Sin dalla sua nascita nel 2009, Pure Storage ha basato la sua attività commerciale interamente sul canale. Per questo, nel tempo ha sempre cercato di ottimizzare e migliorare il rapporto con i partner. In tal senso, ha ora deciso di avviare nuove iniziative per armonizzare completamente l’ecosistema delle terze parti. “Quest’anno stiamo mettendo un’enfasi particolare sull’incremento del valore per i nostri partner, in risposta alle loro esigenze e al mercato sempre più dinamico – ha affermato Umberto Galtarossa, Partner Technical Manager di Pure Storage –. La collaborazione con i partner è fondamentale per il nostro successo e ci impegniamo a supportarli nel migliorare le loro competenze e nel crescere insieme a noi”.
Nuovi incentivi
Un primo passo è di differenziare maggiormente gli status Preferred ed Elite. “Agli Elite riserviamo benefici esclusivi, come un Executive Sponsor dedicato, formazione e certificazioni gratuite e la possibilità per gli account di collegarsi direttamente con un partner Elite durante le prime fasi di una trattativa”. Sono stati introdotti anche ulteriori incentivi focalizzati sulle vendite. L’obiettivo è rendere più motivante essere un partner Elite.
Pure Storage intende favorire i partner più strategici e focalizzati, coloro che lavorano con l’azienda in modo significativo, fornendo loro una conoscenza approfondita del portfolio Pure “attraverso una serie di strumenti, certificazioni e formazione che li metta nella condizione di vendere e posizionare i prodotti in modo efficace. Offriamo anche incentivi per promuovere l’adozione del nostro portfolio, che negli ultimi anni ha subito significative evoluzioni”.
Supportare il canale per cogliere nuove opportunità
In passato, il principale caso d’uso, sia per i partner sia per l’azienda, era concentrato sulle elevate prestazioni e sulle latenze ridotte, sui database più esigenti e sulle applicazioni virtualizzate. Oggi, invece, Pure Storage sta incentivando i partner su soluzioni basate su prodotti che si orientano maggiormente alla longevità e alla gestione di volumi elevati, non necessariamente legandosi a prestazioni estreme. “Questo ci permette di estendere il nostro portfolio – ha sottolineato Galtarossa – e di fornire diverse opzioni ai clienti, come servizi basati su SLA, soluzioni per ambienti come Kubernetes e altro ancora. In sintesi, stiamo lavorando per supportare i nostri partner nel cogliere le opportunità emergenti e guidarli attraverso le nuove frontiere dell’innovazione tecnologica e dell’as a service”.
Partner più agili e autonomi
Pure Strage sta introducendo nuovi strumenti per consentire ai partner di essere più agili e autonomi nelle loro operazioni. “Stiamo lavorando su un sistema che permetterà loro di ottenere preventivi e configurazioni in modo praticamente istantaneo, riducendo la dipendenza da Pure Storage come azienda – ha precisato Galtarossa –. Questo sistema sarà completato entro la fine del trimestre in corso e offrirà ai partner la possibilità di inviare richieste direttamente ai distributori, ottenendo risposte immediate. La nostra agilità nell’affrontare le esigenze dei clienti è fondamentale e viene supportata anche dalla nostra capacità di standardizzare le componenti all’interno delle famiglie di prodotti. E ciò ci consente di essere rapidi nel soddisfare le richieste”. In particolare, sono previsti aggiornamenti al modello e agli strumenti di configurazione dei preventivi e di determinazione dei prezzi di Pure Storage, che consentiranno ai partner di effettuare configurazioni e preventivi indipendenti attraverso l’automazione, nonché l’integrazione con lo scambio elettronico di dati (EDI) per l’inserimento degli ordini.
Pure Storage sta anche introducendo una dashboard “intelligente” per l’auditing e il reporting, che consentirà ai partner di avere una visione istantanea delle loro attività commerciali. “Questo strumento sarà utile sia ai partner sia a noi come azienda, poiché ci permetterà di monitorare e migliorare costantemente le nostre attività di partnership”.
Pure Storage è sempre stata selettiva nella scelta dei partner, privilegiando quelli che dimostrano una conoscenza approfondita del portfolio e una forte focalizzazione sul valore aggiunto per i clienti. “Tuttavia – ha sostenuto Galtarossa –, siamo aperti a nuove collaborazioni e a estendere la nostra presenza territoriale, ma sempre con l’obiettivo di mantenere una partnership focalizzata e di valore reciproco. Gli strumenti che stiamo sviluppando sono parte di una strategia più ampia di self-service, mirata a migliorare l’autonomia e l’efficienza dei nostri partner”.
