La seconda fase di Veeam si chiama cloud, dopo la fase uno di Data Protection. Veeam rivedrà, in parte, il programma di canale, un programma che sarà all’insegna della semplicità e delle specializzazioni. Lavorando in ambienti multicloud è richiesto che il canale di specializzi. Parola di Albert Zammar, Vice Presidente Southern EMEA di Veeam.
Si pensi al primo nuovo livello di specializzazione, il VAST, per cui alcuni rivenditori rilasciano servizi in nome e per conto di Veeam. Si trattava del primo livello di supporto verso un concetto di multicloud.
Cresceranno nel panorama distributivo di della società, che si definisce 100% canale, anche le figure dei cloud provider sia in Italia sia in Spagna. A proposito di territori seguiti da Zammar, il Vice President spiega che la Grecia ha fatto passi da gigante.
La seconda fase di Veeam si chiama cloud, dopo la Data Protection
Inoltre, una novità che si ricollega a queste trasformazioni nel programma di canale.
Da vendita di soluzioni perpetue a vendite di licenze subscription, una richiesta che parte dal mercato per un nuovo paradigma di workload dentro al cloud. Con il lancio di questo modello a subscription, per la società, si apre un nuovo capitolo che prevede un canone o un abbonamento che porterà a cambi di codici con i quali il vendor ha realizzato, fino a ora, la piattaforma. Ma, nella logica del vendor, la possibilità di permettere lo spostamento delle licenze, da una piattaforma all’altra, senza doverla ridisegnare perché la piattaforma stessa è stata già ridisegnata secondo una licenza universale che va sotto il nome di Veeam Universal Licence.
La seconda fase di Veeam si chiama cloud, dopo la Data Protection
Zammar ha spiegato questi passaggi, novità che denotano un cammino che molte società del calibro di Veeam stanno compiendo negli ultimi tempi: la semplicità e la canonizzazione di una licenza. Un segnale che, anche in questo caso, l’avvento del cloud ha ‘colpito nel segno’, costringendo alcune società a virare verso una licenza ‘più fluida’.
La seconda fase di Veeam si chiama cloud, dopo la Data Protection
Certo che, anche con l’avvento degli Hyperscaler (Azure di Microsoft, Google cloud platform, AWS), il mercato delle licenze, dello storage e del cloud, senza dimenticare la sicurezza, hanno avuto un bello scossone. Ed è proprio su una di queste realtà che si basa l’esemplificazione di Zammar per far capire questa fluidità: “Se il dato di una azienda si trova su Azure ed è protetto, qualora la stessa azienda volesse spostarlo su AWS, lo potrebbe fare senza problemi. E ancora: se un cliente decide di spostare la licenza da fisica a virtuale o viceversa, lo può fare senza ricomprarla, lo stesso se volesse spostarla da Windows a Linux”, dice Zammar. “Abbiamo ridisegnato completamente il modello – dice – aggiungendo funzionalità e nella versione 10 avremo novità che il mercato ci ha richiesto”.
La seconda fase di Veeam si chiama cloud, dopo la Data Protection
Pensato specificatamente per AWS, il nuovo Veeam Backup for AWS offre una soluzione che rende ancora più semplice per i client e i fornitori di servizi cloud proteggere, gestire e ripristinare nativamente i workload AWS.
Veeam offre la flessibilità di archiviare i dati nello stesso cloud (cross-region o cross-account), on-premises, o in altri ambienti supportati da Veeam – VMware V-Sphere, Microsoft Hyper-V o Nutanix AHV.
Zammar ricorda come Veeam fosse pioniera nella virtualizzazione con la soluzione di Data protection, ma ora si parla dellaa fase due della società: quella che vuole ‘dominare’ l’ambito cloud. E lancia una soluzione: la Veeam cloud data management, “per diventare leader nella protezione dati multicloud si inizia con il nuovo modello di licenze che porta nuove funzionalità. Per esempio, proteggendo anche ambienti che prima erano meno importanti. In seguito – anticipa Zammar – avremo un supporto operativo per il Nas”.
La seconda fase di Veeam si chiama cloud, dopo la Data Protection
Proprio in tema cloud, in particolare, vira lo storico report realizzato da Veeam che, da quest’anno, viene ribattezzato Veeam Cloud Data Management Report. “La maggior parte dei clienti ritiene il backup fondamentale ma la maggior parte di loro non riesce ad avere soluzioni di backup che garantiscano le nuove esigenze in ambito multicloud. Oggi nell’adozione del cloud anche il concetto di infrastrutture sta cambiando, si vede sempre più spinta l’adozione di container con i quali si virtualizzano l’area utente e avremo la necessità di proteggere i dati in ambienti eterogenei che cambiano da un provider all’altro”. Oggi il numero di dati che sono generati crescono in modo esponenziale ed è necessario che le aziende adottino strutture multicloud che riescano anche a leggerli e analizzarli muovendoli da una piattaforma all’altra.
Infine, una battuta sulle gare pubbliche di acquisto della tecnologia, ad oggi troppo farraginose e lente. Zammar conferma che vanno cambiate le norme che regolano le gare di questo genere e la formula subscription non serve a molto, in ambito Pa, se non vengono riscritte le normative.