I ricavi del canale IT europeo potrebbero crescere a doppia cifra nel secondo trimestre 2021 ma resta l’incertezza sulla logistica dei componenti oltre alle difficoltà sull’approvvigionamento delle materie prime e dell’impennata dei prezzi.
E’ Context ad aver analizzato questo fenomeno e a stilare, successivamente, la realtà dei dati. Fatti alla mano, la tendenza è questa: forte domanda, offerta scarsa. La società di analisi sul mercato dell’IT si spinge a parlare di una crescita del 10% della distribuzione europea nel trimestre che va da aprile a giugno ma l’incertezza della logistica, da un lato e il confronto con i numeri dello scorso anno, dall’altro, fanno anche pensare a una discesa di questa cifra.
Le previsioni di Context per i prossimi tre trimestri sono influenzate dall’andamento della pandemia, che continuerà ad avere un enorme impatto sul canale IT per il resto dell’anno.
La società di analisi di mercato stima, per la distribuzione europea, una crescita del fatturato dell’8% nel secondo trimestre, seguita da un ulteriore 5% nel terzo e dal 5,5% nel quarto trimestre dell’anno. Questa rilevazione fa riferimento al boom di acquisti di portatili e, in generale, di mobile, dovuti al lavoro e alla scuola da remoto che si è avuto nel 2020 appena si entrò nel pieno del periodo pandemico.
Allo stesso tempo, però, la stessa Context stima una ripresa graduale dei desktop, dei progetti infrastrutturali, delle telecomunicazioni che continueranno il loro recente trend di crescita grazie alla masiccia preferenza di device mobili da parte dei consumatori.
Vista da un punto di vista più ottimista, la crescita del secondo trimestre potrebbe attestarsi attorno al 10%, seguita da un 8,5% e dall’8% nel quarto trimestre dell’anno.
Ciò richiederebbe l’allentamento dei problemi della catena di approvvigionamento all’inizio dell’anno, aumentando le vendite di notebook del 5% e nuove partnership che consentano ai distributori di ottenere un’ulteriore quota dell’1% dei ricavi del cloud europeo.
Le previsioni di crescita più ottimistiche sarebbero anche guidate da progetti infrastrutturali accelerati, maggiore crescita delle telecomunicazioni e accessori informatici e categorie AV che registrano prestazioni elevate nonostante i dati positivi dell’anno scorso.
In uno scenario più pessimistico, i problemi della catena di approvvigionamento e la riduzione della domanda di notebook, la crescita ridotta delle telecomunicazioni e le categorie di infrastrutture che perdono terreno per la migrazione al cloud contribuiscono tutti a una crescita inferiore del 7% nel secondo trimestre, del 3% nel terzo e del 4% nel quarto trimestre.
Insomma, gli scenari sono ancora da definire ma c’è uno stato dell’arte. Se allarghiamo lo sguardo verso altri settori produttivi ci si accorge che la carenza di scorte sta mettendo in ginocchio diversi comparti. Si pensi alle case automobilistiche, i produttori di smartphone, televisori ed elettrodomestici, scrive il Financial Times, ripreso da Internazionale.
I problemi nella produzione di processori sono cominciati con l’esplosione della domanda di dispositivi elettronici e le interruzioni del lavoro nelle fabbriche durante la pandemia.
Secondo Internazionale “la crisi si è aggravata anche a causa delle sanzioni statunitensi che coinvolgono alcune grandi aziende tecnologiche cinesi: queste misure hanno reso più difficile la fornitura di componenti essenziali per la fabbricazione di prodotti come le lavatrici o i tostapane“, scrive sulla rivista numero 1407.
Inoltre, i processori disponibili, inoltre, sono spesso convogliati verso i settori che garantiscono margini di guadagno maggiori, come l’alta tecnologia. Tra le aziende più colpite ci sono le sudcoreane Samsung e Lg Electronics, che prevedono ritardi e difficoltà anche nel 2022”, riporta il numero di Internazionale.
Ma i processori, aggiunge Frankfurter Allgemeine Zeitung, non sono gli unici componenti che stanno mettendo in difficoltà l’industria manifatturiera. Secondo l’Istituto per la ricerca economica (Ifo) dell’università di Monaco di Baviera, in Germania, ci sono problemi anche con alcuni metalli, la plastica e una serie di prodotti chimici. In Germania, in particolare, l’Ifo stima che queste difficoltà riguardino il 45% delle aziende manifatturiere. Le più colpite sono quelle che producono articoli di gomma e di plastica, veicoli e strumentazioni elettroniche.
“Come risultato della pandemia, stiamo vedendo più lavoratori remoti investire in apparecchiature per ufficio da casa e datori di lavoro che adattano al posto di lavoro per supportare un nuovo modello ibrido. Questi sono solo alcuni dei motivi per cui prevediamo una crescita impressionante del canale per il resto del 2021, nonostante i forti confronti su base annua“, dice Adam Simon, Managing director di Context Global.
“Due altri fattori che influenzeranno sempre più il mercato con l’avvicinarsi del 2022 sono le preoccupazioni ambientali dei consumatori e degli acquirenti IT B2B e l’enorme fondo di recupero di 1,8 trilioni di euro dell’UE, gran parte del quale sarà speso per il digitale”.