Quando si parla di qualità dell’aria si è subito portati a pensare a ogni sorta di elemento chimico o fisico, tendenzialmente nocivo, che inaliamo quando ci muoviamo nel reticolo di vie cittadine o presso stabilimenti produttivi.
Ma esiste un’aria “indoor” che spesso trascuriamo. Sono molteplici infatti le attività che contribuiscono a inquinare l’aria degli ambienti chiusi, come ad esempio, le polveri sottili e Composti Organici Volatili (VOC).
Ancora prima che la crisi causata dal Covid-19 si manifestasse in tutta la sua portata c’era comunque chi aveva valutato l’importanza di misurare i livelli di inquinamento dell’aria che inaliamo stando all’interno di un locale, in particolare di una struttura alberghiera. Il soggetto in questione si chiama PlanetWatch, una startup nata a gennaio 2020 con il preciso intento di “sorvegliare” i livelli di inquinamento del pianeta che ha lanciato una soluzione per monitorare la qualità dell’aria negli Hotel e che consente anche una protezione efficace contro il Covid-19.
“La soluzione per l’hotel – ha raccontato Claudio Parrinello, CEO dell’azienda – si basa su tre pilastri, monitoraggio, purificazione e certificazione. La tecnologia PlanetWatch è in grado di monitorare la qualità dell’aria, in questo caso in ambienti chiusi, in tempo reale con dispositivi certificati, con valutazione degli indici di salute degli edifici e del potenziale di esposizione alla contaminazione microbiologica. La seconda fase è la purificazione, attraverso purificatori d’aria avanzati che utilizzano un meccanismo biocida studiato dalla NASA per eliminare muffe, microrganismi (virus e batteri), agenti patogeni e composti organici volatili. Il tutto con certificazione riconosciuta a livello internazionale. Inoltre, i dati di qualità dell’aria scritti sulla blockchain possono essere utilizzati per dimostrare la conformità con gli standard e le normative sugli edifici sostenibili e per creare contratti assicurativi innovativi”.
“Abbiamo già avviato un progetto pilota con un Hotel di Torino e che riteniamo possa aprire un fronte nuovo e oggi, più che mai, imprescindibile come quello della validazione delle condizioni dell’aria che si traduce in un asset ulteriore di attrattività e qualità per le strutture d’accoglienza. Un vantaggio competitivo in più per un Paese, come il nostro, a grande vocazione turistica e pronto a ripartire per il bene di un settore strategico capace di generare oltre il 10% del PIL nazionale”, conclude il CEO della società.