Il tema salute, soprattutto in questa fase diventa sempre più strategico per qualsiasi Paese e la gestione efficace dei dati potrebbe diventare un plus. Negli ultimi anni, l’Unione Europea è intervenuta per introdurre aspetti normativi rilevanti, innalzare gli standard di privacy e di regolamentazione, ma non nello sviluppo di credenziali tecnologiche per competere con le altre superpotenze, come la Cina e Stati Uniti.
Con Gaia-X, l’obiettivo è di lavorare per creare un’infrastruttura UE efficace e sovrana in cui i dati possano essere condivisi e archiviati secondo gli standard di protezione europei.
Nel lungo periodo, il Cloud europeo federato potrebbe favorire lo sviluppo anche delle imprese più piccole, in settori che vanno dalla finanza all’energia, e una maggiore tutela dei dati sensibili, tra cui anche quelli legati alla nostra salute, che stanno diventando sempre più importanti.
Il tema salute, soprattutto in questa fase diventa sempre più strategico per qualsiasi Paese e la gestione efficace dei dati potrebbe diventare un plus.
Enrico Mondo, Head of Business Operations and Development di Retelit, ha sottolineato che “siamo in una fase di evoluzione della medicina che, anche grazie ai dati disponibili, potrà rispondere al meglio alle esigenze dei pazienti permettendo ai medici di prendere le decisioni unendo le proprie competenze al patrimonio informativo reso disponibile dai Big Data“.
Occorre però un cambio di passo nella realizzazione di piattaforme evolute oltre che nella disponibilità degli stakeholder di mettere a fattore comune e standardizzare le modalità di raccolta e gestione dei dati. La condivisione di un’infrastruttura tecnologica per progetti specifici in un ambiente sicuro e dedicato consentirebbe di interpolare una quantità maggiore di informazioni, aumentando quindi la rilevanza dei risultati raggiungibili.
“Il percorso di investimento che riunirà i soggetti privati e il sostegno pubblico per sviluppare tali piattaforme non potrà prescindere dalla presenza di un adeguato standard di connettività diffusa sul territorio. Per questo – prosegue Mondo – è necessario accelerare il piano per la copertura delle cosiddette aree bianche e grigie e verificare il rispetto dei piani di investimento degli operatori nelle aree nere. Auspichiamo che i prossimi Bandi favoriscano la partecipazione dell’ecosistema italiano ultrabroadband sotto forma di una pluralità di assegnatari che, in parallelo su aree geografiche distinte, operino facendo leva sulle proprie capacità operative e sulle rispettive specializzazioni. Un continuo confronto costruttivo tra i vari attori, peraltro, aiuterebbe a ottimizzare la qualità degli interventi tramite l’adozione delle rispettive best practices”.
E per ciò che riguarda la Rete Unica, il Manager di Retelit ha sottolineato che il concetto rappresenta una semplificazione forzata, dal momento in cui esistono numerose infrastrutture, con tecnologie diverse e appartenenti a numerosi soggetti.
“Non si potrebbe parlare di Rete Unica come un investimento uniforme su tutto il territorio nazionale – ha detto – perché sarebbe difficilmente sostenibile e anche forse poco adatto alle esigenze del Paese, geograficamente variegato. Inoltre, occorre considerare l’evoluzione della tecnologia come un fattore determinante che può modificare gli scenari e le differenti situazioni nelle varie aree, nonché stimolare la concorrenza tra gli operatori, in particolare nei servizi rivolti alle aziende. Se le condizioni di neutralità tecnologica non verranno assicurate dalla Rete Unica, si potranno verificare limitazioni alla qualità e all’innovazione dei servizi, che deve invece avvenire seguendo dinamiche concorrenziali che premino le scelte maggiormente rispondenti alle esigenze dei mercati di riferimento. Risulta poi evidente che la concorrenza sui servizi nel mercato Wholesale deve essere preservata a vantaggio degli Operatori Retail, e di conseguenza delle aziende e dei consumatori, tramite apposite misure improntate ad assicurare equità nel contesto di mercato. Ma tale risultato può essere raggiunto soltanto se la Rete Unica viene concepita a servizio degli operatori Wholesale e non in concorrenza con gli stessi, spostando dunque il focus sull’infrastruttura passiva e non sui servizi, con la sola eccezione di quelli rivolti al mercato Consumer che sono generalmente standardizzati”, conclude l’Head of Business Operations and Development della società.