Flessibilità oraria al 47%, ma difficile poter scegliere dove e quando lavorare

Secondo una ricerca di SD Worx, in Italia c'è una buona flessibilità dell'orario di lavoro ma il 40% dei lavoratori non può scegliere né dove né quando lavorare.

flessibilità oraria

Insieme a Protime, società fornitrice di tecnologie per la gestione del personale, SD Worx ha intervistato circa 5.500 dipendenti di dieci Paesi europei, inclusa l’Italia, con l’obiettivo di avere una panoramica generale sulla gestione degli orari di lavoro. In media, il 53% dei dipendenti europei ha dichiarato di godere di un orario flessibile. Secondo lo studio, i Paesi con gli orari di lavoro più flessibili sono la Finlandia, la Germania e i Paesi Bassi. La Spagna è la meno accomodante quando si tratta di orari flessibili (41%), mentre in Italia sono quasi 5 gli impiegati su 10 (46,8%) a poter usufruire della flessibilità oraria sul posto di lavoro.

La flessibilità nella scelta del luogo e dell’orario di lavoro è un po’ meno comune. I Paesi Bassi sono in testa: la metà dei dipendenti olandesi sceglie dove (50%) e quando (47%) lavorare, il che è considerevolmente più alto della media europea (39% sia per il luogo che per l’orario). L’Italia risulta essere abbastanza conservatrice con circa il 40% degli intervistati che non può scegliere né dove né quando lavorare. Dietro di noi solo la Spagna.

La flessibilità oraria è un elemento fondamentale

Oggi, più che mai, i dipendenti desiderano libertà nell’organizzazione della loro vita privata e del lavoro, il cui confine risulta essere sempre più labile. La flessibilità rappresenta quindi per le aziende un elemento fondamentale per attrarre e mantenere i dipendenti, proprio per il forte e positivo impatto che ha sull’equilibrio tra lavoro e vita privata. Per oltre la metà degli impiegati europei, tenere traccia delle ore di lavoro aiuta: questo vale in particolare per i dipendenti olandesi (63%), seguiti dai norvegesi e tedeschi (57%). In generale, questi ultimi sono in testa (82%) nel tracciamento delle ore lavorative. La Svezia (78%) e l’Italia (77%) seguono da vicino, mentre la Francia è quella che registra di meno il numero di ore lavorate (43%).  Per il datore di lavoro, deve essere quindi importante fornire ai dipendenti il supporto di cui hanno bisogno per gestire correttamente e liberamente gli orari di lavoro.

Controllare le e-mail o rispondere alle telefonate lavorative anche dopo l’orario di lavoro

In generale in Europa, il 41% degli intervistati dichiara di controllare le e-mail o di rispondere alle telefonate lavorative anche dopo l’orario di lavoro. In Norvegia, questo dato sale al 56%, mentre in Germania solo 3 dipendenti su 10 controllano sporadicamente telefoni o e-mail di lavoro dopo l’orario. Il nostro Paese si allinea allo standard europeo con oltre il 41% che non stacca mai in modo definitivo. Se consideriamo gli straordinari, la Francia è il leader (56%), seguita dal Belgio (53%) e dai Paesi Bassi (53%). Anche l’Italia è abbastanza stakanovista con quasi il 42% degli intervistati che dichiara di lavorare solitamente oltre l’orario standard.