Green economy, fotovoltaico in poche parole, sostenibilità. Questo è il contesto in cui si muove Myenergy, realtà fondata nel 2006 da un gruppo di ingegneri con esperienza nel campo della green economy.
Un tema, quello della sostenibilità, quanto mai di attualità, sia in relazione alla riduzione dell’inquinamento che, prospetticamente, porta a ridurre, sia perché l’energia prodotta sfrutta ciò che la natura ci offre come sole, vento, acqua.
Simone Foti, ceo di Myenergy, racconta a ChannelTech come è nata l’idea e quali prospettive future ha in serbo, dato che di recente la società italiana ha aperto una nuova sede in Spagna.
Come è nata l’idea di Myenergy?
L’idea nasce nel 2005, quando il boom del fotovoltaico in Italia, grazie alle nuove normative, ha offerto la possibilità di avviare un’azienda impegnata al futuro e la sostenibilità. Basti ricordare che nel corso del 2007 sono stati installati in Italia più impianti fotovoltaici che in tutti gli anni precedenti. Fondata nel 2006 da un gruppo di ingegneri con esperienza nel campo della green economy, Myenergy si occupa di progettazione, installazione e collaudo di impianti fotovoltaici, fornisce anche assistenza professionale post-vendita e manutenzione degli interventi effettuati. Allo stesso modo, siamo tra le aziende che offrono servizi di consulenza specializzata nel settore energetico e delle fonti rinnovabili. Fin dalle sue origini, Myenergy è stata orientata al rispetto per l’ambiente.
Efficienza energetica, sviluppo delle fonti rinnovabili, risparmio in nome di soluzioni sostenibili. Quali sono i valori fondanti di Myenergy?
È difficile determinare i valori fondanti di Myenergy. Fin dai suoi primi anni si è comportata come un ente olistico. Il nostro scopo è ricercare, individuare e sviluppare soluzioni sostenibili che puntino all’efficienza energetica, allo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili in Italia e all’estero e, senza dubbio, al risparmio energetico. Il rispetto dei valori di equità e obiettività sono il punto di forza di Myenergy, non solo all’interno del nostro gruppo di lavoro ma anche nei confronti dei clienti.
Da poco avete aperto una filiale in Spagna. Ci può raccontare il progetto?
All’inizio del 2021 abbiamo avviato l’operazione spagnola di Myenergy, con base a Valencia – Comunità Valenciana. Il mercato fotovoltaico spagnolo, con il suo potenziale solare e un robusto contesto normativo, offre un potenziale per lo sviluppo di progetti nel campo dell’energia solare fotovoltaica, soprattutto nel segmento industriale, commerciale e agroindustriale.
Proprio in questi settori stiamo focalizzando la nostra strategia commerciale, lavorando con le diverse modalità di sviluppo dei progetti di autoconsumo. L’idea principale, non lontana dalla controparte italiana, è quella di offrire ai nostri clienti una soluzione integrata “chiavi in mano”. Abbiamo l’ambizione di trasformare Myenergy Spagna in un’azienda di riferimento nell’autoconsumo fotovoltaico a livello nazionale.
Si parla molto di sostenibilità, anche in Europa, ma l’Italia a che punto di trova?
Questo non è un tema da prendere alla leggera. Sia in termini di emissioni di gas serra, sia in termini di quota di energia prodotta da fonti rinnovabili, i dati per il nostro Paese risultano migliori delle medie europee. Si tratta di un buon punto di partenza nell’obiettivo fissato dall’Unione Europea di rendere il continente a emissioni zero entro il 2050. Infatti, nel periodo 2011-2019 i dati mostrano una diminuzione del 19,7%. Tuttavia, c’è molta strada da fare all’interno del nostro paese.
Come si fa a capire se un fornitore è veramente “green”?
Si dice che scegliere un fornitore di energia “pulita” significhi compiere un atto di sensibilità, lungimiranza e responsabilità nei confronti dell’ambiente e del futuro dei bambini. Questa non è affatto un’affermazione errata. A prima vista, forse per molti non è una priorità pensare all’origine dell’energia che stiamo consumando, tuttavia, dovrebbe essere qualcosa su cui riflettere. Come sappiamo, la situazione globale è preoccupante, è assolutamente urgente iniziare a preoccuparsi delle conseguenze per il pianeta del nostro comportamento di fronte all’ambiente. Gli effetti generati dalle energie rinnovabili hanno un’indubbia connotazione positiva. Si tratta di ridurre le emissioni di gas, il più noto dei quali è la CO2, ma si ridurrebbero anche altri gas nocivi così come diminuirebbe la produzione di PM10 e PM2,5. Attualmente la sostituzione di un kWh di energia prodotta da fonti fossili con uno da fonti rinnovabili evita l’emissione di circa 5 kg di CO2 (fonte IPSRA). A prima vista possono sembrare cifre minuscole, ma a lungo termine si parla di tonnellate di CO2 evitate.
