OVHcloud si cimenta, con un webinar, sulla sicurezza e sulle misure per affrontare i rischi informatici durante il periodo della pandemia. Il lungo periodo di quarantena ha costretto le aziende italiane a ricorrere al lavoro da remoto in una misura sconosciuta e garantirsi una presenza online efficace e sicura, con i responsabili IT impegnati a gestire e sviluppare svariate nuove implementazioni della propria infrastruttura.
OVHcloud, per fronteggiare questi rischi, ha messo in campo una strategia di ampio respiro, rivolta sia alle realtà di grandi dimensioni sia alle Pmi (per queste ultime è stato creato ad hoc un portale di supporto con semplici indicazioni che guidano all’adozione di strumenti di presenza online in massima sicurezza).
All’interno di questa strategia si inquadra il webinar che Marco Scognamiglio, Conformity Manager di OVHcloud, terrà il prossimo 20 maggio dalle ore 16:00 alle 17:00 e che si focalizzerà su:
- I principali attacchi e rischi informatici associati all’infrastruttura IT
- Come sviluppare misure di sicurezza per ridurre al minimo i rischi
- Strategie per aumentare i pilastri della resilienza nei servizi cloud, come l’applicazione di un DRP (Disaster Recovery Plan).
Tra le conseguenze dello scenario in cui ci si è trovati ad operare anche la necessità rendere queste attività sicure, al riparo da cybercriminali. Una volontà di mitigare i rischi associati alla Cybersecurity che si confronta con una mole di attacchi e una diffusione di programmi e siti dannosi che non accenna a diminuire.
Secondo Unit 42 negli ultimi due mesi sono stati creati, in media, oltre 1700 nuovi domini malevoli legati al Covid-19 ogni giorno, per un totale di oltre 100 mila siti che potenzialmente esporrebbero gli utenti che li visitano a infezioni da malware, tentativi di phishing o di attacchi command & control. Nella classifica riguardante la creazione di siti truffaldini l’Italia si trova posizionata in un poco edificante secondo posto dopo gli USA.
Allo stesso tempo Capterra ha condotto una survey su telelavoratori delle Pmi, che ha evidenziato come il 37% degli intervistati sia stato vittima di attacchi di phishing nel corso degli ultimi 3 mesi, con un 15% legato esplicitamente a campagne a tema Covid-19 avvenute nell’ultimo periodo. Considerando che la maggior parte di questi lavoratori ha utilizzato un computer personale per svolgere il proprio lavoro, è lecito presupporre che molti dati aziendali siano stati esposti a rischi.