Marco Cellamare, Regional Sales Director per l’Area Mediterranea di Ivanti, ci racconta come si sta evolvendo il posto di lavoro in ottica connected workspace.
– Come sono cambiati gli uffici e il posto di lavoro pre e post pandemia?
L’arrivo della pandemia ha contribuito a modificare definitivamente le tradizionali modalità di lavoro, generando una moltitudine di alternative sia per i dipendenti che per le aziende con diversi vantaggi. Tra questi rientrano la possibilità da parte delle aziende di coinvolgere talenti internazionali e una riduzione generale dei costi, senza intaccare la produttività e la continuità del business. Per i dipendenti invece, operare a distanza garantisce condizioni lavorative e personali migliori, assicurando anche migliori prestazioni lavorative.
Di fatti, recenti studi rilevano che il 94% degli imprenditori ha valutato un incremento della produttività, nonostante nel 2020 i dipendenti abbiano lavorato da remoto. Di contro, queste nuove modalità di lavoro hanno portato allo sviluppo di infrastrutture IT distribuite che non possono più essere protette dal vecchio modello perimetrale di sicurezza. Per poter abilitare l’Everywhere Workplace è necessario implementare una soluzione di sicurezza IT unificata e automatizzata.
– Quali le tecnologie e le strategie distributive a supporto?
Al fine di adattarsi a questo nuovo scenario lavorativo, e mantenere il passo con la digital transformation, è indispensabile fornire ai team aziendali gli strumenti adeguati. Alle organizzazioni in crescita e a quelle che devono affrontare i costi della gestione della loro sicurezza informatica, Ivanti offre una migliore postura di sicurezza, attraverso la gestione, l’automazione e la prioritizzazione della sicurezza IT su utenti, dispositivi, accessi e applicazioni.
Tutto questo avviene attraverso un’offerta progettata su tre pilastri di prodotti: ITSM, UEM e Security. L’IT Service Management automatizza i flussi di lavoro, eliminando i costosi processi manuali, l’Unified Endopint Management identifica tutti i dispositivi presenti in azienda e garantisce una corretta gestione degli stessi concedendo accessi sicuri a dati e applicazioni e la Security per prevenire e rimediare a eventuali cyber attacchi. Quello che ci differenzia dai nostri competitor risiede nell’aver sviluppato una soluzione end-to-end unificata da un livello di automazione intelligente aggiunge un valore esponenziale. Nessun altro vendor offre questo approccio unificato alla gestione IT dall’endpoint fino al back office IT e alla gestione dei servizi aziendali.
– Come declinate il concetto di Everywhere Workplace?
Nel corso di questi ultimi due anni, le aziende che hanno implementato l’Everywhere Workplace hanno dovuto fornire ai propri dipendenti l’accesso ad applicazioni e dati nel cloud. Per far fronte a questo nuovo ambiente di lavoro distribuito le aziende devono ottimizzare il proprio IT, garantendo che solo gli utenti, i dispositivi e le reti affidabili, possano accedere ai dati aziendali. Tutto questo comporta l’implementazione di una sicurezza onnipresente che non impatti sulla produttività dell’azienda. Per raggiungere questo scopo, in Ivanti abbiamo deciso di investire in automazione, Intelligenza artificiale e machine learning per identificare rilevare e risolvere le minacce in maniera tempestiva ed efficace.
– Digitalizzazione e rispetto della compliance, come coniugate questo binomio?
In aggiunta all’adozione di nuove modalità di lavoro, la pandemia ha anche contribuito a ad accelerare la digital transformation di 7 anni. In questo nuovo contesto è indispensabile riuscire a individuare i giusti strumenti, per abilitare i nuovi contesti lavorativi e supportare i propri dipendenti evitando di esporsi a possibili attacchi. Per garantire una corretta postura di sicurezza ai nostri clienti, abbiamo implementato policy di sicurezza coerenti per utenti, dispositivi e applicazioni, volte a garantire una micro-segmentazione della rete.
In particolare, la piattaforma di sicurezza Zero Sign On per il controllo degli accessi basato sullo Zero Trust Mobile-Centric di Ivanti offre alle imprese la possibilità di proteggere i propri dati su dispositivi, reti, applicazioni e servizi cloud e ai dipendenti assicura l’opportunità di accedere in maniera sicura e semplice ai dati aziendali, ovunque decidano di lavorare. Inoltre, il forte aumento degli attacchi di phishing ha accelerato la necessità di trovare soluzioni in grado di fornire una protezione multilivello, come Mobile Threat Defense di Ivanti, che individua e corregge le minacce dirette ai dispositivi mobili, come gli attacchi di phishing, senza richiedere alcuna azione da parte dell’utente. Tutto questo offre all’IT la certezza di sapere che la forza lavoro remota della loro azienda è protetta, indipendentemente da dove lavorino i dipendenti.
– Trasformazione digitale, che richieste ricevete tipicamente delle imprese italiane? Quali sono le criticità e le problematiche più diffuse che riscontrate?
Nel corso degli ultimi due anni abbiamo assistito a un crescente aumento di iniziative e attività legate alla digital transformation per adattarsi rapidamente a nuovi scenari lavorativi. Normalmente, il processo di Digital Transformation richiederebbe l’implementazione di una strategia pianificata nel corso degli anni dai CIO e dai team tecnici, utilizzando il budget allocato per non gravare sull’organizzazione. Attualmente, considerando che la trasformazione digitale può garantire alle aziende maggiore efficienza e una migliore user experience, le stesse devono provvedere tempestivamente ad allocare parte del proprio budget a iniziative digitali.
A mio avviso è necessario affidarsi a vendor in grado di offrire modelli di prezzi chiari che supportano i tecnici, gli utenti finali, e i ruoli aziendali al di fuori dell’IT. In aggiunta le aziende dovrebbero implementare soluzioni strategiche, scalabili e a basso costo per ridurre le spese e preservare la continuità del proprio business. Nello specifico in Ivanti abbiamo sviluppato soluzioni che consento di automatizzare i workload per sollevare i team IT da compiti ripetitive e manuali per dedicarsi ad attività cruciali per la propria azienda.
– Nonostante il forte impatto della tecnologia nel mondo imprenditoriale, molto spesso le aziende sono restie al cambiamento. In Italia si registra una resistenza al cambiamento particolarmente alta. Quali considerazioni potete fare in merito? Cosa riscontrate presso i clienti?
Rispetto ad altri paesi Europei l’italia è sprovvista di un’adeguata cultura digitale dovuta principalmente a un gap formativo, legato a sua volta alla mancanza di competenze. Le imprese, soprattutto le PMI, che hanno attuato una riqualificazione digitale del proprio organico, infatti, sono ancora poche. A mio avviso la chiave che potrebbe consentire alle aziende di sfruttare al meglio la digital transformation risiede nel riposizionamento delle stesse.
Di fatti, in un’epoca di incessanti cambiamenti, un’azienda sopravvive e prospera non in base alle sue dimensioni o prestazioni, ma alla sua capacità di riposizionarsi per creare un nuovo futuro, sfruttando al meglio le proprie risorse per raggiungere questo obiettivo. Le imprese vedono ancora l’ottimizzazione dei processi che la DT permette, come una spesa viva, piuttosto che come un investimento con un potenziale alto rendimento nel tempo. Questa interpretazione erronea rischia di tagliarle fuori dal mercato.