Per scegliere un fornitore veramente “green”, i punti più importanti da tenere a mente sono:
- “Gamma di prodotti offerti solo in verde”, indica se le aziende hanno anche offerte per la vendita di fonti fossili
- “B Corp Certification”, identifica le aziende allineate ai più elevati standard di trasparenza, responsabilità sociale e ambientale
- Incentivi e sconti
- Fattura chiara e documentazione ecologica, questo è un requisito importante per essere sicuri che l’energia “acquistata” provenga davvero da fonti rinnovabili.
L’energia rinnovabile costa più di quella tradizionale?
I costi dell’energia pulita sono storicamente più alti rispetto ai combustibili fossili per diversi motivi, uno dei principali è l’intermittenza della produzione. Infatti, la forza del vento o il calore del sole non sono costanti, il che significa che non offrono un identico approvvigionamento energetico durante tutto l’anno. La produzione di energia verde, infatti, non è programmabile, poiché dipende dalle condizioni climatiche.
Per poter immagazzinare la componente energetica, gli impianti necessitano di batterie e sistemi di backup che permettano l’accumulo dell’energia prodotta. Questi sistemi hanno un costo molto elevato, che si aggiunge ai costi necessari per l’adeguamento dell’impianto elettrico e per il trasporto di energia verde.
Oltre a questo elemento, la minore densità energetica prodotta da fonti rinnovabili incide anche sul prezzo finale. Le fonti fossili, infatti, hanno una densità energetica centinaia di volte maggiore rispetto alle proposte green, questo significa che per produrre energia pulita è necessario avere più materiale, elemento che ovviamente incide sul costo finale.
Sebbene il costo dell’energia verde sia stato ridotto negli ultimi anni, il prezzo di generazione per kilowattora di elettricità verde è ancora più alto rispetto alle fonti “tradizionali”. Per superare questa differenza, sarà necessario continuare a investire in tecnologia e processi nei prossimi anni.
Secondo i dati di Terna il 36% del consumo elettrico a settembre 2020 proviene da energie rinnovabili. Un dato che mostra una modesta crescita del 3% annuo. Anche cifre minuscole segnano come siamo sempre più attenti alle nostre scelte, comprese quelle della componente energetica.
Myenergy condivide l’idea che non si tratti di una questione economica ma di responsabilità e impegno per l’ambiente. Investire in fonti energetiche rinnovabili rappresenta un interesse a preservare il futuro. L’energia è la principale fonte di produzione di CO2 nel mondo, quindi non si tratta di guardare ai costi che stanno dietro le fonti di energia, ma di concentrarsi sul futuro che vogliamo avere. La situazione climatica globale ci costringe sempre più a pensare in modo sostenibile e questo è, a lungo termine, decisamente vantaggioso.
Fortunatamente, i costi di produzione di energia pulita continuano a diminuire grazie ai maggiori investimenti in ricerca e sviluppo di questi sistemi di produzione. Sempre più paesi spostano i loro investimenti alla componente verde. A ridurre i costi di produzione della componente elettrica verde non sono solo gli investimenti governativi, ma anche l’aumento della domanda derivante dalla maggiore attenzione delle famiglie al loro impatto sull’ambiente.
Lo smart working, il cloud computing, la pandemia hanno mosso una grande mole di dati e i data center sono stati sotto pressione con un notevole investimento in energia. Come può rispondere Myenergy?
All’interno di Myenergy, lo smartworking ci ha fatto vedere individualmente l’impatto della pandemia sul costo dell’energia. Sebbene il consumo a risentire maggiormente sia quello residenziale dovuto al lavoro da casa, non meno rilevante è il consumo di server che hanno dovuto rimanere in un contesto di utilizzo stressante.
Abbiamo verificato la necessità di ottimizzare i consumi giornalieri. Una soluzione come la nostra, basata direttamente sull’energia pulita, ottenuta durante l’orario di lavoro, offre sin dal primo momento il vantaggio di abbattere i costi a cifre molto convenienti.
Questo momento cruciale ci ha permesso di valorizzare l’unificazione e l’ottimizzazione del lavoro. Puntare sempre di più sugli ambienti digitali e collegare le nostre offerte alla nuova realtà è, senza dubbio, una priorità che abbiamo deciso di affrontare.
Proprio questo modo di procedere ci ha permesso di esportare verso altre realtà imprenditoriali, valutando anche l’impatto energetico che ci sarebbe con lo smartworking e le nuove forme di telelavoro che verranno sicuramente incorporate definitivamente in alcuni settori aziendali.
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