Alessandro Riganti, Country Manager di D-Link per l’Italia, racconta alla nostra rubrica “Ritratti” il proprio approccio alla vita professionale e agli impegni personali.
Milanese di nascita ma Monzese di adozione sono un quarantottenne amante dello sport, dei viaggi e della musica, mi reputo una persona semplice, affidabile che ama la vita nelle sue più svariate sfaccettature. Praticamente non riesco mai a stare fermo, sono sempre alla ricerca di nuove sfide e di nuove avventure; padre premuroso cresco i miei figli responsabilizzandoli e cercando di far emergere le loro personalità ed i loro tratti distintivi.
– Cosa significa essere oggi ai ‘posti di comando’?
Significa assumersi le responsabilità delle decisioni e del proprio operato sia nei confronti della proprietà che dei dipendenti. Una delle chiavi di riuscita può essere la sintonia e l’empatia con il proprio gruppo di lavoro, creare motivazione dando l’esempio con l’impegno e la dedizione al lavoro quotidiano.
– A cosa deve il successo nel suo lavoro?
Credo che la motivazione sia uno dei fattori determinanti della nostra vita ed ancor più lo è il saper trovare la motivazione dentro di noi in ogni situazione o circostanza. Grazie ad essa siamo in grado di costruirci un percorso lavorativo che ci stimoli e che si faccia crescere, nel mio caso questo è supportato dalla costanza, dall’impegno e dalla passione per il mio lavoro.
– Come si è avvicinato al mondo dell’ICT?
Professionalmente nel 2001 ho mosso i primi passi nel mondo delle Telecomunicazioni con progetti legati alla Fotonica e prodotti con interfacce ottiche dedicati ad operatori Tier1 e Tier2 e da lì al mondo ICT il passo è stato breve. Nel 2016 rivestivo il ruolo di Key Account Manager ed uno dei miei migliori clienti era D-Link……. il resto ce lo stiamo raccontando.
– Ci dia tre aggettivi che descrivono il core business della sua azienda.
“Connesso” pensando alla tipologia di progetti di networking e di connettività che realizziamo, “Sicuro” per l’efficienza e gli alti standard delle nostre soluzioni, “Speciale” per le persone del team D-Link che tutti i giorni si prendono cura dei nostri clienti con impegno e passione.
– Quali sono le migliori scelte che ha fatto da un punto di vista professionale?
Vi racconto un piccolo aneddoto, quando inviai il CV a Pirelli Cavi e Sistemi mi chiamarono per due colloqui per due posizioni diverse che rifiutai in quanto non le ritenevo giuste per quello che stavo cercando in quel momento; mi chiamarono una terza volta e fu’ un colpo di fulmine, avrei avuto la possibilità di occuparmi di tecnologia viaggiando per il mondo. Furono 10 anni meravigliosi ed intensi. Nelle scelte che ho fatto ho sempre seguito il mio istinto e ho sempre preposto la crescita professionale all’aspetto remunerativo, rivestire un nuovo ruolo o incarico non deve essere visto come un punto di arrivo, bensì come un punto di partenza per apprendere, crescere ed evolvere.
– Si è mai trovato nella necessità di fare scelte dolorose, ovviamente da un punto di vista professionale?
Sì, è capitato, ma posso affermare che se le scelte sono fatte in modo corretto porteranno a nuove opportunità. Ritengo sia corretto che a volte l’emotività debba lasciare il passo alla razionalità.
– Qual è il pregio che ammira di più nelle persone e quale è il difetto che proprio non le va giù?
Ammiro le persone che ci provano sempre e non si arrendono, che perseverano e portano avanti le proprie idee, a volte sbagliando, cadendo, ma rialzandosi sempre. Non mi vanno giù i portatori di negatività, che a partito preso iniziano le frasi con una negazione… non posso, credo di non riuscirci, non fa’ per noi, non abbiamo le competenze, non ci sono le risorse, non abbiamo i prodotti, non siamo all’altezza, non ci sviluppano la funzionalità ecc…
– Direbbe grazie a…e perché? A chi chiederebbe scusa e perché?
Dico grazie molte volte al giorno in quanto non costa nulla e aiuta gli altri a sentirsi un po’ meglio. Oggi direi grazie ai miei genitori per i valori che mi hanno trasmesso ed ai manager con cui ho collaborato negli ultimi anni per la metodologia di lavoro che hanno saputo condividere. Chiederei scusa a mia moglie ed ai miei figli visto che ultimamente è difficile ritagliarsi del tempo per noi.
– Tema giovani. Cosa cercano? Come giocano il loro futuro?
Cercano lavori che li appaghino e che li rendano indipendenti, ma sono alcuni stereotipi che a mio modo di vedere sono sbagliati. Non ci sono lavori facili o lavori migliori di altri ma ci sono lavori che più si adattano alla nostra persona e che ci rendono felici, soddisfatti ed appagati, è su questo piano che dovrebbero giocare il loro futuro. Vi racconto un altro aneddoto… nel 1992, mentre frequentavo le scuole superiori, impegnavo i week end nel consegnare le pizze a casa dei clienti ed ero felice di farlo, ero felice di iniziare a costruire la mia indipendenza.
– Ci dia tre motivazioni per le quali oggi, le aziende, dovrebbero stare attente alla sicurezza.
La sicurezza informatica è sempre più al centro delle tematiche IT; un maggior grado di attenzione è dettato dall’aumento dei furti di dati sensibili, dal non essere ricattabili e per garantire gli stakeholder degli investimenti fatti.
Ora facciamo ‘un gioco’…
– Se fosse un piatto, che piatto sarebbe?
Lasagna alla bolognese, semplice, gustosa e di cui difficilmente rinunceresti al bis.
– Se fosse un quadro?
Vassily Kandinskij, Giallo, rosso, blu.
– Se fosse un film?
Il buono, il brutto ed il cattivo.
– Se fosse una stagione?
La primavera.
– Se non facesse il lavoro che fa, che lavoro farebbe?
Procuratore sportivo, Team manager o Team principal nel motorsport.
– Se avesse una bacchetta magica…
So di dire un’ovvietà, fermerei i conflitti che stanno insanguinando i nostri tempi.