Investire in formazione per diffondere la conoscenza della telefonia in cloud facendone capire il valore.
Alcune aziende sono ancorate all’idea della telefonia come di una commodity e sono restie al cambiamento perché pensano che non ce ne sia bisogno, quasi come fossero in una comfort zone.
Ma il 2020 ci ha fatto scoprire una realtà ben diversa e orientata alla necessità del cambiamento.
E’ un po’ questa la mission (non impossibile) di Nfon Italia, azienda che sulla telefonia in cloud non ha mai smesso di credere e di evangelizzare gli imprenditori.
Marco Pasculli, managing director di Nfon Italia, ha rilasciato a ChannelTech questa videointervista in cui, non parla solo di numeri ma anche di cultura verso il nuovo.
Come è andato il 2020? “Anno intenso, non normale, che ci ha visto partire in un mercato dove la percezione della telefonia in cloud era interessante ma non equivalente agli altri paesi europei. Durante il primo lockdown la considerazione è aumentata. La percezione ha reso la telefonia in cloud più conosciuta e accettata e il trend si è accelerato fino a ottobre quando di nuovo il lockdown, sebbene in forma diversa rispetto al primo, ha costretto le aziende ad adottare gli strumenti per il lavoro da casa”, ha detto Pasculli.
Se vero che c’è stata maggiore consapevolezza tra le aziende circa la telefonia in cloud, restano, tuttavia, delle resistenze da parte di alcune aziende perché manca la conoscenza. “Così come in alcune aziende restano dubbi sulla telefonia in cloud, per altri servizi, come per esempio la posta elettronica, questi stessi dubbi sono già stati superati. Le aziende che hanno uno spirito mosso da volontà di innovazione sono anche quelle che intravedono i vantaggi della tecnologia. Stiamo investendo nella formazione del mercato per far capire cosa sia la telefonia in cloud e anche in cultura sui vantaggi che si hanno da sistemi pay per use in un mercato estremamente volatile”, spiega il managing director dell’azienda.