Il Tribunale di Milano ha emesso il decreto di omologa del piano di concordato di Italtel chiudendo un iter complesso durato oltre un anno.
Si apre una fase nuova per Italtel che entra in un gruppo industriale importante e si dota di una struttura finanziaria robusta.
Con l’udienza del 9 dicembre 2021 e il decreto n. 47652/2021 del 10 dicembre 2021, il Tribunale del capoluogo lombardo ha omologato la procedura di concordato preventivo proposto dalla società nelle forme della continuità aziendale indiretta ex art. 186-bis LF.
La proposta è stata giudicata fondata e idonea al rilancio dell’azienda e alla soddisfazione dei creditori, alla luce degli elementi di novità introdotti nei mesi scorsi e delle plurime garanzie fornite.
La proposta era stata aggiornata agli inizi di settembre a seguito dell’ingresso del fondo Clessidra Capital Credit SGR S.p.A. nel piano di Italtel, che contava già sulla presenza del Gruppo PSC e di TIM, segnando un miglioramento sia per un maggior contributo di risorse finanziarie sia per la conversione di una parte di crediti in capitale.
L’assemblea dei creditori, le cui votazioni hanno avuto avvio con l’udienza del 29 settembre, aveva espresso parere positivo sul piano con una larga maggioranza, pari al 91,89% dei crediti ammessi al voto.
L’operazione prevede un aumento di capitale di 56,3 milioni di euro con PSC che detiene il 53,66%, Clessidra Capital Credit il 28,62% e TIM, il 17,72%. In tale ambito, l’aumento di capitale per cassa è di circa 48 milioni di euro (di cui 29,9 milioni euro da parte di Gruppo PSC, 9 milioni di euro di TIM, e 8,7 milioni di euro di Clessidra) e quello per conversione crediti da parte di Clessidra e TIM è di ulteriori 8,5 milioni di euro.
Italtel entra in un gruppo industriale importante, da cui possono derivare numerose sinergie, e dispone di una struttura finanziaria robusta in grado di sostenere i suoi piani di sviluppo. Ciò avviene in un momento in cui al Paese occorre il supporto delle proprie eccellenze industriali per realizzare le infrastrutture strategiche che accompagnano, come componente chiave, il PNRR.
Tre sono le direttrici del nuovo piano industriale di Italtel: l’offerta di servizi gestiti di ingegneria, di network operation e di network security, resi più competitivi da competenze di sviluppo software e di automazione di cui l’azienda dispone; l’accelerazione sullo sviluppo di prodotti software innovativi, dedicati a filoni quali reti di nuova generazione 5G e Open RAN; l’attività specialistica di progettazione sulla banda ultra larga sia in ambito domestico, per il mercato degli operatori telco, delle aziende e della PA, sia in ambito internazionale.
“L’omologa del concordato conclude positivamente un iter complesso durato oltre un anno, durante il quale Italtel ha dimostrato forte tenuta, collaborando in modo costante con gli organi che hanno curato la procedura e che ringraziamo per la grande attenzione dimostrataci”, ha commentato Claudio Calabi, Presidente di Italtel. “Forte di una nuova compagine azionaria, cui va il nostro sentito ringraziamento per avere sostenuto il piano industriale e creduto nel valore di questa azienda, Italtel può proseguire un cammino industriale iniziato nel 1921 e sempre dedicato allo sviluppo e al miglioramento delle comunicazioni”.
“Italtel è fortemente impegnata nei grandi progetti infrastrutturali del nostro Paese e sta offrendo le proprie tecnologie e i propri servizi per lo sviluppo delle reti a Banda Ultra Larga e 5G che renderanno possibile l’evoluzione digitale delle imprese e del settore pubblico, consentendo all’Italia di cogliere le irripetibili opportunità che il PNRR mette a disposizione”, ha detto Stefano Pileri, CEO di Italtel. “L’Italtel di oggi trae forza da un percorso industriale che ha saputo esprimere indiscusso valore tecnologico ed eticità e si proietta verso il futuro avendo come obiettivi di operare per migliorare la competitività dei propri clienti e dei sistemi economici e di farlo agendo in modo sostenibile ed inclusivo. L’inclusione è il nuovo obiettivo della comunicazione che, nella sua accezione digitale, va oggi considerata come un diritto inalienabile di ogni persona”.