri, ed è abilitata dalle evoluzioni tecnologiche dell’IT, come per esempio l’intelligenza artificiale, l’automazione, i dati, l’IoT, il machine learning e il cloud. Anche se può sembrare riprenda concetti simili a quelli su cui poggia l’industry 4.0, l’industry 5.0 estende l’attenzione al di là della produzione e della crescita, mettendo i lavoratori e il loro benessere al centro del processo produttivo. Ne risulta che society 5.0 e industry 5.0 siano concetti correlati. Entrambi si riferiscono a un cambiamento fondamentale della società e dell’economia verso un nuovo paradigma.

Ricordiamo che society 5.0 è un concetto introdotto nel 2016 da Keidanren, la principale federazione imprenditoriale giapponese, che cerca di bilanciare lo sviluppo economico con la risoluzione dei problemi sociali e ambientali. Non si limita al settore manifatturiero, ma affronta sfide più ampie basate sull’integrazione di spazi fisici e virtuali. All’interno di society 5.0 le tecnologie avanzate, l’Internet of Things, i robot, l’intelligenza artificiale e la realtà aumentata sono utilizzati attivamente nella vita quotidiana, nell’industria, nell’assistenza sanitaria e in altre sfere di attività, a vantaggio economico e a beneficio di ogni cittadino.

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Differenza tra industry 4.0 e 5.0

Rispetto all’industry 4.0, l’industry 5.0 propone quindi una visione più trasformativa della crescita, incentrata sul progresso e sul benessere umano, più spostata verso nuove forme di creazione di valore economico sostenibile, circolare e rigenerativo e di equa prosperità. Quindi, piuttosto che rappresentare un salto tecnologico, l’industry 5.0 estende l’approccio dell’industry 4.0 a un contesto più ampio, fornendo un obiettivo rigenerativo e una direzione alla trasformazione tecnologica della produzione industriale.

In altre parole, l’industry 5.0 non deve essere intesa come una continuazione cronologica o un’alternativa al paradigma dell’industry 4.0. È invece il risultato di un’evoluzione che si è sviluppata e concretizzata nel tempo, un modo di pensare come l’industria e le tendenze e le esigenze sociali emergenti coesistono e si allineano. In quanto tale, l’industry 5.0 integra ed estende le caratteristiche dell’industry 4.0, allineandole alle nuove esigenze.

Un approccio centrato sull’essere umano

L’approccio umano-centrico pone le esigenze e gli interessi fondamentali dell’uomo al centro dei processi produttivi. Dà potere ai lavoratori attraverso i dispositivi digitali, sostenendo un approccio umano-centrico alla tecnologia. La tecnologia è al servizio delle persone. Non ci si deve solo di chiedere cosa possiamo fare con una nuova tecnologia, ma piuttosto di utilizzare la tecnologia per adattare i processi produttivi alle esigenze dei lavoratori.

Si tratta di supportare, assistere e potenziare la forza lavoro con informazioni sulle attività e sull’ambiente che portano a raccomandazioni e avvertimenti sulla sicurezza. Allo stesso tempo, solleva le persone da compiti di scarso valore, responsabilizzandole e rendendo l’ambiente di lavoro più inclusivo. Per raggiungere questo obiettivo, i lavoratori devono essere strettamente coinvolti nell’implementazione di nuove tecnologie industriali, tra cui la robotica e l’intelligenza artificiale.

L’operatore esteso è un altro approccio chiave, che mira ad ampliare le capacità del lavoratore industriale con mezzi tecnologici innovativi, piuttosto che sostituirlo con i robot. Ciò significa integrare ed estendere le capacità degli operatori con la realtà aumentata, la realtà virtuale, i dispositivi indossabili, gli assistenti personali intelligenti, i robot collaborativi, i big data, l’analisi e persino gli esoscheletri. Con questo approccio, l’uomo rimane al centro del processo produttivo e la tecnologia massimizza i benefici sia per l’azienda che per il lavoratore.

Il consolidamento di nuove tecnologie ha ampliato anche l’impiego dei gemelli digitali al di là del loro utilizzo originario. Oggi si stanno rapidamente espandendo per assumere varie forme in tutti i settori, consentendo alle aziende di prevedere e creare con maggiore precisione.

