Apparecchiature sanitarie datate e quindi insicure e facilmente aggredibili dagli hacker.
I cybercriminali aumentano la loro forza grazie al fatto che le strutture sanitarie si piegheranno sempre al pagamento di un riscatto pur di scongiurare un dramma a carico dei cittadini.
Oggi più che mai il dramma delle strutture sanitarie si fa ancora più pesante se consideriamo che le stesse sono anche le più bersagliate. ChannelTech ne ha parlato con Trend Micro.
Secondo le ultime indicazioni Clusit, proprio la pandemia ha caratterizzato il 2020 per andamento, modalità e distribuzione degli attacchi secondo gli esperti. Il 10% degli attacchi portati a termine a partire da fine gennaio è stato a tema Covid-19.
In particolare, i cybercriminali hanno sfruttato la situazione di disagio collettivo, nonché di estrema difficoltà vissuta da alcuni settori, come quello della produzione dei presidi di sicurezza (ad esempio, delle mascherine) e della ricerca sanitaria, per colpire le proprie vittime.
Diverse operazioni di spionaggio sono state compiute a danno di organizzazioni di ricerca correlate con lo sviluppo dei vaccini.
Nello specifico settore della sanità, il 55% degli attacchi a tema Covid-19 è stato perpetrato a scopo di cybercrime, ovvero per estorcere denaro; con finalità di “Espionage” e di “Information Warfare” nel 45% dei casi. Sostanzialmente stabili, invece, negli ultimi 12 mesi, gli attacchi globali appartenenti alla categoria Cyber Warfare, la guerra delle informazioni, che costituiscono il 3% del totale.
Matteo Arrigoni, Sales Engineer di Trend Micro, oltre a spiegare queste informazioni, fornisce, in questo video, qualche suggerimento alle aziende sanitarie sulle criticità e sulle attenzioni da mettere in campo e sui prodotti e soluzioni ad hoc.