La crescita esponenziale nella richiesta di prodotti elettronici, dovuta al lockdown e al conseguente aumento del lavoro da remoto, è una delle principali cause che ha messo in allarme numerosi settori, dall’automotive al manufatturiero, in quanto ha determinato una carenza di chip, necessari per la realizzazione di numerosi prodotti, comportando un concreto rischio di ricadute a cascata: occupazionali, di produttività, di sopravvivenza delle aziende che potrebbero essere devastanti.
Una situazione che potrebbe aggravare un contesto economico globale già provato dalla pandemia, causando ulteriore perdita di produttività (per i fermi della produzione) e di conseguenza un aumento della disoccupazione.
Per questo motivo, molti Paesi, in particolare quelli produttori di apparecchiature elettroniche, sono corsi ai ripari, anche attraverso politiche di prezzo, ma sarebbe forse più efficiente ed anche ecologico, lavorare sul recupero delle materie prime provenienti dai materiali scartati.
Ne abbiamo parlato con Alberto Canni Ferrari, Procuratore Speciale del Consorzio ERP Italia, tra i principali Sistemi Collettivi, senza scopo di lucro, che si fanno carico sull’intero territorio nazionale della gestione a norma dei RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) e dei Rifiuti di Pile e Accumulatori.
“Il corretto riciclo dei materiali provenienti dai RAEE e dei Rifiuti di Pile e accumulatori, oltre a contribuire a migliorare lo stato di salute del pianeta, rappresenta anche un’opportunità. La scarsità di materie prime, che in questo periodo ha mostrato tutte le drammatiche conseguenze che può avere, potrebbe essere compensata da un maggiore recupero dei rifiuti elettronici di cui tutti i Paesi sono ricchi e che non sono in gran parte adeguatamente sfruttati, mentre costituiscono giacimenti preziosissimi di materie prime seconde, ossia riciclate. Inoltre, oltre ad aiutare la supply chain di molti settori, potrebbe anche ridurre di circa l’80% l’energia utilizzata e i gas serra emessi per l’estrazione di materiali primari dalla terra. Il Consorzio ERP Italia – spiega Canni Ferrari – è un soggetto, di cui fanno parte molti Produttori, che assolve agli obblighi di legge per la corretta gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche e di pile, batterie e accumulatori e contribuisce a portare un concreto beneficio all’ambiente ed alla sostenibilità economica del riciclo, perseguendo il principio dell’economia circolare”.
“Per aumentare il recupero delle materie prime occorre svolgere – spiega Canni Ferrari – un’opera di sensibilizzazione più capillare e incisiva sull’opinione pubblica. Bisogna evitare anche che soggetti non autorizzati si inseriscano nel regolare processo di ritiro, stoccaggio e riciclo di questi rifiuti, scongiurando comportamenti scorretti che potrebbero causarne la dispersione nell’ambiente o favorirne il traffico illecito.
In Italia esistono impianti tecnologicamente avanzati che sono in grado di avviare a riciclo praticamente il 90% di un elettrodomestico. Noi come Consorzio ERP Italia recuperiamo di media oltre il 95% di quanto ci viene conferito e non intendiamo fermarci, puntando su ricerca e innovazione in vista di normative che presto obbligheranno commercianti e produttori al ritiro e allo smaltimento di molti altri prodotti, ad esempio i tessuti. Dobbiamo cominciare a prendere coscienza che, operando in questo modo, il vantaggio raddoppia: interveniamo a salvaguardia dell’ecosistema traendo un beneficio economico che può essere consistente. È questa la circolarità che vince”.