“Solo grazie a una profonda resilienza le aziende potranno valutare e affrontare al meglio scenari imprevedibili per i quali non è ancora possibile prevedere gli sviluppi futuri“. Così afferma Donato Ceccomancini, Country Manager Infinidat Italia.
La crisi globale causata dall’emergenza da Covid-19 ha influito drasticamente sulle imprese e in particolare sulla loro capacità di affrontare il cambiamento. Nessuno si aspettava, né stimava la portata di questa crisi, che lascia ancora tanti punti interrogativi sul futuro del mercato economico, sia a livello locale sia globale.
A oggi, le previsioni pubblicate sono per lo più approssimative e l’incertezza resta alta: sebbene, infatti, la quarantena sia terminata e molti Paesi abbiano riaperto le frontiere, la maggior parte delle attività viene ancora gestita con grande timore e sono in atto ancora alcune restrizioni. Al momento, però, non è possibile stabilire per quanto questa situazione si protrarrà nel tempo.
La maggior parte delle imprese ha messo in campo tutte le risorse a propria disposizione per riprendersi dai colpi inferti dal lockdown, ma è chi ha imparato velocemente ad adattarsi e a essere più flessibile che si è assicurato un vantaggio competitivo e la tecnologia ha giocato un ruolo importante in questo scenario.
Il concetto di “resilienza” è cambiato
Resilienza è un concetto piuttosto noto nel settore dell’IT, e si riferisce alla capacità di una rete o di una infrastruttura IT di adattarsi ai cambiamenti ed essere in grado di proteggere l’azienda e i relativi clienti da “disastri” o gravi interruzioni di servizio. Un’azienda che ha investito nella resilienza della propria infrastruttura IT sarà in grado di riprendersi rapidamente e continuare a svolgere il proprio lavoro esattamente come prima del “disastro” o dell’interruzione.
Quando si parla di disastro ci si riferisce a incendi, inondazioni, guerre o attacchi informatici e, in ognuno di questi casi, la resilienza è il fattore chiave per rimettere in piedi velocemente l’azienda, consentendole di procedere con la normale routine organizzativa come se il disastro non si fosse mai verificato.
Tuttavia, questo non è stato sufficiente per contrastare la crisi globale causata dal Covid-19, perché non è possibile ristabilire la routine di prima dell’emergenza. Le aziende sono state costrette a modificare le proprie abitudini, e a farlo in fretta, per poter sopravvivere e distinguersi nel mercato. Tornare al periodo precedente alla crisi per molti significherebbe una sicura condanna a morte.
In questi mesi, le aziende hanno dovuto reinventarsi e accelerare le attività digitali. Le imprese di commercio al dettaglio di generi alimentari, ad esempio, hanno dovuto migliorare il sistema di consegna a domicilio e implementare una piattaforma informatica adeguata ad accogliere il significativo incremento della domanda. Allo stesso modo, la maggior parte dei Ministeri come quelli dell’Istruzione, della Sanità, delle Finanze e persino della Difesa, che sono più abituati a cambiamenti radicali, hanno dovuto affrontare una situazione mai vissuta prima, predisponendo che tutte le attività fossero gestite da remoto. Banche, compagnie assicurative e servizi sanitari, invece, hanno dovuto chiudere rapidamente le proprie filiali/sedi di lavoro e organizzarsi al meglio per consentire ai dipendenti di lavorare da casa, mentre commercializzavano i servizi attraverso applicazioni avanzate e servizi online.
Purtroppo, non è ancora possibile prevedere quando l’emergenza da Covid-19 terminerà e quindi è importantissimo fare di tutto per essere pronti a gestire velocemente il cambiamento, trasformando i propri modelli di business. Tutto questo richiede aumento enorme e in tempi brevi dei requisiti IT per un periodo di tempo sconosciuto.
Come fornire nuova resilienza all’azienda?
Per consentire all’azienda di cambiare rapidamente e adattarsi alla realtà in continua evoluzione la parola d’ordine è flessibilità e quest’ultima può esprimersi concretamente in due modi:
Tecnologia on-demand
I provider di tecnologia hanno accolto la richiesta di maggiore flessibilità dei propri clienti, offrendo loro nuovi modelli di servizi e tecnologia on-demand. Nel campo dello storage, ad esempio, ciò consente alle imprese di aumentare e diminuire la capacità disponibile per l’archiviazione dei dati secondo le proprie necessità. In questo modo è possibile avviare progetti e rispondere rapidamente ai cambiamenti del mercato con prodotti innovativi, senza ricorrere a modelli di acquisto costosi e complessi.
La fornitura di capacità di archiviazione on-demand è stata una boccata d’aria fresca per molte aziende, che stanno lottando per rimanere competitive e assicurarsi un futuro sul mercato e che, quindi, non possono permettersi l’implementazione di sistemi storage complessi o ingenti spese per investire sul cloud storage.
Riduzione dell’accessibilità fisica nei data center da parte dei tecnici
La crisi da Covid-19 ha fatto emergere l’importanza di poter limitare il più possibile la presenza fisica all’interno dei data center per le attività di manutenzione ordinaria o straordinaria. Nel campo dello storage, è essenziale ridurre al minimo il numero di volte in cui è necessario accedere fisicamente a un data center ed eseguire operazioni di riparazione di malfunzionamenti. L’elevata ridondanza dell’hardware, a livello di multipli elementi per ogni singolo componente, consente di far fronte a qualsiasi malfunzionamento, senza necessariamente intervenire con emergenza immediata. Cioè, consente di pianificare e posticipare l’intervento quando possibile, in modo che l’azienda non vada in un’emergenza. La tranquillità non ha concorrenza in questi tempi difficili.
“La resilienza deve ora consentire all’azienda, non solo di poter lavorare come prima della crisi, ma di valutare e affrontare al meglio scenari imprevedibili, dei quali non si è ancora in grado di prevedere gli sviluppi futuri. Le imprese che saranno in grado di raggiungere un tale livello di resilienza avranno dalla loro un forte vantaggio competitivo e continueranno ad assicurarsi la flessibilità necessaria per superare i cambiamenti drastici dettati dal mercato. È tempo che tutti i provider tecnologici siano in grado di offrire alle imprese modelli di consumo flessibili per portare garantire maggiore innovazione sul mercato e permettere alle aziende di affrontare la nuova normalità”, spiega Ceccomancini.