Lavorare sulle imprese, ripensarle secondo una nuova luce che la pandemia ci ha mostrato e l’accesso ai fondi europei utili al rilancio e alla digitalizzazione del nostro sistema-Paese. Elena Di Conza, Direttore marketing Passepartout, è certa che la tecnologia giocherà un ruolo fondamentale per la ripartenza, non solo nel processo di trasformazione del settore industriale ma porterà nuovi modelli organizzativi, maggiore efficienza e la possibilità di aprirsi a nuovi mercati.
Com’è stato il 2020 per Passepartout?
Il 2020 è stato indubbiamente un anno diverso. La pandemia globale ha determinato improvvisi e imprevisti cambiamenti nelle nostre vite sotto tanti aspetti, personale, sociale e professionale. Da un punto di vista strettamente professionale, il contagio e le sue conseguenze hanno purtroppo svelato in tutta la sua gravità il ritardo dei processi e dello sviluppo digitale delle nostre imprese, ma ci hanno anche dato l’opportunità di ripensarle, l’occasione per immaginarle di nuovo. In molti hanno avvertito l’urgenza di ancorarsi al digitale per affrontare l’immediato e a noi vendor, in qualità di “generatori di innovazione”, è stato chiesto di intervenire per offrire risposte e soluzioni. Per questo motivo paradossalmente nel 2020 abbiamo sempre lavorato, anzi forse più degli altri anni, abbiamo sviluppato nuovi progetti, nuovi prodotti, abbiamo messo in campo tantissima formazione, soprattutto nel periodo del lockdown, con oltre 18.000 utenti che hanno partecipato ai nostri webinar. Abbiamo lavorato ancora sullo sviluppo di interfacce sempre più semplici da un punto di vista funzionale e dell’usabilità e proposto nuovi moduli e promozioni per favorire l’adozione di strumenti digitali capaci di facilitare il lavoro in mobilità. Per cui il bilancio è sicuramente positivo sia in termini di risultati sia per la soddisfazione dei nostri clienti, che hanno dimostrato di apprezzare il lavoro svolto.
Quali sono stati gli ambiti che hanno performato meglio?
Sicuramente il cloud ha subito nel 2020 una spinta molto forte, le nostre installazioni in cloud hanno registrato lo scorso anno un +23% proprio perché tanti hanno avuto la necessità di poter accedere ai propri programmi e dati anche da casa, di poter lavorare da remoto. L’altro settore che ha subito una spinta molto forte è stato l’e-commerce, per quanto l’Italia sia ancora fanalino di coda in Europa per gli acquisti online, questi sono indubbiamente cresciuti nel 2020 anche nel nostro paese, addirittura con nuove formule come il click&collect o l’e-commerce di prossimità. Di conseguenza è cresciuta anche la richiesta di sviluppare siti e-commerce da parte dei nostri clienti che ha segnato un +25% rispetto all’anno precedente.
Quali sono i servizi che avete offerto alle imprese?
Tra i servizi, come accennavo prima, abbiamo dedicato tantissime risorse alla formazione con 234 corsi e webinar organizzati nell’anno per un totale di oltre 900 ore. Abbiamo voluto essere vicini ai nostri clienti e prospect soprattutto durante il periodo del lockdown, cercando di approfondire gli aspetti normativi dei tanti decreti che si sono succeduti nella prima fase della pandemia (Cura Italia, Liquidità, Rilancio…) ma anche per aiutare il nostro pubblico ad affrontare il tema della digitalizzazione, che oggi è più che mai necessaria.
Che anno sarà il 2021?
In questo clima di incertezza è difficile fare previsioni, per cui dobbiamo necessariamente partire dai dati, analizzando quello che è successo in generale al mercato, ma soprattutto al nostro mercato di riferimento. Come tutti sappiamo le imprese, soprattutto le più piccole, sono quelle che hanno risentito maggiormente di questa crisi, anche se ci sono settori che hanno invece incrementato il loro fatturato, come ad esempio il commercio online o il comparto alimentare. Hanno tenuto sicuramente meglio le imprese più strutturate, anche se alcune di queste si sono viste costrette a far rientrare in Italia i processi produttivi delocalizzati all’estero, ma saranno comunque quelle più agevolate perché avranno la possibilità di fare investimenti che le porteranno a crescere ancora di più. In questo contesto si inserisce il tema dei fondi europei che in parte dovranno essere spesi per la digitalizzazione. Siamo certi che la tecnologia giocherà un ruolo fondamentale per la ripartenza, non solo nel processo di trasformazione del settore industriale ma porterà nuovi modelli organizzativi, maggiore efficienza e la possibilità di aprirsi a nuovi mercati.