Smart working, didattica a distanza sono il toccasana per le vendite di notebook ma si scontra lo scoglio dello shortage. Giambattista Brevi, presidente di Brevi, la società di distribuzione bergamasca che ha scontato i mesi peggiori della pandemia durante il primo lockdown, spiega cosa è successo nel 2020 e le previsioni per quest’anno.
Come è andato il 2020?
Si è trattato sicuramente di un anno che non dimenticheremo mai: a Bergamo, sede dell’azienda, abbiamo vissuto in diretta all’inizio la fase peggiore della pandemia, con la sua scia di dolore, lutti e sofferenze; al tempo stesso abbiamo registrato un volume di richieste senza precedenti, perchè il computer e i dispositivi correlati sono diventati beni “di prima necessità”, facendo salire alle stelle la loro domanda. Questo ha comportato per Brevi un impegno eccezionale: per far fronte alle richieste, per le indispensabili misure di sicurezza che era necessario prendere e per le condizioni di grande criticità in cui ci siamo trovati ad operare. Devo però dire che, proprio nelle difficoltà, l’azienda ha fatto quadrato e ci siamo ritrovati tutti uniti – insieme ai clienti – nel dare una risposta all’altezza della situazione: la sede centrale di Bergamo e tutti i 29 cash&carry della rete Brevi non hanno mai chiuso per un solo giorno; e non abbiamo mai smesso di sostenere il canale e quel bisogno di tecnologia che per tanti italiani era diventata un’esigenza “vitale”. Uno sforzo premiato dai risultati di vendita: al 31/12/2020 abbiamo registrato un fatturato di 202 milioni di euro, in crescita del 12% rispetto all’anno prima. Un risultato che sarebbe stato probabilmente ancora più eclatante se non avessimo dovuto attraversare gravi fasi di shortage, ma reso ancora più significativo da alcuni parametri qualitativi: crescita del prezzo medio di vendita, perdite sul credito prossime allo zero, sviluppo di nuovi clienti. Insomma, un anno di grande soddisfazione, che ci ha ripagato di tanti sacrifici.
Quali sono stati gli ambiti che hanno performato meglio?
Sicuramente lo smart working e la didattica a distanza hanno dato un impulso straordinario alla richiesta di notebook, il prodotto best seller: in Brevi siamo passati dalle 110 mila unità vendute nel 2019 ai 153 mila pezzi dell’anno scorso, con una crescita in valore del 45%. Ma anche i dispositivi funzionali a queste modalità di lavoro e di studio hanno registrato autentiche impennate di vendita, pensiamo a webcam, cuffie con microfono ma anche stampanti, monitor, prodotti per la connettività, per la sicurezza ecc. Ma credo che in generale tutto il settore IT abbia registrato un anno molto vivace.
Quali sono i servizi che avete offerto?
Innanzitutto abbiamo sempre cercato di sostenere i clienti in termini finanziari, un aspetto che per loro poteva farsi delicato, con promo sistematiche che offrivano dilazioni di pagamento fino a 120 giorni. E naturalmente tante promo commerciali, per offrire continuamente opportunità di acquisto. Poi abbiamo fatto in modo di non interrompere mai il flusso di formazione al canale, ovvero i corsi dei vendor organizzati dalla nostra Brevi Academy, spostandoli dalle aule dei nostri cash&carry alle versioni on line tramite webinar. Ma soprattutto il servizio che abbiamo sempre continuato ad offrire, anche nei momenti più critici della pandemia, è stato quello fornito dai nostri cash&carry: una rete di punti vendita sul territorio, con personale qualificato costantemente a disposizione della clientela, in tutte le fasi della relazione commerciale: punti di appoggio ottimali per la gestione del loro business. Il servizio offerto dai cash&carry è sempre stata la leva principale del nostro modello distributivo e crediamo che, in un contesto così complesso ed eccezionale, sia stato un autentico valore aggiunto a disposizione di tutta la clientela.
Che anno sarà il 2021?
Difficile fare previsioni, perché tutto ruota intorno all’evoluzione della situazione sanitaria e alla possibilità di sconfiggere il virus. Una prospettiva agognata da tutti, ma al momento ancora dai contorni nebulosi, nei tempi e nelle modalità. Di sicuro questa prima parte dell’anno ha riproposto serie difficoltà nell’approvvigionamento dei materiali: lo shortage è ancora pesante ed esteso a diverse categorie di prodotto, e pare si protrarrà ancora per il prossimo futuro. Un freno purtroppo potente alle prospettive di crescita del mercato che si erano paventate a fine 2020, a cui si aggiunge naturalmente l’incertezza dello scenario economico generale. Se queste tensioni si allenteranno, credo nel 2021 potrebbero ancora esserci spazi di sviluppo, figli di un 2020 che ha impresso un’accelerazione decisiva alla diffusione della tecnologia ad ogni livello, portandola a rivestire quel ruolo centrale che gli compete per lo sviluppo di una società avanzata. E non a caso la “digitalizzazione” è uno dei punti-cardine nei disegni di crescita del Paese.