“È facile prevedere che, nel medio periodo, il Digital Officer avrà un ruolo sempre più centrale nell’organizzazione aziendale, raffigurabile come uno dei consiglieri principali degli imprenditori e/o amministratori delegati, il suo braccio destro, che presidierà anche ai Consigli di Amministrazione e nelle riunioni più strategiche. In futuro non avremo più bisogno di Digital Officer perché, ogni Dirigente sarà a sua volta un vero Digital Officer”. A parlarne è Jacopo Mele, managing partner della divisione yourDIGITAL di YOURGroup, realtà italiana di advisory operativa C-Level, guidata da Andrea Pietrini e prima ad aver introdotto nel nostro Paese il concetto di Fractional Executive.
Cambierà tutto! È il mantra che sentiamo ripetere dall’avvio dell’emergenza Covid-19.
La digital transformation sta cambiando(ci)
La forzata permanenza a casa, le restrizioni alla vita sociale e la chiusura di molte attività produttive e professionali ha reso manifesto ciò che evidente era anche prima. Ci siamo accorti di quanto sia essenziale poter contare sul supporto della digitalizzazione diffusa, e di una infrastruttura adeguata a sostenerla, per proseguire molte funzioni che prima erano gestite prevalentemente in analogico.
Se è vero che l’interazione umana dovrà esserci sempre è altrettando certo che il mondo aziendale abbia preso coscienza della necessità di procedere a passi forzati verso la transizione tecnologica.
Le soluzioni e le modalità di lavoro, nel corso delle ultime settimane, sono state travolte da una rivoluzione annunciata, quella dello smart working. A cascata si è trascinata dietro altre mutazioni digitali, come l’implementazione dei digital workplace, ovvero la versione 4.0 delle intranet aziendali a cui si collegano i sistemi di formazione a distanza e di digital learning.
Si tratta di piattaforme attraverso le quali le organizzazioni possono continuare a garantire una sufficiente continuità e produttività del lavoro, anche in presenza di criticità, nonché la qualità dell’employee experience, parallelamente al cambiamento di abitudini nel privato come in azienda, che si tratti di affrontare un’emergenza o meno.
La digital transaction alla porta degli amministratori delegati
Da oggi in poi la frontiera è quella dell’innovazione dei modelli strutturali all’interno delle organizzazioni aziendali facilitando, attraverso nuovi supporti digitali, l’autonomia e l’agilità dei collaboratori e la comunicazione tra funzioni aziendali, basandosi sul principio della responsabilizzazione del dipendente nel condurre il lavoro in autonomia.
Oltretutto, gli strumenti digitali agevolano la diffusione di valori aziendali, una maggiore personalizzazione e la motivazione dei collaboratori, fondamentale per la competitività dell’azienda. Introducendo, contestualmente, sistemi di Digital Transaction Management e di gestione documentale, integrati con i processi di firma elettronica e digitale, è possibile inoltre creare, scambiare e firmare i documenti, garantendone la validità giuridica.
Tramite la definizione e gestione di flussi e prassi approvative alternative, e digitali, dei documenti, si può agevolare la condivisione operativa tra colleghi, anche in frangenti di limitazioni operative.
Ma perché questo sia possibile è necessario, ancora una volta, che i processi aziendali interni ed esterni siano digitalizzati, adottando soluzioni che velocizzino i processi lavorativi. La digital transformation è trasversale a tutta l’azienda e il Digital Officer se ne è reso conto tanto da poter diventare il braccio destro di molti amministratori delegati. Questo comporta un salto di qualità generalizzato, sostenuto da una disponibilità di dispositivi, da una uniformità di sistemi che consentano un dialogo tecnologico agevole tra le varie funzioni aziendali e, non ultimo, un programma formativo a tutti i livelli.
Il Digital Officer implementerà piani di transizione all’era digitale
“Siamo di fronte ad una svolta aziendale improrogabile, alimentata dalla constatazione che le aziende hanno imparato da questa circostanza, che la tecnologia è un formidabile volano di efficientamento e di evoluzione del business e che è applicabile a tutte le funzioni aziendali. Senza dimenticare, che nessuna azienda si potrà permette in futuro di subire cadute di operatività in corrispondenza di emergenze di natura diversificata come questa che stiamo vivendo”, sottolinea Mele.
“Occorrerà rivedere il cronoprogramma di implementazione di molti piani di aggiornamento tecnologico che le aziende avevano predisposto anche prima dell’emergenza sanitaria. Ciò comporterà tre fronti di azione. Il primo riguarda la cultura organizzativa, sarà fondamentale allenare la capacità di adattamento, nuove metodologie, maggiore disciplina unita alla grande responsabilizzazione delle persone, che dovranno acquisire un enorme capacità di relazionarsi con team trasversali ed in remoto. Il secondo impone di considerare l’attivazione di sistemi di cybersecurity sempre più affidabili e stabili così da garantire una protezione dei dati puntuale. Dall’altro canto, come è facile prefigurare, andranno ripensati i processi e previsti momenti di formazione diffusa e approfondita. La digitalizzazione sarà un asset non solo strutturale, ma soprattutto metodologico e d’approccio all’evoluzione del business”, afferma Mele. “Ciò riguarderà il futuro di realtà imprenditoriali grandi ma anche medio-piccole, che potranno decidere di introdurre anche temporaneamente figure manageriali in grado di implementare piani di transizione all’era digitale. Il gap tecnologico e culturale è elevato per le aziende italiane, in particolare le Pmi, solo con l’introduzione in azienda di figure con esperienze significative nella digital economy sarà possibile iniziare a colmarlo”.