Tempo di bilancio per il Gruppo Esprinet. L’utile netto 2019 del gruppo è stato di 23 milioni di euro con un aumento del 66% rispetto al 2018. A causa dell’emergenza sanitaria Covid-19 la società ha proposto, in via prudenziale, la destinazione a riserva dell’intero risultato d’esercizio.
Il Gruppo si troverà ad affrontare, per quest’anno, un periodo di ombre e luci. E’ anche per questo motivo che l’utile 2019 di Gruppo Esprinet è stato imputato a riserva. La carenza di fornitura di alcuni prodotti dovuta alla riduzione di capacità dei fornitori maggiormente dipendenti da stabilimenti produttivi insediati in aree, come Cina e Corea del Sud, che hanno subito un forte impatto per via delle misure restrittive adottate per il contenimento del coronavirus.
Questa situazione è in via di graduale normalizzazione e per il corrente mese di aprile si assume che le fabbriche possano cominciare a lavorare a pieno regime.
L’utile 2019 e la decisione di imputarlo a riserva in via prudenziale
Per l’anno in corso il Gruppo prevede che l’emergenza sanitaria possa determinare un crollo dei tassi di crescita delle economie sia in Italia che in Spagna e che questo andamento si traduca in una riduzione dei volumi di attività del Gruppo.
- In questo ambito sono state attivate e pianificate una serie di azioni mirate a contenere l’impatto del Covid-19:
sono state avviate alcune azioni di contenimento dei costi ed in particolare di quelli fissi e semi-fissi (locazioni, trasporti, spese generali); - sono state attivate una serie di misure per una gestione ottimale del capitale circolante in particolare mediante la richiesta di ulteriori dilazioni di pagamento ai principali fornitori;
- si è deciso di non proporre alcuna distribuzione di dividendi 2020 all’assemblea dei soci ed è stato revocato il piano di buy-back approvato lo scorso 8 maggio 2019 (Utile 2019 di Gruppo Esprinet imputato a riserva);
- sono state intraprese alcune azioni di rafforzamento della struttura finanziaria in particolare attraverso l’utilizzo della Linea Revolving in pool per 152,5 milioni di euro.
“In una situazione caratterizzata da forti incertezze sugli effetti negativi della pandemia e su tempi e modi di risoluzione della crisi, è davvero arduo fornire delle previsioni attendibili sugli andamenti futuri del Gruppo. Tuttavia – come afferma la nota rilasciata dalla società – sulla base delle simulazioni condotte si può prevedere una contrazione della redditività operativa rispetto a quella ipotizzabile prima dello scoppio della pandemia, per effetto di aspettative di crescita dei ricavi dei prossimi due trimestri inferiori rispetto al trend annuo. Per quanto riguarda gli effetti sulla situazione patrimoniale e finanziaria si ritiene invece che, al momento, non esistano elementi informativi sufficienti, in particolare in ordine al deterioramento del grado di solvibilità della clientela, che possano consentire una stima attendibile”.
Le forniture dalla Cina e il lock-down del Gruppo Esprinet
Mentre in Cina le attività produttive sono gradualmente ripartite, contrariamente a quanto sta accadendo in Italia e in Europa, dove si registra un forte rallentamento dovuto alle misure di limitazione dei movimenti delle persone e di blocco delle attività produttive disposte dai singoli governi nazionali al fine di contenere la diffusione dell’epidemia.
Nel corso del periodo di lock-down il Gruppo Esprinet ha continuato ad operare grazie all’attivazione dei necessari presidi di “business continuity” attraverso l’estensione dello smartworking al 100% della popolazione aziendale non operante nei magazzini ed al rispetto rigoroso dei protocolli sanitari atti a preservare la salute e la sicurezza di dipendenti e collaboratori, il che ha consentito di mitigare parzialmente gli effetti del Covid-19.
Le misure di protezione e tutela della salute dei lavoratori indicate nel protocollo Imprese-Sindacati, con riferimento ai dipendenti operanti nella logistica centralizzata e nei cash&carry Esprivillage, sono state prontamente e adeguatamente implementate sia in Italia che in Spagna.
Anche la filiera cui il Gruppo appartiene, quella della produzione, distribuzione e commercializzazione di ICT in Italia e Spagna, non ha subito particolari interruzioni in conseguenza delle misure restrittive.
Il commento del ceo sull’andamento e sul risultato d’esercizio
Riportiamo le dichiarazioni esposte nella nota dal ceo di Esprinet, Alessandro Cattani, che fa ben capire l’andamento 2019 e le decisioni per il 2020. “Chiudiamo il 2019 con eccellenti risultati economici e con una struttura patrimoniale solida. Il Gruppo ha mantenuto la piena operatività in tutto il periodo di lock-down grazie alle procedure di smartworking avviate negli ultimi due anni ed ai forti presidi tecnologici ed operativi sviluppati nel tempo. Operando all’insegna della massima tutela dei propri dipendenti in una filiera strategica per il funzionamento delle nazioni in cui è attivo, il Gruppo è ottimamente posizionato per gestire questo periodo di crisi ma anche per cogliere le eventuali opportunità di crescita di medio-lungo termine, sia per linee interne che tramite acquisizioni.
Il 2019 evidenzia un miglioramento strutturale dei principali indicatori di performance individuati dal Gruppo e sintetizzati dal ROCE. L’EBIT è pari a 41,1 milioni di euro, pari all’EBIT corrente 2018 e +73% rispetto all’EBIT 2018 che scontava tuttavia oneri non ricorrenti per 17,2 milioni di euro. Il Cash Conversion Cycle evidenzia un continuo trend di miglioramento e chiude a 23 giorni, con una riduzione netta di 11 giorni rispetto al picco di inizio 2018 e registrando il migliore risultato degli ultimi 16 trimestri. Il ROCE (Return on Capital Employed) si attesta al 9,8% (9,4% nel 2018) mantenendosi nel corso dell’intero esercizio al di sopra del costo medio ponderato del capitale stimato pari all’8%”. “L’esercizio si chiude con un utile netto pari a 23,6 milioni di euro, in crescita del 66% rispetto al 2018; in ottica prudenziale, dopo 20 anni consecutivi di generazione di utili e distribuzione di dividendi, proponiamo la destinazione di tutto il risultato d’esercizio a riserva e al contempo chiudiamo i programmi di buy-back.
Il Gruppo – continua Cattani – ha da tempo adottato una politica di gestione del rischio di liquidità molto conservativa, improntata alla massima prudenza nella pianificazione dei flussi di tesoreria e sul costante ricorso a fonti “committed” anche per il finanziamento di almeno parte del capitale circolante. La Posizione Finanziaria Netta al 31 dicembre 2019, positiva per 272,3 milioni di euro, segna un miglioramento rispetto al 31 dicembre 2018 (positiva per 241,0 milioni di euro).
Persone, procedure, solidità finanziaria, appartenenza ad una filiera strategica come quella dell’IT sono elementi distintivi che ci fanno guardare con fiducia al lungo periodo”.