Una crescita del 21,7% per un totale di 597,3 miliardi di dollari nel 2023, rispetto ai 491 miliardi di dollari del 2022. Le previsioni di Gartner non lasciano dubbi: il cloud computing sta guidando la nuova fase del business digitale. E le potenzialità che prospettano tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale generativa, il metaverso e persino l’informatica quantistica non fanno altro che far accrescere ulteriormente l’interesse per il cloud. Ma queste sono solo che la punta di un iceberg costituito da servizi che offrono molteplici opportunità sia per le imprese sia per il canale.
Un fattore chiave
La continua adozione di massa del cloud computing è stata un fattore chiave per molte delle tendenze tecnologiche più trasformative, come il lavoro remoto e ibrido, l’Internet delle cose (IoT), la realtà virtuale e aumentata (VR/AR) e anche la stessa intelligenza artificiale.
Il cloud computing rende possibile tutto ciò eliminando la necessità di acquistare e dover mantenere una costosa infrastruttura necessaria per tutte le applicazioni che richiedono un calcolo intensivo. I service provider rendono disponibili le risorse “as-a-service”, consentendo di eseguire le applicazioni sui propri server e archiviare o fare un back up dei dati nei propri data center. Ciò significa anche che le aziende, per trarre vantaggio dalle tecnologie più avanzate, possono in una certa misura evitare di affrontare il problema dell’assunzione e della formazione di persone altamente specializzate.
Il successo del cloud ibrido
Con l’adozione sempre più diffusa del cloud, più della metà di tutti i carichi di lavoro e dei dati si trovano oggi nel cloud pubblico. Nel recente rapporto 2023 State of the Cloud di Flexera, il 65% degli intervistati indica che il livello di utilizzo del cloud pubblico da parte della propria azienda è elevato, un dato che è cresciuto del 2% rispetto al report del 2022. L’11% del campione dichiara di utilizzare un solo cloud pubblico, mentre la maggior parte (86%) utilizza il multicloud. In particolare, il 12% si avvale di più cloud pubblici e il 72% del cloud ibrido. Questo ricorso al multicloud riflette una lieve diminuzione rispetto ai risultati dello scorso anno.
Tuttavia, Gartner prevede che tutti i segmenti del mercato del cloud registreranno una crescita nel 2023. Sarà l’Infrastructure-as-a-service (IaaS) a mettere a segno la più alta crescita della spesa degli utenti finali nel 2023, con il 30,9%, seguita dal Platform-as-a-service (PaaS) con il 24,1%. Sono però le applicazioni core fruite come servizio a far registrare il maggiore giro di affari: 197.288 miliardi di dollari nel 2023 contro i 167.342 del 2022 (+18%). E per il 2024 è prevista una crescita simile, che porterà le revenue globali a 232.296 miliardi di dollari.
Ampliando maggiormente l’intervallo temporale, Gartner prevede che entro il 2026 il 75% delle organizzazioni adotterà come piattaforma di base un modello di trasformazione digitale basato sul cloud. In pratica, secondo la società di ricerca in poco più di tre anni tre aziende su quattro baseranno il proprio business su cloud. L’espansione del mercato sarà guidata da una serie di fattori, tra cui la crescente adozione del cloud ibrido, l’esplosione dei dati generati dalle aziende e la necessità di scalabilità, flessibilità e sicurezza dei servizi IT.
Molteplici opportunità
Risulta evidente che le opportunità che si prospettano sono molteplici. Per poterle sfruttare appieno il requisito di base è: modificare il modello di business. Bisogna saper trasformare un fatturato (e quindi la propria attività) basato su vendite singole in un giro d’affari che si fonda su revenue ricorsive derivanti da contratti di servizio (che solitamente prevedono una durata annuale). Un concetto che i Managed Service Provider (MSP) hanno già ben chiaro, ma che molte terze parti devono ancora assimilare perché richiede una trasformazione che può non essere semplice da affrontare. Tuttavia, in certe situazioni può essere un passo obbligato. Infatti, è pur vero che oggi i vendor, in particolare quelli di applicazioni o di prodotti per la sicurezza, nella maggior parte dei casi rendono ancora disponibili versioni utilizzabili sia on prem sia come servizi cloud, ma sempre più di frequente viene favorita la versione cloud (per disponibilità di aggiornamenti o ricchezza funzionale) e sovente nascono soluzioni fruibili solo tramite cloud. Sono aspetti che devono far seriamente riflettere, se ancora non lo si è fatto, su come sfruttare al meglio il cloud.
Alla ricerca delle risorse necessarie
Gartner si dice certa che la prossima fase di crescita dell’IaaS sarà guidata dalla customer experience, dai risultati digitali e di business e dal mondo virtual-first. Le tecnologie emergenti che aiutano le aziende a interagire più da vicino e in tempo reale con i clienti, come i chatbot e i digital twin, dipendono dall’infrastruttura cloud e dai servizi di piattaforma per soddisfare le crescenti richieste di potenza di calcolo e di storage. Le aziende, quindi, cercano nel cloud quelle risorse hardware e software necessarie per poter svolgere al meglio le proprie attività. Non solo. Cercano di prendere il meglio da chi lo può offrire, che sia in termini di soluzioni o funzionalità oppure di prezzo. Così si spiega la preferenza del multi-cloud che permette di cogliere i vantaggi della diversificazione, soprattutto in termini di flessibilità e sicurezza.
