Trasformazione digitale, mobilità e connettività complesse, sicurezza e remote working, protezione dei dati e compliance, oltre a implementazioni cloud, backup e disaster recovery siano solo alcuni degli aspetti cruciali che le PMI hanno la necessità di indirizzare.
Alla luce di questi trend in atto, portati ancor più in primo piano dall’emergenza Covid-19, gli ambiti in cui la piccola media impresa italiana necessita di supporto a livello informatico sono molteplici. Di conseguenza, ancor più numerose sono le sfide che i Managed Service Provider (MSP) sono chiamati ad affrontare, mettendo in campo competenze diversificate e servizi a valore.
C’è voglia di crescita, formazione e condivisione degli MSP italiani: ben il 72% degli MSP dedica un giorno al mese alla formazione (di cui un buon 10% anche un giorno a settimana). Inoltre, il 96% degli MSP partecipa a eventi di settore: un segnale incoraggiante a dimostrazione di un settore in evoluzione e desideroso di crescere in termini di qualità e servizio.
Sono queste alcune delle indicazioni che emergono dal report sullo stato degli MSP in Italia condotto da Achab che anche quest’anno si pone l’obiettivo di interpretare dalla voce diretta dei Managed Service Provider, il focus, le sfide e le previsioni delle aziende che erogano servizi IT per il 2020.
Se le dimensioni della maggior parte delle realtà degli MSP sono contenute, con meno di 100 clienti e contratti di servizio di durata annuale, il report evidenzia che rispetto al 2019, cala il numero di microaziende e aumenta il numero di aziende strutturate, indice che grazie al modello di business MSP, piccole imprese si sono sviluppate. Rispetto allo scorso anno, la ricerca evidenzia che aumentano le aziende che gestiscono oltre 100 clienti e quelle che offrono contratti pluriennali. Un buon 30%, infatti, si trova a dover gestire un parco macchine con 500 o più endpoint, numero critico che richiede un passaggio da una gestione artigianale a una gestione strutturata e organizzata.
Nel delineare i tratti salienti del business dei servizi gestiti, si conferma il focus – oltre l’80% – sulla fornitura di servizi ad aziende di produzione e studi professionali. In particolare, rispetto al 2019, si registra un aumento dei servizi offerti del settore della consulenza (68%) e delle scuole (30%).
“Se focalizzarsi e specializzarsi in un settore può fare la differenza per aumentare l’efficienza operativa, in quanto si tratta di offrire a più clienti lo stesso pacchetto di servizi, al contempo, chi diversifica può tener testa anche in momenti di grave difficoltà in determinati settori e comparti. Un elemento chiave messo in luce dal sondaggio mostra chiaramente che gli MSP, infatti, lavorano indistintamente su tutti i settori merceologici” commenta Andrea Veca, CEO di Achab.
“Si tratta di un vero e proprio trend in atto: dall’analisi emerge che un discreto numero di operatori del settore si sta muovendo verso il modello dei Managed Services Provider, e anzi, diversi si sono mossi da tempo. Si tratta di operatori che forniscono servizi di livello superiore e realizzano quelle economie di scala necessarie per essere competitivi, differenziarsi dalla concorrenza e aumentare il proprio margine avvalendosi di processi, strumenti e tecnologie in grado di aumentare l’efficienza e automatizzare determinate attività”.
Se, da un lato, gli MSP si confermano realtà non di rado legate a un modello di business reattivo (break/fix), dall’altro, più della metà delle aziende basa ormai il proprio business sull’erogazione dei servizi gestiti. In particolare, le risposte raccolte evidenziano che l’assistenza presso i clienti cede sempre più il passo a sistemi di controllo remoto e piattaforme RMM.
Tra i problemi e le sfide principali, i Managed Service Provider che hanno preso parte alla ricerca concordano: oltre al reperimento di validi tecnici (47%), ad aumentare l’efficienza dei processi aziendali (40%), sono soprattutto la mancanza di consapevolezza dei clienti in tema di ransomware e cybersecurity (66%), la difficoltà a differenziarsi sul mercato (49%), e i lunghi tempi di risposta dei fornitori (72%) le criticità principali evidenziate.
Rispetto al 2019, cresce del 20% la percentuale, fra gli MSP che se ne occupano, di aziende che riesce a farsi pagare la gestione dei device mobili. Solo una minoranza di MSP offre servizi di pay-per-print (11%): questo dato, assieme all’aumento dei canoni mensili rispetto al 2019, indica che può trattarsi di un settore da valutare, stringendo collaborazioni e partnership con realtà già consolidate e strutturate che possono erogare il servizio per conto terzi. Anche il fatto che un MSP su quattro offra servizi VoIP indica che è una nicchia non ancora inflazionata con minor concorrenza in termini di servizi gestiti.
La ricerca mette inoltre in evidenza un andamento positivo relativo al 2019: il 57% degli MSP dichiara un aumento del proprio fatturato nell’ultimo anno, e di questi, quasi la metà lo ha incrementato di oltre il 10%. Per il 2020, il 50% prevede una crescita ulteriore del proprio fatturato: “È un segno che conferma un mercato in fermento ed evoluzione, oltre al fatto che i servizi gestiti sono un modello di business che aiuta a crescere anno su anno” conclude Veca.