Il fattore sostenibilità

Uno dei pilastri dell’industry 5.0 è la sostenibilità. L’azienda deve sviluppare processi circolari che riutilizzino e riciclino le risorse naturali e deve ridurre i rifiuti e l’impatto ambientale. Sostenibilità significa ridurre il consumo di energia e le emissioni a effetto serra. In tal senso, di nuovo, il ricorso a intelligenza artificiale e manifattura additiva può portare importanti risultati, ottimizzando efficienza e consumi.

L’idea è di combinare competitività e sostenibilità, consentendo all’industria di realizzare il proprio potenziale come uno dei pilastri della trasformazione. Le aziende devono cercare soluzioni innovative e metterle in pratica. Il punto di partenza può essere la rielaborazione dei propri modelli di business.

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Non si può prescindere dalla resilienza

Un’azienda efficiente punta alla continuità delle attività e del business. Un punto focale è quindi la resilienza, ovvero la capacità di raggiungere una maggiore solidità nella produzione, organizzandosi per affrontare eventuali interruzioni, anche le meno prevedibili. Bisogna essere in grado di gestire l’incertezza e il cambiamento, cercando anche di poter far fronte alla fragilità all’attuale approccio alla produzione globalizzata (come insegna l’incidente causato da CrowdStrike). Il tutto dovrebbe essere bilanciato dallo sviluppo di value chain strategiche resilienti, capacità produttive adattabili e processi aziendali flessibili.

Un’azienda resiliente è in grado di affrontare le vulnerabilità a molti livelli. Così, se da un lato l’interconnessione digitale rende possibile tecnologie resilienti, come una più efficace raccolta dei dati, l’analisi dei rischi e le misure di mitigazione automatizzate, dall’altro la maggiore dipendenza dalle tecnologie digitali espone a malfunzionamenti e attacchi da parte di cyber criminali. Va da sé che la sicurezza informatica gioca un ruolo essenziale per l’industry 5.0.

Potenziali scenari di crescita per vendor, partner e service provider

Come accade con l’industry 4.0, la tecnologia rimane un fattore fondamentale anche per raggiungere gli obiettivi che si propone l’industry 5.0. E questo offre importanti opportunità su vari versanti per vendor, partner e fornitori di servizi.

Un primo ambito è la connettività. Per sviluppare qualsiasi progetto, un’azienda deve avere i sistemi e le macchine in rete e lo scambio dei dati deve avvenire velocemente e senza difficoltà. La presenza di una rete efficiente è un aspetto ancora oggi da non dare mai per scontato in ambito manifatturiero.

In secondo luogo, le macchine devono poter raccogliere dati sia per consentire una manutenzione predittiva sia per permettere di ottimizzare la produzione e di limitare i consumi e l’impatto ambientale. In tal senso, l’automazione deve essere un fattore da cui non si può prescindere.

Per ottenere questi risultati è necessario disporre di un’infrastruttura adeguata, che sappia gestire e organizzare notevoli moli di informazioni fornendo velocemente analisi e insight.

Infine, deve poter essere assicurata la resilienza operativa, attraverso soluzioni volte a consentire la business continuity e un’efficace protezione dagli attacchi informatici, nel rispetto a quanto imposto da normative come il GDPR o la prossima NIS2.

Le necessità sono molteplici e le aziende del settore manifatturiero hanno tendenzialmente obiettivi e strutture che non prevedono di dedicare team di persone alla gestione delle tecnologie informatiche. Ne consegue che il ricorso a un aiuto all’esterno diventa un passaggio pressoché obbligato. Spesso ricorre a un service provider anche chi un team IT già ce l’ha, ma non riesce ad avere competenze adeguate a tutto tondo.

Le aziende che hanno già avviato progetti in ottica industry 4.0 probabilmente sono un passo avanti e il supporto di cui necessitano può essere limitato rispetto ad altre realtà. Tuttavia, non è infrequente il caso in cui sono state acquistate macchine senza una precisa strategia ma principalmente per usufruire di finanziamenti e poi tali macchine non sono state sfruttate al meglio. Mentre, se inserite in modo adeguato all’interno del ciclo produttivo, potrebbero essere di grande aiuto all’attività.

Comunque sia, per poter innovare e potenziare il business secondo i dettami dell’industry 5.0 tutte le aziende hanno bisogno di supporto e consulenza, anche fosse solo per effettuare un assessment e sapere esattamente quali macchine sono presenti in azienda e come si potrebbero usarle in modo ottimale, aumentando la produzione e riducendo i consumi. E tutto in un’ottica society 5.0, in cui l’essere umano occupa un ruolo sempre più centrale.