Partito come una piccola rivoluzione, il cloud computing si è evoluto negli ultimi anni un attore strategico fondamentale per lo sviluppo non solo del business e del tessuto economico di interi Paesi. Dal lancio dei primi player alla nascita della prima piattaforma cloud open source, l’ultimo decennio è stato caratterizzato da straordinarie innovazioni che hanno trasformato per sempre l’adozione dell’IT. Ponendo l’accento sulla centralità dei dati, il cloud rappresenta il nuovo oro nero senza il quale nulla sarebbe possibile.
Questo primo scorcio del 2020 segna l’inizio di una nuova era. Un’era in cui le aziende intendono rivestire un ruolo più decisivo nell’offerta cloud che è alla loro portata, influenzando anche i modelli di business, al fine di utilizzarne i dati al meglio. Anche se è difficile, se non addirittura impossibile, immaginare come saranno i prossimi dieci anni, possiamo prevedere comunque alcune tendenze per il 2020:
Il cloud ibrido continuerà ad attrarre le imprese …
L’interesse per il cloud ibrido è cresciuto notevolmente nel 2019. Le aziende si trovano ad affrontare un numero crescente di sfide e, per poterle affrontare, molte di esse hanno utilizzato il cloud ibrido. Tuttavia, l’adozione di un cloud ibrido non risolve tutti i problemi. Gli investimenti per l’utilizzo intensivo del cloud pubblico sono significativi e la necessità di controllo dei dati e della loro sicurezza è più che mai critica.
In questo contesto stiamo assistendo a un aumento delle aziende che si allontanano da un’offerta esclusiva di cloud pubblico per rimpatriare parte dei loro dati nel cloud privato. I servizi di hosting di private cloud saranno sempre più adottati dalle aziende, che potranno così beneficiare del meglio di entrambi i mondi: un maggiore controllo dei costi e un livello di sicurezza più elevato, il tutto con l’elasticità e la scalabilità del cloud. Secondo il Nutanix Cloud Enterprise Index, il 92% dei responsabili IT afferma che questo tipo di infrastruttura soddisfa al meglio le proprie esigenze.
… e prefigura l’avvento del multi-cloud
Erede del cloud ibrido, ma con un ulteriore passo avanti, il multi-cloud è una soluzione che combina cloud privato con uno o più servizi cloud pubblici, grazie a un software proprietario che consente la comunicazione tra ciascun servizio, ognuno dedicato a diversi casi d’uso.
Sulla base dell’osservazione che nessun cloud è competitivo oggi su tutte le soluzioni, le aziende trovano nel multi-cloud una promessa di eccellenza: selezionare le migliori soluzioni di tutta l’offerta cloud disponibile per comporre un unico e uniforme ambiente applicativo, di cui tutti i componenti sono interdipendenti. Un’azienda può infatti scegliere un provider per ospitare il proprio database, scegliere un secondo partner per operazioni di calcolo e sfruttarne un terzo per l’archivio, organizzando il tutto attraverso un’architettura multi-cloud. Poiché le applicazioni sono sempre meno rigide i loro componenti comunicano in modo più semplice ed è anche per questo motivo che il multi-cloud avrà ancora un futuro brillante davanti a sé.
Il cloud è il nuovo oro nero senza il quale nulla sarebbe possibile
Mentre il 2019 ha visto un calo dei budget destinati al cloud, il 2020 dovrebbe vedere una ripresa degli investimenti – in aumento del 6,9% all’anno, raggiungendo un importo di 90,9 miliardi di dollari in 2023 secondo le previsioni IDC – sia nel cloud pubblico che in quello privato. Inizialmente considerate soluzioni periferiche, le funzioni di automazione sono state le prime a svilupparsi grazie all’aumento della containerizzazione, offrendo una portabilità più semplice e veloce. Le funzioni di orchestrazione oggi sono al centro delle strategie aziendali, al fine di controllare meglio il traffico e adattare i costi ai consumi e ai bisogni reali.
Kubernetes è diventata la tecnologia di orchestrazione predefinita. L’obiettivo è avere applicazioni in grado di comunicare in modo nativo e richiedere risorse in tempo reale, distribuire volumi e orchestrare tutto in base alle esigenze dell’applicazione, al contratto e/o ai parametri forniti dall’operatore. Nel cloud privato gli investimenti associati al monitoraggio dei dati e alle funzioni di osservabilità saranno rafforzati, consentendo una comprensione più dettagliata dell’attività dell’infrastruttura, in particolare grazie alle applicazioni di Machine Learning e AI.
Il cloud è il nuovo oro nero senza il quale nulla sarebbe possibile
In precedenza, le soluzioni di sicurezza dei dati si concentravano sull’archiviazione o sulla rete. Ad esempio, se si volevano memorizzare le chiavi di cifratura in modo sicuro, si doveva utilizzare un HSM (Hardware Security Module), una soluzione monolitica piuttosto incompatibile con l’idea del cloud. La possibilità di proteggere i dati durante l’uso, chiamata “confidential computing”, è un grande passo avanti.
Sempre più processori incorporeranno questa funzionalità, che sarà quindi sempre più presente nelle infrastrutture. OVHcloud è stato uno dei primi ad offrire una gamma di bare metal che integra e fornisce API per il noleggio di server che integrano questa capacità di Confidential Computing. Ad esempio, abbiamo già partner che, utilizzando questi server, forniscono funzionalità di gestione chiave. È quindi ora possibile, in questi server, memorizzare ed eseguire tutti o parte dei programmi che devono essere sicuri end -to – end, migliorando notevolmente la sicurezza della codifica dei dati e quindi di interi sistemi. La codifica dei dati sarà più facilmente disponibile, sia che i dati siano in transito sia memorizzati, migliorando la sicurezza dei dati.
Una domanda sempre più orientata verso una localizzazione territoriale
L’attuazione delle normative sulla gestione dei dati, la crescente importanza della questione nell’opinione pubblica … le imprese sono diventate consapevoli della natura strategica della sovranità sui dati per la loro attività. La questione del quadro giuridico per i dati va oltre la portata dei soli fornitori di cloud e riguarda anche le aziende che beneficiano di soluzioni cloud. A riprova di ciò, alla fine del 2019, sono emerse iniziative nazionali ed europee per l’implementazione di un cloud europeo, come ad esempio il progetto Gaia-X in Germania.
Non sarebbe quindi sorprendente se, a partire dal 2020, gli attori privati e, più marcatamente, gli attori pubblici, scegliessero maggiormente gli host europei rispetto a quelli americani o cinesi. Dovremmo osservare lo sviluppo di nuovi progetti collaborativi che permettano la costruzione di alternative locali, rese possibili dalla consapevolezza collettiva degli attori europei della loro capacità di fornire un’offerta cloud rilevante.
Molte altre questioni avrebbero potuto essere trattate in questa sede, come l’open source, la blockchain, l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico, o anche applicazioni legate alla smart city, ai veicoli autonomo o alla salute connessa. Queste tecnologie e campi di applicazione richiedono l’archiviazione, il traffico e l’elaborazione di una notevole quantità di dati, a volte molto grandi. E consideriamo che è solo l’inizio. In ogni caso, una cosa è certa: la società si sta evolvendo, e il cloud continuerà ad evolversi con essa, per sostenerla sempre meglio.
a cura di Alain Fiocco, EVP Chief Technology Officer di OVHcloud