Le aziende dichiarano di non voler ridurre il budget destinato alla formazione tra il 2020 e il 2021. Previsto un aumento degli investimenti per il 35% delle imprese. Per supportare la determinazione degli imprenditori è necessaria continuità da parte delle istituzioni.
La Camera di Commercio Italo-Germanica (AHK Italien) ha realizzato una quick survey rivolta alla business community italiana per identificare i fabbisogni formativi emersi durante l’emergenza sanitaria e delineare le strategie e gli scenari futuri. L’indagine è stata realizzata tra maggio e giugno 2020, in partnership con Cluster COMET e Anitec-Assinform e nel contesto del progetto di cooperazione bilaterale digITALIA.
Alla survey hanno partecipato circa 100 aziende, tra Pmi (55%) e imprese medio-grandi (45%), localizzate principalmente nel Nord e Nord-Est Italia (Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna) e afferenti ai settori della meccanica, della consulenza e formazione, dell’IT-ICT e del manifatturiero.
Nella prima fase dell’emergenza sono mancate in azienda soprattutto competenze in ambito digitale/IT, progettuale-commerciale e le skill di leadership e gestione del rischio e della crisi. Queste ultime risultano decisive anche nelle fasi successive, ma sono le competenze di tipo progettuale e commerciale ad affermarsi come prioritarie: per circa la metà dei rispondenti (48%), infatti, le conoscenze riconducibili agli ambiti project management, marketing, business development e customer service sono fondamentali per strutturare la ripartenza in maniera efficace e dare alle imprese una prospettiva a lungo termine.
La formazione resta un tema prioritario per la ripartenza per oltre il 70% dei rispondenti.
Le aziende partecipanti dichiarano che il budget pianificato per le attività formative resterà sostanzialmente invariato tra il 2020 e il 2021 e nel 35% dei casi è previsto un incremento per il prossimo anno.
È infatti l’83% dei rispondenti a segnalare attività di formazione già previste in azienda entro fine 2020 e per il 2021.
Protagonista del 2020 è la formazione online, definita un ottimo strumento dal 44% delle aziende in quanto importante fattore di flessibilità e risparmio: durante la prima fase dell’emergenza sanitaria, ben l’84% dei rispondenti ha partecipato a corsi online.
La soluzione ideale, per il 60% delle aziende, è rappresentata tuttavia da una formazione di tipo ibrido, che includa sia moduli teorici erogati online, sia lezioni più pratiche e interattive svolte in presenza.
“È molto importante per noi riscontrare che le aziende intendono continuare a investire sulla formazione, uno dei pilastri della nostra mission. Alle imprese servono coraggio e determinazione nel continuare a puntare sul capitale umano in un’ottica di lungo termine, anche in momenti di crisi dove spesso prevalgono scelte orientate al breve periodo. Alla costanza da parte delle aziende deve però affiancarsi continuità nelle scelte politiche: sugli ITS, ad esempio, occorre continuare a puntare con decisione e lungimiranza, all’interno di un piano di ampio respiro che miri al consolidamento del sistema“, ha dichiarato Jörg Buck, Consigliere Delegato della AHK Italien.
Maria Rita Fiasco, Vicepresidente Anitec-Assinform e Coordinatrice del Gruppo di lavoro “Skills per la crescita d’impresa” ha così commentato: “Per uscire da questa crisi economica che ha radici lontane nel tempo, occorre puntare sulla nostra prima ricchezza: le persone. Dobbiamo, cioè, mettere in campo strategie, strumenti e risorse per dotarci delle nuove competenze necessarie a uscire dall’emergenza costruendo basi solide e durature. Servono non solo nuovi investimenti pubblici e privati, ma anche tutte le capacità tecniche e manageriali perché questi possano tradursi in crescita economica e benessere per i cittadini. È positivo che la survey rilevi una rinnovata attenzione delle imprese ai temi delle competenze, in particolare a quelle digitali. Mi auguro, come cittadino, prima ancora che come esponente del settore ICT, che ciò stimoli imprese e istituzioni ad accelerare su questo fronte, perché la trasformazione digitale sta cambiando il nostro modo di vivere, lavorare e fare impresa, creando per tutti i settori nuove opportunità di integrazione a livello europeo”.
“Dalle difficoltà possono nascere nuove opportunità: a causa dell’emergenza COVID-19, i processi di digitalizzazione sono entrati in modo ancora più importante in tutte le nostre attività, non ultimi i processi produttivi e amministrativi delle aziende. In realtà si sono velocizzati processi che comunque sarebbero accaduti, verificandosi in poche settimane anziché in mesi o forse anni. Non possiamo farci sfuggire l’occasione di trasformare la necessità di accelerare la digitalizzazione in un’opportunità di crescita per le nostre imprese e, per fare ciò, è necessario investire adeguate risorse sulla formazione, sulla professionalità e sullo sviluppo di nuove competenze. Le risorse umane sono e resteranno il principale asset delle nostre aziende“, dice Saverio Maisto, Direttore di COMET – Cluster della Metalmeccanica del FVG, un comparto che comprende 3.800 aziende manifatturiere e impiega 58.000 collaboratori.