HPE, la strategia AI delle aziende è ancora frammentata

Le organizzazioni non tengono ancora conto di importanti criticità dovute all'eccesso di fiducia nell'IA.

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Una ricerca di Hewlett Packard Enterprise (HPE) rivela che l’attuale strategia AI delle aziende è ancora frammentata e questo provoca vantaggi e svantaggi. L’analisi scopre che quasi la metà (44%) dei leader IT intervistati ritiene che le proprie organizzazioni siano pronte a sfruttare i vantaggi dell’IA. Emergono inoltre lacune significative nelle loro strategie, come la mancanza di allineamento tra i processi e le metriche. Con conseguente frammentazione dell’approccio, che aggraverà ulteriormente i problemi in fase esecutiva.

“Architect an AI Advantage”

“Architect an AI Advantage” ha rilevato che, sebbene l’impegno globale nei confronti dell’IA mostri investimenti crescenti, le aziende trascurano aree chiave che influiranno sulla loro capacità di ottenere risultati di successo dall’IA. Tra cui: bassi livelli di maturità dei dati, possibili carenze nel provisioning di rete e di calcolo. Nonché importanti considerazioni di carattere etico e di compliance. Lo studio ha inoltre messo in luce notevoli disfunzioni sia a livello di strategia che di comprensione, che potrebbero influire negativamente sul ROI.

HPE – Riconoscere la bassa maturità dei dati

Per ottenere prestazioni di IA efficaci, che abbiano un impatto sui risultati di business, è necessario disporre da dati di qualità. La ricerca mostra però che, sebbene le organizzazioni ne siano chiaramente consapevoli, i loro livelli di maturità dei dati rimangono bassi. Solo una piccola percentuale (7%) di organizzazioni è in grado di eseguire push/pull di dati in tempo reale per consentire l’innovazione e la monetizzazione dei dati esterni. Mentre solo il 26% ha predisposto modelli di governance dei dati e può eseguire analisi avanzate.

L’attuale strategia AI delle aziende secondo HPE

Desta preoccupazione che meno di 6 intervistati su 10 dichiara che la loro organizzazione sia in grado di gestire tutte le fasi chiave della preparazione dei dati per l’utilizzo nei modelli di IA. Dall’accesso (59%) all’archiviazione (57%), fino all’elaborazione (55%) e al recupero (51%). Questa discrepanza non solo rischia di rallentare il processo di creazione del modello di IA, ma aumenta anche la probabilità che il modello fornisca informazioni imprecise e un ROI negativo.

Provisioning per il ciclo di vita end-to-end

Un divario simile è emerso quando agli intervistati è stato chiesto di indicare i requisiti di calcolo e di rete per il ciclo di vita end-to-end dell’IA. In apparenza, i livelli di fiducia sembrano elevate. Infatti Il 93% dei responsabili IT ritiene che la propria infrastruttura di rete sia predisposta per gestire il traffico dell’IA. Mentre l’84% concorda sul fatto che i propri sistemi abbiano una capacità di calcolo sufficientemente flessibile per supportare le richieste specifiche nelle diverse fasi del ciclo di vita dell’IA.

Svantaggi e vantaggi dell’attuale strategia AI delle aziende

Gartner prevede che “la GenAI contribuirà al 70% delle attività Text and Data entro il 2025, rispetto a meno del 10% nel 2023”. Meno della metà dei responsabili IT ha ammesso di avere una piena comprensione delle esigenze dei vari workl. Moad dell’IA in termini di training, tuning e inferenza, mettendo in serio dubbio l’accuratezza nel provisioning di queste capacità.

HPE – Ignorare le connessioni tra diverse divisioni di business, la compliance e l’etica

Le organizzazioni non riescono a migliorare le relazioni tra le aree chiave del business. Più di un quarto (28%) dei leader IT descrive l’approccio complessivo all’IA della propria organizzazione come “frammentato”. A riprova di ciò, più di un terzo (35%) delle organizzazioni ha scelto di creare strategie di IA separate per le singole funzioni. Mentre il 32% sta definendo obiettivi diversi. Ancora più rischioso è il fatto che l’etica e la compliance vengano completamente trascurate. Nonostante la crescente attenzione in questi ambiti da parte dei consumatori e degli enti normativi.

La ricerca mostra che le questioni legali e di compliance (13%) e l’etica (11%) sono considerate dai leader IT le meno critiche per il successo dell’IA. Inoltre, i risultati mostrano che quasi un’organizzazione su quattro (22%) non coinvolge affatto i team legali nelle conversazioni sulla strategia IA della propria azienda.

La paura di “perdere il treno” dell’IA e il rischio aziendale dell’eccesso di fiducia

Le aziende si muovono rapidamente per comprendere il fenomeno dell’IA, senza un’adeguata etica e compliance in questo ambito. Mentre le imprese corrono il rischio di esporre i propri dati proprietari, una base fondamentale per mantenere il proprio vantaggio competitivo e la reputazione. Tra i vari problemi, le aziende che hanno una carenza nelle policy etiche relativamente all’IA rischiano di sviluppare modelli privi di adeguati standard di compliance. Con conseguenti impatti negativi sul brand, perdite nelle vendite o costose multe e battaglie legali.

Gli altri rischi secondo HPE

Esistono anche ulteriori rischi. La qualità dei risultati dei modelli di AI è strettamente legata alla qualità dei dati che li alimentano. Ciò si riflette nel report, che mostra come i livelli di maturità dei dati rimangano bassi. A ciò si aggiunge che la metà dei responsabili IT ha ammesso di non avere una comprensione completa delle esigenze dell’infrastruttura IT nel ciclo di vita dell’IA. Così aumenta il rischio complessivo di sviluppare modelli inefficaci, compreso l’impatto delle “allucinazioni” dell’IA.

Svantaggi e vantaggi dell’attuale strategia Ai delle aziende

Eng Lim Goh, SVP per Data & AI, HPE
L’IA è il workload a più alta intensità di dati e di consumo energetico del nostro tempo. Per sostenere le sfide poste dalla GenAI, le soluzioni devono essere progettate in modo ibrido e costruite con una moderna architettura AI-native. La GenAI ha il potenziale per trasformare i dati in insight da ogni dispositivo in rete. Tuttavia, le aziende devono valutare con attenzione l’equilibrio tra l’essere i primi a muoversi in quest’ambito e il rischio di non comprendere appieno le lacune del ciclo di vita dell’AI. Altrimenti gli ingenti investimenti di capitale possono finire per produrre un ritorno dell’investimento (ROI) negativo.