Molti forse non lo sanno, ma per far funzionare qualsiasi sistema informatico, 24 ore al giorno, tutti i giorni dell’anno, sia che venga utilizzato per motivi di lavoro che di piacere, serve un datacenter.
In pratica, serve una struttura che raggruppi server, storage, gruppi di continuità e tutte le apparecchiature che consentano di governare i processi, le comunicazioni così come i servizi che supportano qualsiasi funzione aziendale e personale.
Attività come mandare un’e-mail, caricare una foto su cloud, utilizzare App, fare attività di Cyber Intelligence, solo per citarne alcune, non potrebbero avvenire senza un datacenter.
In questo periodo di crisi sanitaria, in particolare, che ci ha costretti a stare a casa e lavorare in remoto o fare lezioni con la maestra a distanza, i datacenter hanno assunto ancora di più notorietà ai non addetti ai lavori, ma in realtà sono molti anni che fanno parte della nostra vita e ormai non solo per archiviare i dati in cloud.
Per capirne di più e soprattutto per conoscerne l’animo green di queste strutture, abbiamo parlato con Alison Gutman, Communication manager di Supernap Italia, il datacenter localizzato a Siziano, alle porte di Milano.
Come funzionano i datacenter?
Letteralmente un datacenter potrebbe essere definito come un Centro dati, ovvero uno spazio fisico composto da server, storage, sicurezza fisica e logica, apparati di rete, cablaggi e armadi, potenza elettrica e sistemi di condizionamento per la gestione dei dati e delle comunicazioni. Da un punto di vista storico, all’inizio questi strumenti erano riposti in magazzini o ambienti pensati per ufficio e, per comodità, vicino all’azienda, ma nello stesso tempo lontano dalle persone per non creare disturbo per il rumore e assicurare nello stesso tempo la corretta temperatura. Col tempo però si sono evoluti e sono nati anche datacenter con ambienti sviluppati sin dall’origine con questo scopo, nei quali quindi spazio, raffreddamento e alimentazione sono stati studiati per rispondere alle esigenze specifiche dei tanti server contenuti in sfilze di armadi rack. Questo ha consentito anche di considerare aspetti di risparmio energetico. Il nostro datacenter, che utilizza la tecnologia brevettata di Switch, è stato uno dei primi ad essere costruito esclusivamente per questa funzione.
Dato per scontato il consumo di energia elettrica, i datacenter dove recuperano l’energia? È possibile utilizzare energia da fonti rinnovabili?
Per far funzionare un datacenter è indubbiamente necessaria energia e a volte anche in grande quantità. In Supernap Italia, come negli altri datacenter Switch, fin da subito abbiamo deciso di usare energia proveniente al 100% da fonti rinnovabili, con garanzia di origine. È stata fatta una scelta di campo, nonostante il prezzo più elevato rispetto a quello per energia tradizionale, ma riteniamo fondamentale dare il nostro piccolo contributo a favore dell’ambiente. Abbiamo stipulato con il nostro fornitore un accordo per garantire energia proveniente al 100% da fonti rinnovabili, 7 giorni su 7, 24h ore al giorno e tutto l’anno e dopo molti anni di operatività possiamo dire che non ci siano mai stati problemi di reperibilità e di fornitura.
I datacenter possono adottare misure per ridurre l’impatto ambientale?
I datacenter di nuova generazione, quelli che utilizzano le tecnologie più innovative, sono sicuramente progettati per ridurre al massimo gli impatti sull’ambiente. Oltre alle fonti di energia rinnovabili, un altro fattore importante è la gestione dell’impianto di raffreddamento, fondamentale per il funzionamento di un datacenter che, con adeguati accorgimenti, consente di ridurre il consumo di energia elettrica. Il datacenter Supernap Italia per esempio, che utilizza i numerosi brevetti Switch, è stato studiato con un sistema di aerazione ad hoc composto da un corridoio caldo, isolato al 100%, che grazie a percorsi dedicati consente di portare il calore in un’area di contenimento separata, il tutto senza dispersioni. Inoltre, è dotato anche di un’unità HVAC a parete esterna, multisistema, progettata per adattarsi alle esigenze di densità di energia e raggiungere i massi livelli di sostenibilità. Questi processi sono gestiti da un BMS (Building Management System), ovvero un sistema di gestione che registra i dati in tempo reale che poi vengono analizzati per trovare ulteriori misure di miglioramento e per ridurre il consumo di energia. Tutto questo, insieme anche ad altre nostre tecnologie, ci aiuta ad arrivare ad un PUE (Power Usage Effectiveness) di circa 1,4, un numero molto basso rispetto ad altri datacenter. PUE è infatti una unità di misura sull’efficienza di un datacenter nell’uso di energia elettrica e viene calcolato dal rapporto tra la potenza totale assorbita dal datacenter e quella usata dai soli apparati IT.
Esistono certificazioni o altre misure che dimostrano il commitment di un datacenter alla sostenibilità?
Sì, le più famose certificazioni sono la ISO14001, per la gestione ambientale, e la ISO50001 per la gestione energetica. Supernap le ha ottenute entrambe già il primo anno di attività. Oltre a queste certificazioni, Supernap partecipa all’European Code of Conduct on Data Centre Energy Efficiency, uno schema indipendente nell’UE che certifica quando un datacenter ha adottato le migliori pratiche di efficienza energetica. Infine, qualsiasi azienda, non solo un datacenter, può dimostrare il suo commitment verso la sostenibilità tramite una comunicazione ufficiale dove evidenzia le misure che prende in merito. La società, per esempio, dichiara nella sua politica integrata che garantisce l’impegno alla protezione dell’ambiente, alla minimizzazione del consumo energetico, all’ottimizzazione dell’efficienza dei processi, alla conformità legislativa in materia ambientale e della gestione dell’energia e alla diffusione della cultura della tutela ambientale e del risparmio energetico.