Il nuovo decennio ci ha già dato diverse lezioni. La prima è che le parole “non lasciare mai che una buona crisi vada sprecata” avrebbero potuto essere dette per un’organizzazione di criminali informatici.
La seconda è che il concetto di fiducia digitale (digital trust) sta diventando un imperativo aziendale. Al centro di tutto questo, come sempre, c’è la sicurezza: quella barriera critica tra integrità dei dati e compromissione, componente fondamentale della piramide della fiducia digitale.
Con la pandemia che ha contribuito ad allargare il fronte degli attacchi informatici ai lavoratori da remoto, il numero delle minacce rilevate è salito ulteriormente.
Come risposta, anche la spesa globale in cybersecurity è cresciuta, raggiungendo i 131 miliardi di dollari nel 2020, con le ultime osservazioni di IDC che la proiettano a 143 miliardi entro la fine di quest’anno.
Un altro elemento distintivo di questo periodo è l’accresciuta attenzione su ciò che la trasformazione digitale comporta per l’applicazione ed esecuzione della sicurezza informatica: le aspettative di fiducia degli stakeholder si stanno spostando, o meglio estendendo, dalla nozione di semplice protezione di dati e risorse alla protezione di dipendenti, partner e clienti.
Più concretamente, le piattaforme arricchite da tecnologie di più fornitori e terze parti saranno la fonte principale per sviluppare la sicurezza aziendale.
Le piattaforme integrate di sicurezza dissolveranno la complessità e semplificheranno i task di gestione, in modo tale che le imprese possano focalizzarsi meglio sugli obiettivi strategici piuttosto che sui dettagli di configurazione.
Sfruttare le capacità di sicurezza disponibili, aderire alle normative sulla privacy e sulla protezione dei dati e seguire un modello di governance che si estenda a partner e fornitori rafforzerà il concetto di fiducia digitale come mezzo di differenziazione.
Entro il 2023, il 55% degli investimenti in sicurezza aziendale avverrà su piattaforme e framework unificati.
Tutto questo è in linea con i risultati di una survey mondiale condotta recentemente da IDC in cui si evidenziano, tra le altre cose, le tre principali sfide che i CIO/CISO dovranno affrontare quest’anno per cogliere le aspettative di fiducia digitale degli stakeholder: al primo posto contrastare la maggiore sofisticatezza degli attacchi informatici, al secondo risolvere la crescente complessità normativa e al terzo ridurre la frammentazione delle infrastrutture IT e di sicurezza.
Quindi, dove investiranno in termini di sicurezza le aziende nel corso di questo 2021? Al primo posto nel cercare di massimizzare l’apporto di intelligenza artificiale e analytics nei processi di cybersecurity, al secondo nel migliorare la resilienza digitale e al terzo nel modernizzare l’infrastruttura di sicurezza informatica.
Il 17 giugno, in diretta streaming, si terrà l’edizione 2021 dell’IDC Security Digital Forum. Con la partecipazione di analisti IDC, esperti del settore, leader di aziende italiane e ospiti che porteranno la loro esperienza, l’evento costituirà l’occasione per i CSO, i CIO e i dipartimenti di IT security aziendali per confrontarsi sulle direzioni della moderna gestione del rischio e della sicurezza, coniugando la resilienza con la trasformazione.