Obiettivo due miliardi di dollari di fatturato. Come? Armonizzando le acquisizioni fatte nel corso degli anni e, da ultimo, con Aerohive che porta in dote l’esperienza del cloud di terza generazione.
Si sta parlando di Extreme Networks che, per voce di Vincenzo Lalli, country manager Italia della società, tira le somme di un periodo ricco di acquisizioni e di ambizioni, dato che oggi siamo a metà dell’anno fiscale.
“Andare incontro alle esigenze del cliente vuol dire strutturarsi – dice Lalli – perché la verticalizzazione è importante per arrivare a soddisfare le specifiche esigenze dei settori: dal sanitario al manufacturing c’è differenza. L’anno fiscale a cavallo tra il 2015 e il 2016 è stato il periodo della stabilizzazione che ha visto la definizione dell’acquisizione di Enterasys Networks, azienda equipollente a Extreme per fatturato e persone, che porta in dote tecnologia e non solo base installato”.
Obiettivo due miliardi di fatturato. Extreme punta al cloud
Dopo una campagna acquisti definita ‘aggressiva’, che ha visto la componente network di Zebra Technologies, l’Ip data center di Brocade e la divisione network di Avaya, l’enterprise di Motorola Solutions, oggi la società si prepara a una nuova trasformazione, nel dna, con un cloud di ‘terza generazione’. “Aerohive ci porta in dote esperienza sul cloud che al momento è il riferimento del mercato tech. Potremmo non aver terminato le acquisizioni, anche se oggi siamo sulla via dell’armonizzazione con l’obiettivo di raggiungere i 2 miliardi di dollari di fatturato, dato che oggi siamo a 1,2”.
Extreme Networks ha in programma un rebranding del portafoglio prodotti Aerohive, senza cancellare la tecnologia, ma andando a chiudere i prodotti già destinati alla chiusura e, che, non erano più nel loro core business. Lalli inserisce l’acronimo di machine learning e di intelligenza artificiale promettendone lo sviluppo nella strategia generale. “Extreme vuole fare l’aggiornamento in quasi l’80% delle proprie soluzioni entro un anno/un anno e mezzo e cambieremo la filosofia, non l’hardware”.
Obiettivo due miliardi di fatturato
“Non possiamo gestire dati e metadati con i mezzi attuali senza cercare soluzioni che approccino in modo semplice veloce basato su servizi intelligenti, e che la tecnologia ci dia una mano a trasformare dati in informazioni, la scalabilità non ci deve preoccupare e la sicurezza, visti i dispositivi, è una sfida”, dice Franco Gobbetti, Senior System Sales Engineer di Extreme Networks.
Che differenza c’è tra cloud? “Il cloud di prima generazione dà un servizio che da locale diventa virtualizzato, quindi parliamo di flessibilità, stabilità e risparmi”, dice Gobbetti. “Il cloud di seconda generazione fornisce concetti di microservizi da una architettura software monolitica e la possibilità di avere dati e metadati per fare analitycs. Il punto di svolta – spiega – è il cloud di terza generazione: sviluppo e utilizzo basati sul concetto di soluzione cloud iq voluto per dissociare il piano di controllo e il piano di gestione: qualora cada la connessione al cloud, la rete continua a funzionare”, conclude Gobbetti.