Nello speciale storage di ChannelTech, ci si è interrogati, in prima battuta, su quali competenze servano oggi a un distributore per essere al passo nell’offerta di soluzioni storage. Lo abbiamo fatto chiedendolo a un vendor, Dell Technologies, che viene ‘distribuito’, tra gli altri da Tech Data.
Secondo Claudio Bacco, MDC Channel Manager Dell Technologies, “la conoscenza delle architetture per la gestione dei dati del prossimo decennio. In particolare oggi, parlare di soluzioni di storage implica quasi sempre dover fare i conti con tutte le tipologie di dato disponibili e dei relativi SLA (livelli di servizio). Questo significa, per il distributore, sviluppare competenze architetturali che comprendano le conoscenze dei workload (carichi applicativi) per poter indirizzare al meglio le soluzioni dei vendor per i propri rivenditori. Lo storage è sempre di più un elemento architetturale di soluzioni multicloud e questo implica la conoscenza delle tipologie e dei benefici degli ambienti multicloud che il distributore deve avere tra le sue competenze”.
A livello di team di professionisti di marketing, sales e pre-sales, risorse per la formazione e per la generazione della domanda, il canale dovrà pur (ri)strutturarsi in qualche modo per far fronte a una domanda di storage che incontra sempre più dati in circolazione e Bacco conviene che oggi i dati sono parte integrante della vita di tutti i giorni.
“Solo lo spostarsi da un luogo all’altro con l’ausilio di un navigatore GPS genera una serie di informazioni che vengono archiviate nel cloud dei principali vendor. La sfida è cogliere tutte le possibilità che questa enorme domanda genera. Il canale, per la sua pervasività e vicinanza ai consumatori di dati, ricopre una posizione privilegiata per cui deve dotarsi sempre di più strutture specializzate nel disegno e nell’offerta di soluzioni appropriate. Il tema della demand generation assume di conseguenza la dimensione di Trusted Advisor: la vendita di soluzioni di storage non finisce con la consegna di un prodotto ma continua col supporto quotidiano, con la formazione sui nuovi prodotti, la presentazione di nuove architetture e l’ottimizzazione dell’infrastruttura. In poche parole, il canale deve evolvere da una modalità reattiva a proattiva in grado di anticipare le mosse del mercato per poter indirizzare verso le soluzioni all’avanguardia più corrette i propri clienti“, afferma Bacco.
Ma esiste un un portafoglio di tecnologie complementari che i partner di canale devono avere oggi per affrontare uno ‘storage moderno’?
“Assolutamente sì”, risponde Bacco. “Lo storage del prossimo decennio utilizza tecnologie basate sull’intelligenza artificiale e sul machine learning per poter gestire meglio, più velocemente e proattivamente le variazioni di carico e di prestazioni che si presentano nel quotidiano. Oggi possiamo programmare e automatizzare il comportamento dello storage attraverso API (application programmable interface) che rendono quindi lo storage sempre più autonomous e permette agli esseri umani di potersi focalizzare sulla gestione del business. Non dimentichiamoci inoltre della protezione delle informazioni presenti all’interno dello storage: in un ottica multicloud, oltre ad avere la certezza del dato dove e quando ne ho bisogno, occorre avere la sicurezza dell’integrità dello stesso, indipendentemente da dove risieda fisicamente. Quindi, in sintesi, occorre che i partner di canale interessati allo storage business si dotino di competenze specifiche nell’ambito del machine learning e AI, delle competenze relative agli ambienti mulicloud, delle competenze di programmazione delle infrastrutture di autonomous storage e non ultimo di competenze tecnologiche riguardo la protezione e conservazione dei dati”.
Infine, quali sono gli strumenti a disposizione dei distributori per portare nuovi partner agli storage vendor?
“Credo che in un contesto di distanziamento sociale, i distributori possano fare leva sulla potenza e flessibilità dei social network e dei grandi canali di comunicazione e divulgazione webinar che con una minima intrusione riescono ad arrivare sullo smartphone e sul pc di ogni cliente. La sfida è dare seguito al momento di comunicazione con campagne di follow up intelligenti e puntuali tese a connettere il vendor con il partner. Workshops interattivi a distanza per metter le mani sul prodotto o sulla soluzione sono ormai diventati la normalità del quotidiano. Il coinvolgimento dello storage vendor diventa automatico pur facendo rimanere il momento un evento organizzato dal distributore. Chiaramente quando ci si incontrerà fisicamente tutti questi eventi virtuali non scompariranno ma saranno complementari alle campagne di formazione e di sensibilizzazioni sulle tematiche della condivisione dei dati, della protezione dei dati e della gestione dei dati che non dimentichiamoci costituiscono il nuovo asset di ogni digital company: Il Data Capital”, conclude Bacco.