Un 2019 che ha messo a segno un più 22% di fatturato e un incremento di personale. Centro Computer fa sapere, per voce di Roberto Vicenzi, vicepresidente, che “in 36 anni di storia, lo scorso è stato il miglior anno per redditività. Inoltre, incremento del 26% di box venduti e 76% in più di desktop venduti, forse a causa di aggiornamenti di mercato o per la definitiva chiusura degli aggiornamenti a Windows 7”.
Centro Computer: il coronavirus spingerà gli investimenti in smartworking
Un fatturato on premise compensato dalla crescita dei servizi cloud anche se per Vicenzi la logica dell’ibrido sarà la formula vincente nelle aziende, la quasi normalità, sostiene. “Dobbiamo incrementare il volume di fatturato, è un po’ impegnativo anche perchè oggi con il cloud gli investimenti on premise sono un punto interrogativo. I clienti non smettono di fare aggiornamenti on premise ma, a livello quantitativo, sono sempre di più coloro che investono in cloud. Si pensi alla sicurezza mail o alla posta elettronica, ci si sposta sempre di più in cloud. E per aumentare il fatturato on premise dobbiamo acquisire nuovi clienti”.
Sul fronte delle manutenzioni, specie quelle hardware, Vicenzi fa sapere che stanno pian piano riducendo a favore dei vendor. “Noi vendiamo la manutenzione hardware e i vendor – dice – compriamo il servizio e lo rivendiamo al cliente”.
Centro Computer: il coronavirus spingerà gli investimenti in smartworking
Una maggiore attenzione su Nutanix per l’iperconvergenza e solida strategia con Veeam in ambito backup, senza dimenticare Vmware, Vicenzi ci fa una carrellata dei vendor con cui lavora. Diventare partner gold di Hpe è ancora complicato, sottolinea Vicenzi, ma non dispera, forte del fatto che oggi, grazie a Microsoft e Azure, completa quasi in toto la sua strategia cloud.
Centro Computer: il coronavirus spingerà gli investimenti in smartworking
Sul fronte delle novità, Vicenzi vede crescere l’IoT, l’artificial intelligence, la business intelligence come tecnologie interessanti. Infine un accenno al periodo che stiamo vivendo e al fatto che, chi può e chi ha ricevuto il permesso, possa lavorare in modalità smartworking.
“Il fatto che oggi si parla tanto di questa modalità di lavoro, che noi cavalchiamo da almeno quattro anni, mi fa supporre che ci sarà un aumento di richiesta di tecnologia da parte delle aziende per attuare lo smartworking. Chi oggi era ancora scettico e ha dovuto scontrarsi con l’attualità, rifletterà sul tipo di tecnologia che necessita e, per farla, avrà bisogno di una adeguata infrastruttura che permetta alle aziende di fare smartworking senza problemi”.