Quattro aree di sicurezza
Le novità in arrivo da Pure Storage non riguardano però unicamente l’aspetto commerciale. “Riteniamo che anche i clienti debbano avere accesso a strumenti che gli permettano di essere autonomi e reattivi nella gestione dei data center e degli ambienti applicativi. Con il continuo aumento dei dati e la crescente criticità delle applicazioni, la gestione di queste infrastrutture è diventata sempre più complessa”. Per affrontare questa sfida, Pure Storage ha concentrato i suoi investimenti su quattro aree principali.
La prima è quella degli autonomous upgrade. Oggi più che mai mantenere l’infrastruttura aggiornata è cruciale per garantire la sicurezza e l’efficienza del sistema. “Grazie alla nostra piattaforma Pure One, che monitora costantemente i dati, le applicazioni e gli ambienti host, siamo in grado di consentire agli utenti di eseguire aggiornamenti in modo autonomo, attraverso controlli automatici che verificano la conformità alle best practice e riducono la necessità di intervento umano”. Questo approccio permette di eseguire aggiornamenti tempestivamente e senza interruzioni, limitando al massimo il rischio di configurazioni errate o malfunzionamenti. Questi strumenti offrono anche maggiore trasparenza e controllo su tutte le operazioni di gestione.
Altre due aree cruciali riguardano la protezione dei dati. Pure Storage ha già introdotto safe mode, che consiste in copie immutabili all’interno dello storage, e ha implementato l’anomaly detection, che è in grado di rilevare rapidi cambiamenti nel processo di riduzione dei dati su disco, per esempio durante la criptazione. Questi eventi generano automaticamente allarmi, consentendo di intervenire prontamente e fermare il processo prima che si verifichi una perdita considerevole di dati.
“Abbiamo sfruttato la sinergia tra queste due funzionalità per fornire un importante aggiornamento – ha puntualizzato Galtarossa –: quando viene rilevata un’anomalia, il sistema attiva automaticamente le copie immutabili precedenti all’attacco, consentendo al cliente di recuperare i dati senza dover fare tentativi e individuare manualmente la copia corretta”.
Un altro aspetto importante nella protezione dei dati è Pure Protect, il servizio di disaster recovery verso AWS, che permette di collegare automaticamente le macchine virtuali locali con il cloud AWS, trasformandole in istanze EC2 native. In caso di emergenza, si può accedere ai propri dati dormienti nel cloud e attivare le macchine virtuali native cloud in pochi passaggi.
Un’ulteriore innovazione è la possibilità di integrare le applicazioni locali con la protezione verso il cloud direttamente dalla dashboard di data protection. “Con un semplice clic, si possono proteggere le macchine virtuali anche nel cloud, avviando automaticamente il processo di disaster recovery”.
Questa semplificazione è particolarmente utile per le aziende che operano in un ambiente ibrido, perché consente di gestire e proteggere le risorse in modo efficiente e veloce. “In un contesto dove i clienti gestiscono centinaia o migliaia di macchine virtuali, è essenziale avere una visione completa e immediata dello stato della protezione dei dati. La nostra soluzione offre questa visibilità, segnalando eventuali criticità in modo chiaro e immediato, consentendo ai clienti di intervenire prontamente per garantire la sicurezza dei loro dati”.
Una perfetta opportunità
Si parla di virtualizzazione, il richiamo a VMware è immediato e alle vicende che sta vivendo è immediato. “La diffusione di VMware sul mercato è innegabile – ha concluso Galtarossa –. E questo vale sia dal punto di vista dei partner sia dei cliente. Sono convinto che, almeno nel medio termine, la maggior parte delle applicazioni, soprattutto quelle fondamentali, continuerà su questa strada. Tuttavia, noto un’accelerazione significativa nell’esplorare alternative, in particolare verso il mondo Kubernetes. Come si suol dire, finché qualcosa funziona, è meglio non modificarla. Tuttavia, questa accelerazione potrebbe essere l’opportunità perfetta per ripensare in modo agile alcuni contesti applicativi e migrare verso un ambiente di containerizzazione”.