Inoltre, impedisce alle organizzazioni di legarsi troppo a un particolare ecosistema, una situazione che può creare problemi quando i cloud service provider cambiano le applicazioni che supportano o smettono del tutto di supportarle. A ciò va aggiunto che il multi-cloud contribuisce a creare una ridondanza che riduce la possibilità che errori di sistema o tempi di inattività causino un’interruzione critica delle operazioni aziendali.
In pratica, per un’azienda adottare un’infrastruttura multi-cloud significa abbandonare strategie potenzialmente dannose, come la costruzione di applicazioni e processi esclusivamente attorno a una particolare piattaforma cloud. La crescente popolarità delle applicazioni containerizzate fa sì che, in caso di modifiche ai livelli di servizio o di disponibilità di soluzioni più efficienti dal punto di vista dei costi da parte di fornitori diversi, le applicazioni possano essere trasferite rapidamente su nuove piattaforme. Mentre nel 2020 la maggior parte delle aziende (70%) dichiarava di essere ancora legata a un unico fornitore di servizi cloud, i rapporti hanno rilevato che l’84% delle aziende adotterà una strategia multi-cloud entro il 2023, rendendo questa tendenza una delle più importanti dell’anno nel cloud computing.
Le parole d’ordine sono flessibilità e scalabilità
Va da sé che quelli che sono gli imperativi per le aziende che puntano sul cloud devono essere altrettanti imperativi per che offre servizi cloud. A partire da flessibilità e scalabilità. Il cloud computing consente ai service provider di scalare rapidamente le risorse IT in base alle esigenze dei clienti. Prima dell’avvento del cloud, i provider dovevano investire in infrastrutture hardware costose per soddisfare la domanda dei clienti. Questo significava che potevano trovarsi o con risorse sottoutilizzate in periodi di bassa richiesta o con risorse insufficienti in periodi di picco. Il cloud computing permette ai provider di utilizzare risorse virtuali, che possono essere facilmente scalate in senso orizzontale in base alle esigenze del momento oppure verticale per soddisfare necessità crescenti nel tempo, garantendo sempre un’allocazione efficiente delle risorse e una maggiore flessibilità nell’erogazione dei servizi.
Il cloud offre ai service provider l’accesso a tecnologie all’avanguardia che sarebbe altrimenti difficile implementare o gestire. I fornitori di servizi cloud propongono infatti soluzioni innovative basate sull’intelligenza artificiale, l’apprendimento automatico e l’Internet of Things e che quindi possono rappresentare un importante un valore aggiunto per i clienti. Questo consente ai provider di essere più competitivi e migliorare la propria posizione sul mercato.
Se a scalabilità, flessibilità e tecnologie innovative si aggiunge poi la possibilità di accedere a sistemi di sviluppo preconfigurati viene notevolmente semplificata l’implementazione di nuovi servizi. E questo permette ai provider di essere più agili e reattivi nei confronti delle esigenze dei clienti. Non solo. Sono sempre più diffusi gli strumenti e le piattaforme che consentono a chiunque di creare applicazioni e di utilizzare i dati per risolvere problemi senza dover scrivere codice. Questa categoria di soluzioni low-code e no-code comprende strumenti per la creazione di siti web, applicazioni web e la progettazione di qualsiasi tipo di soluzione digitale di cui le aziende possono avere bisogno. Le soluzioni low-code e no-code sono disponibili anche per la creazione di applicazioni basate sull’intelligenza artificiale, riducendo drasticamente le barriere all’ingresso per le aziende che vogliono sfruttare l’intelligenza artificiale e il ML. Molti di questi servizi sono forniti tramite il cloud, il che significa che gli utenti possono accedervi sfruttando un servizio cloud che gli evita di dover possedere la potente infrastruttura informatica necessaria per eseguirli.
La sfida principale oggi è la gestione dei costi
Un aspetto emerso dal report di Flexera e che va sicuramente sottolineato è che per la prima volta gli intervistati non hanno citato la sicurezza di dati e applicazioni (ambito che sta creando molte opportunità per gli MSP) come principale sfida nell’avvalersi del cloud quanto invece il controllo dei costi (82% contro 79%). Questo, soprattutto nelle aziende medie e grandi, sta facendo nascere un centro di eccellenza del cloud e sta portando a costruire pratiche FinOps mature. Questo temine, che riunisce le parole Financial (Fin) e Operation (Ops), rappresenta l’evoluzione delle tradizionali logiche di gestione delle tecnologie e delle risorse informatiche a fronte della cloud transformation. Infatti, sempre di più le responsabilità della gestione dei costi del cloud è distribuita tra le varie divisioni dell’azienda. Un aspetto che i service possono sfruttare a loro vantaggio proponendo servizi o applicazioni mirati che facilitino l’ottimizzazione dei costi.