Achab, con Webroot, porta l’intelligenza artificiale a combattere il crimine. L’intelligenza artificiale è un ‘toccasana’ nell’individuare comportamenti anomali senza essere direttamente informati sul dettaglio del comportamento stesso.
Ne è convinto Alessio Urban, Tech Support Manager di Achab, sentito in relazione alla diffusione di antivirus, ransomware, ecc. Soprattutto è l’abbinata con Webroot, che da sempre ha macinato risultati in casa di entrambe le società.
E, infatti, qualche mese fa, Achab spiegava che proprio Webroot, tra le proprie caratteristiche, ha in testa le prime soluzioni a utilizzare il machine learning per la sicurezza informatica, avvalendosi di cloud e intelligenza artificiale per proteggere la cybersecurity delle Pmi.
Achab: con Webroot porta l’intelligenza artificiale a combattere il crimine
Infatti se il ransomware è al primo posto in Italia per numero di infezioni, secondo il Rapporto Clusit, il malware resta il vettore di attacco preferito dai criminali informatici con un aumento del 31% rispetto allo scorso anno, assieme alla crescita sostanziale (+ 47%) di attacchi sconosciuti. In questo scenario, potenti meccanismi di machine learning sfruttano una elaborata rete neurale per individuare gli attacchi in tempo reale e mettere in sicurezza i sistemi IT.
Il vero vantaggio che deriva dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale e del machine learning a supporto della sicurezza informatica consiste nella quantità illimitata di dati che tale tecnologia può sfruttare e analizzare: grazie alla quantità pressoché infinita di dati relativi a programmi dannosi, il machine learning può nutrire costantemente i propri modelli per individuare nuovi virus, mettendo così al sicuro i sistemi IT anche da minacce zero-day e varianti particolari di malware.
Alla base di Webroot vi è un enorme sistema di machine learning, costantemente nutrito dallo storico degli attacchi e delle minacce informatiche degli ultimi 20 anni a livello globale e dagli stessi utenti Webroot che, utilizzando normalmente il programma, trasmettono informazioni sulle minacce informatiche, oltre che da uno stuolo di ricercatori al lavoro per eliminare i falsi positivi e migliorare costantemente gli algoritmi di apprendimento.
Achab: con Webroot porta l’intelligenza artificiale a combattere il crimine
“Achab fa scouting tecnologico per affrontare tutto questo – dice Urban –quando abbiamo iniziato a distribuire Webroot non era così noto il brand, ma lo era sia dal punto di vista tecnologico (grazie all’uso primordiale dell’intelligenza artificiale) sia economico. Webroot – continua – scambia dati in tempo reale è l’antivirus senza firme sempre aggiornato, sfruttando il concetto di cloud all’ennesima potenza. Inoltre, c’è una console centralizzata che ci permette di rivolgerci a chi vuole fornire servizi, come il managed service provider”.
La trasformazione della tecnologia va di pari passo con la trasformazione di un distributore per il quale serve sempre più specializzazione. Urban ci tiene a sottolineare che questa è la direzione verso la quale deve andare chi fa system integration. “Sono i clienti che cercano gli Msp – spiega Urban – perché vogliono qualcuno che gli gestisca la rete. E’ questo il modello di business in cui crediamo e i prodotti che stiamo portando sul mercato vanno in questa direzione. Daremo all’Msp lo strumento per erogare al meglio i servizi di sicurezza”.
Achab: con Webroot porta l’intelligenza artificiale a combattere il crimine
In ambito sicurezza, Achab sta puntando verso una soluzione di antispam basata su intelligenza artificiale, in modo da filtrare le mail in modo centralizzato, pulito e silente.
Come mai le mail? “Il 91% degli attacchi arriva da lì. Quindi – conclude Urban – se facciamo in modo che le mail siano controllate e verificate alla sorgente è molto meglio. Una novità di prodotto in tal senso arriverà a inizio 2020”.
Urban chiude spiegando che il concetto di intelligenza artificiale permea tutto il panorama di prodotto, altre soluzioni per esempio di Datto sono più legate alla prevenzione.