Maggio è il mese della consapevolezza sulla salute mentale. Lamont Orange, Chief Information Security Officer di Netskope, condivide alcune riflessioni sul burnout che colpisce i CISO.
La metà dei CISO cambierà lavoro entro il 2025 e il 25% di essi cercherà ruoli professionali completamente diversi. È ciò che emerge dal report di Gartner “Predicts 2023: Cybersecurity Industry Focuses on the Human Deal”.
Questa non è altro che la ricetta del burnout: i CISO lavorano in un settore stressante, che cambia ogni giorno, talvolta anche ogni ora. Sulle spalle, hanno una serie di elevati target da raggiungere: esterni, per via delle minacce alla sicurezza che colpiscono le aziende, e interni, perché è al CISO che viene addossata la responsabilità di ogni eventuale incidente. Sono in lotta continua per avere risorse – nel frattempo viene chiesto di fare di più con meno – e nel bel mezzo della protezione delle aziende, devono anche giustificare come spendono il budget e ottenere un ROI maggiore. Per molti CISO, queste sono condizioni insostenibili.
Burnout: Cosa fare?
Non esiste una soluzione immediata a questo dilemma, nessuno dei CISO ce l’ha. 30 anni di esperienza nella sicurezza informatica mi hanno insegnato che dare priorità alla salute mentale è fondamentale, che non possiamo più nascondere la constante minaccia di un esaurimento nervoso e tutto ciò contro cui si scontrano ogni giorno i CISO e tutti gli altri professionisti della sicurezza informatica.
Non si tratta di “chiacchiere”. Tuttavia, spesso è più facile considerarle tali anziché aprire un dialogo verso approcci più utili. Ecco allora alcuni suggerimenti che scaturiscono dalla mia esperienza personale e che mi hanno veramente aiutato ad adottare un approccio mentale positivo:
- Identificare il proprio ambito d’azione e ottenere l’approvazione degli stakeholder. In qualità di CISO, ci viene richiesto di usare le nostre energie su aspetti che possiamo controllare, mentre molti di noi le sprecano su ciò che non è controllabile. Quindi, identificando in modo proattivo gli ambiti che posso controllare e influenzare, sono in grado di riconoscere anche quelli non soggetti al mio raggio d’azione. Questo mi consente di andare più a fondo nella risoluzione dei problemi di cui sono responsabile e allevia lo stress e la pressione derivanti da ciò che non posso controllare. C’è una grande differenza rispetto ad affermare che qualcosa “non mi compete”. È piuttosto un riconoscimento intenzionale degli aspetti a cui vale la pena dedicare il nostro tempo.
- Confrontarsi regolarmente con i colleghi e i professionisti all’interno della community. Siamo più forti se collaboriamo e, se siamo in grado di condividere i problemi o le sfide che stiamo affrontando, ci sentiamo meno soli. Poiché veniamo da background completamente diversi, la nostra esperienza collettiva può aiutarci a risolvere i problemi, insieme.
- Connettersi a cose che promuovono la positività. Può sembrare un’affermazione troppo sommaria, ma se ti concentri solo sul lavoro quotidiano e sulla pressione che esercita, il tuo punto di vista si riduce a quanto il mondo e la tua vita sia brutta. Trascorrere tempo con gli amici, con la famiglia, nella natura, concentrandoci maggiormente su noi stessi, o su un hobby, ci ricorda che l’ottimo lavoro che facciamo aiuta a proteggere le cose che riteniamo importanti. E, inoltre, che ci sono un sacco di cose belle là fuori.
- Integra dei momenti di riflessione per ricaricarti. Dedicati del tempo, integrandolo nella tua programmazione mensile, per riflettere su cosa sta funzionando e su cosa va modificato. Questo approccio si applica a molti ambiti della vita: se non mi prendo cura di me, non posso aiutare gli altri.
- Quando cerchi un nuovo ruolo da svolgere, esamina a fondo la cultura aziendale. I quattro punti precedenti sono applicabili solamente in presenza di una cultura aziendale che li consente, e che non apprezza solamente il lavoro che fai, ma anche quali valori apporti come individuo. Interroga attivamente l’azienda su quanto essa riconosca che lo stress e la salute mentale giocano un ruolo centrale nella capacità prestazionale e nell’ottenimento di un buon equilibrio tra lavoro e vita personale.
Nell’azienda in cui lavoro, Netskope, promuovere una salute mentale positiva è fondamentale. Ai nostri dipendenti forniamo una piattaforma dedicata alla salute mentale, che garantisce a loro e alle loro famiglie risorse come la terapia, la formazione e altri tool necessari a migliorare questo aspetto.
Occorre riflettere su queste tematiche non solo nel mese della consapevolezza sulla salute mentale. Unendosi come community, i CISO possono aiutarsi a vicenda, accettando che chiedere aiuto è lecito e giusto.