Un rapporto che ha visto la prima vendita in Italia a dicembre scorso. Stiamo parlando della collaborazione tra Sangfor e BB Tech Group, annunciata lo scorso febbraio.
Sangfor è sbarcata in Italia due anni e mezzo fa e, per voce di Giuseppe Coppola, country manager di Sangfor in Italia, è un’azienda orientata al valore, 100% canale. Una videointervista a 3. Oltre a Coppola, Sergio Mozzarelli, sales manager di Sangfor e Giampaolo Bombo, amministratore delegato di BB Tech Group in cui hanno fatto il punto di questo loro accordo che, visto il periodo che stiamo vivendo hanno trovato un terreno fertile sia in ambito system integration sia in ambito manifatturiero.
Se, da un lato, la partita si gioca sul terreno della sicurezza, Coppola spiega, infatti, che le tecnologie di Sangfor vanno dalla virtualizzazione, alle soluzioni per il ripristino e la sicurezza dei dati, il networking, la protezione perimetrale e l’ottimizzazione della banda.
Mozzarelli, soffermandosi sul periodo pandemico, afferma che per le aziende il dato deve essere al sicuro ma fruibile. “Sin dal duemila – interviene Mozzarelli – Sangfor ha proposto le sue soluzioni esclusivamente tramite i partner di canale, non per consuetudine ma per la ferma convinzione che realtà come BB Tech Group rappresentano un anello fondamentale nella catena del valore che permette di trasferire con profitto e soddisfazione di tutti gli attori coinvolti, le tecnologie innovative dai vendor agli utenti finali. Ogni cliente Sangfor nel mondo conta sulla consistenza delle soluzioni e soprattutto sulle competenze e sulla prossimità di imprese come BB Tech Group”.
Alla luce del fatto che la partita si gioca sul terreno della sicurezza, come è cambiata la domanda dei clienti? “Prima del Covid – 19 l’offerta di soluzioni, all’inizio della pandemia arrivavano le richieste sulla possibilità di connettersi in sicurezza e VDI e, recentemente, consapevolezza che tutto quanto è avvenuto deve essere al sicuro”, dice Mozzarelli.
“Per parlare del futuro bisogna capire cosa succede oggi”, incalza Bombo. “Si è confuso il concetto di smart working con il concetto di lavoro da remoto. Negli incontri con clienti e partner abbiamo chiarito prima di tutto questa posizione e poi portiamo alla ribalta il concetto di sicurezza perimetrale. Questo perché il dato deve essere sempre disponibile in modalità safety”.