Vertiv: rete e sicurezza, un binomio fragile ma indissolubile

Cristian Scarpa, Global VP Customer & Employee Technology & Head of Emea IT e Jessica Conti, Field Marketing Manager di Vertiv, spiegano la posizione della società.

Vertiv: rete e sicurezza, un binomio fragile ma indissolubile

Infrastrutture di rete e sicurezza: un binomio fragile ma indissolubile, spiega Cristian Scarpa, Global VP Customer & Employee Technology & Head of Emea IT di Vertiv, intervistato su questo tema. Così come, le aziende dovrebbero mettere la sicurezza informatica al primo posto delle loro priorità e dei loro investimenti. Evidentemente non è ancora così, vista la mole di attacchi e i continui allarmi lanciati da chi le mani in pasta sulla sicurezza le ha. Il ruolo del canale? Importante risorsa per sostenere e implementare siti di edge computing. Ne ha parlato a ChannelTech Jessica Conti, Field Marketing Manager di Vertiv.

E’ davvero un binomio fragile quello fra le reti e la sicurezza?

Vertiv: rete e sicurezza, un binomio fragile ma indissolubile
Cristian Scarpa, Global VP Customer & Employee Technology & Head of Emea IT di Vertiv

Risponde Cristian Scarpa. Binomio fragile ma indissolubile… come si fa a parlare di reti senza parlare di sicurezza delle reti? Infatti, proprio per poter esistere e fornire il proprio fondamentale servizio una rete deve essere innanzitutto sicura. Una rete è performante solo quando è disponibile e per essere disponibile ed affidabile deve essere sicura, ecco perché alla base della progettazione e gestione di una rete ci deve essere la sicurezza. La sicurezza deve sempre avere un approccio olistico: deve considerare aspetti quali la sicurezza fisica, e cioè la protezione dei dispositivi di rete da manomissioni da parte di male intenzionati, la sicurezza tecnica e logica tramite l’implementazione di prodotti e soluzioni di prevenzione, ma anche di controllo e reazione, ed infine ma non ultimo il capitale umano con comunicazione e formazione che possano ridurre i rischi causati da quello che spesso è l’anello debole della catena.

Alla luce del periodo pandemico, cosa è cambiato in questo binomio?
C.S. E’ cambiato tanto. La protezione perimetrale di una rete tutto d’un tratto è diventata insufficiente, visto che il perimetro da considerare si è esteso alle postazioni da remoto da cui i dipendenti si collegano all’azienda. La sicurezza fisica ha visto l’introduzione di dispositivi che non potevano essere controllati come gli armadi di rete e le sale computer aziendali, e quel fattore umano, che fino a ieri era solo l’utente di una rete gestita da esperti, è diventato co-amministratore di una parte dell’estensione della rete.
Tutto questo, in aggiunta all’aumento esponenziale dell’utilizzo di tecnologie quali le VPN, ha evidenziato come per tante aziende le risorse non fossero sufficienti a gestire questa mole di lavoro da remoto, la topologia della rete non fosse adeguata a permettere un lavoro agile e la sicurezza non fosse più adatta nel considerare questi nuovi fattori. Tante aziende hanno dovuto correre ai ripari facendo investimenti in risorse che permettessero il lavoro da remoto. Mentre precedentemente si era soliti concentrarsi sul “tenere fuori le minacce”, col lavoro da remoto anche i confini di quel “fuori” non sono più così ben delineati. Si è assistito a un vero e proprio cambio di paradigma, che ha spinto le aziende a focalizzare la propria attenzione sulla sicurezza intrinseca del dato e della applicazione anche quando viene trasmessa su reti che potrebbero essere meno sicure.

