Tra Aires e Amazon la battaglia non si placa. Qualche giorno fa, dalla Dataroom di Milena Gabanelli (Corriere della Sera), ospite Davide Rossi, direttore generale di Aires Confcommercio, si è levato (di nuovo) il grido d’allarme contro il colosso delle vendite online.
Rossi, in rappresentanza dei retailer di elettrodomestici specializzati, ha posto l’accento su alcuni punti chiave. “Non è una concorrenza sleale, quella con Amazon, perché rispetta le regole, ma è una concorrenza asimmetrica, perché da un lato i negozi e i loro siti di ecommerce sono assoggettati alla tassazione Iva e ad altre imposizioni, mentre Amazon ha le mani libere. E, soprattutto, Amazon, può sempre vendere ‘a saldo’, riuscendo a lavorare indistintamente in tutto il mondo sottostando alle regole di ogni paese”.
La quota di mercato di Amazon è elevata e crescerà ancora, specie in questo periodo di lockdown dove, in generale, l’e-commerce ha visto un boom. In Italia, dove il canale e-commerce non ha raggiunto ancora i livelli di altri paesi europei, potrebbe favorire una crescita di quota di mercato di Amazon ancora più poderosa, hanno sostenuto Gabanelli e Fabio Savelli, firma del Corriere. Rossi, nell’intervento in Dataroom ha sottolineato: “Amazon ha una doppia veste: è un normale rivenditore che acquista e vende prodotti per un 40% del suo fatturato in Italia mentre il restante 60% arriva dall’essere una piattaforma, un intermediario tra domanda e offerta. Se consideriamo poi che la regolamentazione sulle piattaforme risale a 25 anni fa, è spontaneo notare come siano messi nello stesso calderone le piattaforme di intermediazione, i server e le telecom. Quindi, oggi, chi vende prodotti e chi mette cavi ha la stessa non responsabilità per il loro traffico”.
Gabanelli, per sintetizzare il messaggio di Rossi ha posto un tassello, confermato da Rossi: quelle delle aziende che si appoggiano ad Amazon, vendono attraverso la piattaforma e dopo un anno falliscono senza versare l’Iva.
Dopo questo incontro, la situazione è proseguita non senza che da Amazon si siano fatti sentire. A seguito della pubblicazione di un articolo su Il Corriere della Sera a firma di Milena Gabanelli e Fabio Savelli, dal titolo “Strategia Amazon: ecco come si elimina la concorrenza”, seguito da un intervento al Tgla7 e da una intervista con il Direttore Generale dell’associazione Davide Rossi su Dataroom, Mariangela Marseglia, Country Manager di Amazon, ha inviato una piccata lettera di precisazioni.
In essa si contestano vari punti dell’articolo e, in particolare, la veridicità dei dati comunicati sulla incidenza delle vendite operate da Amazon nel canale online in Italia.
Nella sua replica, Gabanelli ha precisato correttamente che tali dati sono stati forniti dalla Aires; per questo motivo l’Associazione ha confermato che i dati relativi al mercato dell’elettronica di consumo enunciati nell’articolo sono corretti in quanto tratti da una ricerca curata dal Professor Marco Gambaro, docente di Economia della Comunicazione all’Università degli Studi di Milano. Insomma, tra Aires e Amazon scoppia la polemica sul dettaglio del giro d’affari in Italia.
Lo studio “Evoluzione del mercato dell’elettronica di consumo in Italia: analisi sulle asimmetrie concorrenziali e sui rischi per la sostenibilità del settore” è stato presentato, alla presenza della stampa e di rappresentanti delle istituzioni, lo scorso 21 Novembre a Roma in occasione del convegno dal titolo “Oltre la Web Tax”, organizzato da Aires, Ancra Confcommercio ed EuCER Council.
Va peraltro sottolineato che la necessità di stimare le quote di mercato riferite ad Amazon nei vari settori dipende unicamente dal perdurante e ostinato rifiuto dell’azienda a rilasciare informazioni precise in merito al proprio giro d’affari in Italia, limitandosi – come nella lettera odierna – ad asserzioni riportanti dati aggregati e del tutto generici, sottolinea una nota Aires.