Nel 2022, a livello globale, Acronis è passata da 1.300 a 2.000 dipendenti, nel nostro Paese da 26 a 50. “È un dato che mostra, sia quanto l’Italia risulti estremamente importante per il nostro business, sia quanto rapida sia la crescita nel nostro Paese – afferma Denis Valter Cassinerio, Regional Sales Director per l’Europa meridionale di Acronis. E, grazie all’allargamento dell’organico, stiamo realizzando una serie di iniziative nei confronti mercato italiano molto interessanti”.
Tra queste iniziative di sicuro rilievo è la nascita, nel corso del 2023, di un centro di ricerca di sviluppo in Italia, a Torino. “Questa struttura sarà collegata al Politecnico di Torino – spiega Cassinerio – perché la nostra politica è quella di cercare e di prendere i talenti dove ci sono e noi abbiamo una forte connessione con il mondo universitario. A tal fine stiamo allestendo nel capoluogo piemontese una palazzina apposita, che sarà completata il prossimo anno”.
Un nuovo posizionamento nella cyber protection
Come detto, il 2022 è stato un periodo di grande crescita per Acronis, ma anche di grandi trasformazioni. “Il recente summit di Miami – sostiene Cassinerio – è stato il momento del rilancio del nostro posizionamento nell’ambito della cyber protection. Questo è un termine coniato da noi per indicare l’intenzione di andare oltre la sola security e offrire una protezione a tutto tondo. Infatti, cyber protection coniuga gli elementi del backup, soprattutto del disaster recovery, di cui Acronis ha democratizzato l’utilizzo, con gli elementi per il controllo della security”.
Compresa la componente di detection and response che Acronis ha incluso di recente nella piattaforma e che, secondo le parole di Cassinerio, “apre scenari innovativi per i partner. Infatti, non solo diamo la possibilità di avere abilità forensi nel capire cosa è accaduto, ma anche abilità di indagine collegate alla componente di end point protection”.
Servizi di resilienza operativa
La piattaforma lanciata nel 2019 sta diventando un punto di riferimento per l’erogazione di servizi di resilienza operativa. “Questo è un posizionamento oggettivamente nuovo sul mercato rispetto a tutti i nostri competitor che continuano ad avere degli approcci a silos – ha affermato Cassinerio –. Continuiamo a investire nei nostri cyber protection operation center che fanno da monitor sulle dinamiche di cyber security e che vanno ad inserire in piattaforma gli eventuali rischi da gestire”.
Inoltre, per consentire a tutti i partner di utilizzare i propri prodotti, e quindi erogare servizi di security protection in un periodo in cui non è semplice reperire personale esperto in sicurezza, Acronis ha avviato diverse attività per aiutare il canale nel reskill delle risorse, così da semplificare tutto il ciclo di security e risk management.
Aumentare i partner per dialogare con le PMI
“In un anno abbiamo raddoppiato il numero dei partner – ha precisato Cassinerio –. Però stiamo puntando a rafforzare ulteriormente le partnership nell’ambito delle piccole e medie imprese. Intendiamo anche fare cultura direttamente presso le PMI per aiutarle a proteggersi meglio e in modo più consapevole, magari accedendo a nuovi tipi di servizi. In tal senso, la Security Cyber Protection as a service può essere la soluzione ideale”.
L’intento di Acronis è di riuscire a “fornire la security come se fosse la corrente elettrica – ha sostenuto Cassinerio –. Oggi la sicurezza deve essere garantita dall’operatore verso l’azienda, la quale deve preoccuparsi solo della produttività. Questo consente al partner di passare dalla vendita tecnologica legata alla licenza all’erogazione di un servizio onnicomprensivo, adattabile alle esigenze del singolo cliente”.
Il risultato, secondo Cassinerio, è che il partner ottiene una prevedibilità dei costi e può proporre una maggiore varietà di servizi, di scalare e ragionare con il cliente in termini di gestione del rischio e quindi anche dare un contributo informativo diverso, più puntuale: per esempio, evidenziando quali dati sono più a rischio oppure elencando le vulnerabilità in funzione del grado di pericolosità che generano.
Un canale ben differenziato
“Il nostro programma di canale – precisa Cassinerio – permette livelli di certificazione in funzione delle competenze. Quindi, fornisce la capacità al partner di differenziarsi nei confronti dell’utente finale in funzione proprio del livello tecnico e commerciale, del segmento di mercato e della modalità di erogazione dei servizi. Questo consente di costruire un’offerta diversa rispetto agli altri partner”.
Acronis ha anche un’unità dedicata all’enablement del partner tramite la quale eroga direttamente corsi in lingua italiana. “Abbiamo inoltre creato in Italia la community tecnica per il canale – sottolinea Cassinerio – all’interno della quale abbiamo riunito tecnici dei nostri partner con le aree di prevendita per lavorare sulle esperienze collettive e confrontarci sia sull’utilizzo sia sull’evoluzione della piattaforma. Questa tipo di community lo stiamo esportando anche a livello europeo. Un altro elemento che abbiamo introdotto a partire da quest’anno è la collaborazione col mercato distributivo per le certificazioni in aula”.
Apertura verso la PA
Sul versante commerciale, un’importante azione che dal 2023 Acronis ha intenzione di mettere in atto è l’apertura verso la Pubblica Amministrazione. “Diventerà un segmento chiave, che affronteremo in maniera più diretta rispetto al passato – ha concluso Cassinerio –. Stiamo acquisendo le certificazioni necessarie per poterci avvalere in modo adeguato del data center che abbiamo a Roma e questo ci consentirà di approcciare tutto il mercato legato alla Pa”.