Quali suggerimenti alle imprese?
C.S. Le aziende dovrebbero mettere la sicurezza informatica al primo posto delle loro priorità e dei loro investimenti. Mai come dopo la pandemia i dispositivi aziendali sono stati così esposti a minacce, tanti computer che non vedevano da anni la luce del sole e che vivevano all’interno di un perimetro di mura “sicure” sono stati esposti all’esterno. Applicazioni disegnate per funzionare in maniera “sicura” all’interno della rete hanno dovuto aprire le proprie porte ad accessi provenienti dall’esterno e da dispositivi che potenzialmente potevano essere compromessi. Bisogna tenere alta la guardia, bisogna investire in infrastruttura sicura per accessi interni ed esterni, bisogna modernizzare le applicazioni, bisogna rendere sicuri i dati anche quando trasportati su reti non sicure, bisogna affidarsi a partner che abbiano un approccio a 360° e bisogna non dimenticare il capitale umano rendendo tutti parte della soluzione per evitare che le minacce prendano forma e possano impattare la continuità e la produttività delle nostre imprese.

Vertiv: rete e sicurezza, un binomio fragile ma indissolubile
Jessica Conti, Field Marketing Manager di Vertiv

Qual è il ruolo del canale in questo frangente?
Risponde Jessica Conti. Il mondo è cambiato e non tornerà più indietro: il lavoro e l’apprendimento a distanza richiedono nuovi livelli di connettività; i meeting virtuali hanno sostituito i classici viaggi di lavoro, garantendoci contemporaneamente una maggiore produttività e un minor impatto ambientale; nel mondo retail la trasformazione digitale è diventata un imperativo, mettendo al centro l’esperienza di acquisto dei clienti dentro e fuori dal negozio; ecc.
Tutto questo rappresenta una grande opportunità di business attraverso il canale: poichè le reti Edge prevedono prodotti e soluzioni comunemente venduti attraverso il canale, i rivenditori IT sono la risorsa principale per i clienti che vogliono implementare siti di edge computing. Man mano che questi siti periferici maturano e diventano più sofisticati, i clienti si rivolgono ai nostri partner di canale non solo per i prodotti, ma per le competenze e le soluzioni edge-ready. Per agevolare i partner in questo processo, la nostra società ha identificato modelli di infrastrutture edge che si applicano a diversi mercati verticali: istruzione, sanità, manifattura, retail, smart city e telecomunicazioni.

Qual è la vostra offerta?
J.C. Le nostre soluzioni integrate edge-ready includono UPS, sistemi di raffreddamento, distribuzione dell’alimentazione e software di monitoraggio remoto. Disponibili in varie configurazioni, sono studiate specificamente per le applicazioni IT edge e sono pre-assemblate in fabbrica. Questo permette una rapida implementazione, prestazioni ottimali e una maggiore efficienza poiché pre-progettate come una soluzione all-in-one. Si tratta di soluzioni più efficienti e performanti, con una maggiore capacità di supportare la rapida crescita dell’IT.
L’efficienza energetica e la sostenibilità sono aree a di attenzione incredibilmente importante per Vertiv: abbiamo investito oltre il 5% del fatturato del 2020 in ricerca e sviluppo con l’obiettivo di progettare soluzioni innovative che siano più efficienti e sostenibili. Per esempio, abbiamo recentemente lanciato una serie di prodotti altamente efficienti come il gruppo di continuità (UPS) Liebert EXM2, il chiller con tecnologia a vite inverter e refrigerante a basso impatto ambientale (GWP – Global Warming Potential) Liebert AFC e l’innovativo Vertiv Liebert EXL S1 UPS con funzionalità Dynamic Grid Support che consente alle aziende altamente energivore di utilizzare gli UPS in modo proattivo al fine di supportare la transizione verso fonti di energia rinnovabile, aiutandole così a soddisfare gli obiettivi di sostenibilità e a ridurre le bollette energetiche.
A livello globale, Vertiv ha lanciato circa 20 nuovi prodotti di canale finora, solo nel 2021, e altre novità sono in arrivo nei prossimi mesi sfruttando innovazioni e tecnologie quali l’AI e il machine learning.