Una tecnologia flessibile che semplifichi le procedure di spedizione e di logistica nel mondo e-commerce, specie quello fatto di piccole o medie imprese, a costante contatto con il mondo dei corrieri.
Detto fatto. A metà del 2020, in piena pandemia e in piena frenesia di acquisiti online, nasce la startup isendu con l’obiettivo di aiutare le aziende a migliorare la propria esperienza e-commerce. Lando Barbagli e Marco Pericci, coofondatori e, rispettivamente Ceo e Head of Growth della società, sono gli artefici di questo progetto.
“A oggi, la maggior parte degli e-commerce italiani deve fare un’operazione manuale ai fini della spedizione della merce: dall’organizzazione dell’ordine fino alla presa in consegna del corriere, l’attività è un immenso copia incolla dal sito dell’azienda a quello del corriere per la stampa delle etichette. A differenza delle grandi realtà strutturate che hanno gestito questa procedura attraverso le Api dei corrieri integrandole nel loro e-commerce, esistono centinaia di migliaia di realtà che questo non lo fanno”, spiega Barbagli.
Sulla scorta di come fanno i grandi gruppi, isendu si è inventata una tecnologia flessibile che integri corrieri e marketplace. Pensato come un modello di business SaaS (Software-as-a-Service), il target principale di isendu sono le realtà e-commerce B2C e B2B di tutti i settori, tra i quali quelli in grande espansione nel mercato digitale: Food and Beverage, Moda e Abbigliamento, Salute e Benessere.
Grazie a una dashboard, isendu connette i marketplace (come ad esempio Amazon, eBay, Etsy) e le piattaforme e-commerce (Shopify, Magento, WooCommerce e molte altre) con tutti i principali corrieri nazionali e internazionali.
“I clienti pagano una sorta di abbonamento per accedere alla dashboard che consentirà il collegamento con il sistema di lavorazione. Lavoriamo con realtà che fanno dalle 20 alle 3 mila spedizioni al mese e puntiamo ad avere circa 1.200 clienti attivi e paganti entro i prossimi 12 mesi, attualmente ne abbiamo circa 200”, continua Barbagli.
Ante Covid-19, il Ceo della società fa sapere che il bacino potenziale di e-commerce in Europa constava di 1,1 milione di realtà e, secondo il piano industriale di isendu è previsto uno sguardo all’estero anche se prima si vuole raggiungere la platea di clientela prefissata in Italia.
Cosa c’è nel futuro di isendu? Il Covid-19 ha fatto emergere un potenziale dalla logistica, un potere comunicativo importante. Ecco perché Pericci confida di voler rendere automatizzabile la logistica.
“Nel 2020 i nuovi player, le startup e-commerce, i negozi avevano bisogno di comunicare anche attraverso la logistica e vogliamo sfruttare le mail che inviamo ai clienti dei nostri clienti aggiornandoli con momenti di upselling”, conclude l’Head of Growth della società.