Il cloud ibrido offre libertà di scelta. La flessibilità è essenziale. Gli spunti arrivano dalla presentazione della seconda edizione della ricerca globale Enterprise Cloud Index, uno studio realizzato da Nutanix che ha incaricato Vanson Bourne di valutare i progressi nell’adozione di cloud privati, ibridi e pubblici da parte delle aziende.
Tra i principali risultati del report sono da segnalare questi. Le applicazioni stanno migrando dal cloud pubblico verso infrastrutture on-premise. Il 73% degli intervistati, l’82% in Italia, ha dichiarato di voler spostare alcune applicazioni dal cloud pubblico e tornare all’on-premise e, di questi, il 22% intende spostare cinque o più applicazioni. Tutto ciò evidenzia, in parte, l’esigenza delle aziende della flessibilità del cloud ibrido per poter adattare le loro infrastrutture in base a necessità variabili nel tempo. La sicurezza continua a essere il fattore che maggiormente influisce sulle strategie future delle imprese in materia di cloud computing. Il 60% degli intervistati (il 75% in Italia) del 2019 ha dichiarato che il livello di sicurezza del cloud è ciò che maggiormente influenza i loro piani futuri di adozione.
Il cloud ibrido offre libertà di scelta
Allo stesso modo, la sicurezza dei dati e la conformità rappresentano la principale variabile (26%) nel decidere dove eseguire un determinato carico di lavoro. I professionisti dell’IT considerano il cloud ibrido il modello operativo IT più sicuro. Il 28% degli intervistati (il 41% in Italia) ha indicato l’ibrido come modello più sicuro – superando nettamente il 21% (19% in Italia) di chi ha scelto un modello di cloud privato/on-premise e più del doppio rispetto a coloro (13% a livello globale, 10% in Italia) che hanno scelto data center privati (non cloud) tradizionali. Uno dei motivi di tutto ciò è che in questo modo le aziende possono scegliere il cloud più adatto ai loro requisiti di sicurezza.
Circa un quarto degli intervisti (23,5%) attualmente non utilizza alcuna tecnologia cloud. Molte aziende sono ancora in ritardo nell’adozione del cloud aziendale. Tuttavia, i piani riferiti dagli intervistati indicano che entro un anno il numero di imprese che non utilizzano il cloud è destinato a scendere al 6,5% e tra due anni al 3%.
Il cloud ibrido offre libertà di scelta. Nutanix spiega la strategia
A livello regionale, le Americhe hanno registrato una percentuale leggermente inferiore relativamente al non utilizzo del cloud (21%) rispetto ad Emea (25%) e Asia-Pacifico (24%). Le aziende stanno cercando di integrare il cloud computing con i loro obiettivi di trasformazione digitale. Quasi tre quarti (72%) degli intervistati ha dichiarato che la trasformazione digitale sta favorendo l’adozione del cloud, mentre il 64% ha affermato che la trasformazione digitale è la principale priorità di business in azienda.
Matteo Uva, Sales Manager per il business Commercial di Nutanix, ha evidenziato alcuni aspetti. La creazione e l’esecuzione di una strategia cloud è diventata una sfida multidimensionale. Un tempo, un importante value proposition associata al cloud pubblico rappresentava un risparmio iniziale in termini CapEx. Oggi, le aziende hanno capito che ci sono altre considerazioni da fare nella scelta del cloud più adatto alle esigenze di business e una strategia cloud “one size” non si adatta a tutti i casi d’uso. Ad esempio, le applicazioni con un utilizzo non prevedibile sono più adatte ai cloud pubblici che offrono risorse IT flessibili, mentre i carichi di lavoro con caratteristiche più prevedibili spesso possono essere eseguiti on-premise a un costo inferiore rispetto al cloud pubblico.
Il cloud ibrido offre libertà di scelta
I risparmi dipendono anche dalla capacità delle aziende di abbinare ogni applicazione al servizio cloud e al livello di prezzo appropriato e di rivedere costantemente i piani e le tariffe dei servizi, che cambiano frequentemente. “Quando parliamo di cloud, parliamo di un fenomeno che ha attratto l’attenzione delle aziende ma a distanza di tempo ha bisogno dell’It. Il cloud pubblico ha insegnato alle aziende a controllare i costi”.
In altre parole, Nutanix, pioniera anche di una infrastruttura non proprietaria, offre al mercato una infrastruttura che aiuti il mercato a realizzare una nuova modalità di business (container, software defined,…). “Se l’infrastruttura è software defined – spiega Uva – sviluppare applicazioni è più semplice perché il tutto si svolge via software. Gli sviluppatori possono ritagliare via software ciò di cui necessitano e realizzare i progetti”.
Il cloud ibrido offre libertà di scelta
Le nuove tecnologie che arrivano sul mercato, come per esempio l’iperconvergenza o l’automazione, il public e l’hybrid cloud, in Italia si stanno facendo strada in aziende di ogni dimensione. Nutanix ha lavorato, in questo senso, sulla semplicità di gestione che si riflette sul concetto di ‘acquisire ciò che serve’, un nuovo modello subscription, ossia ‘paghi per il servizio che ti serve per il tempo necessario’.
Le aziende hanno iniziato a interessarsi al cloud tanto da capire come orchestralo perché risponde bene a questa era della digital transformation. Questo è il commento che rilascia Alberto Filisetti, Country Manager di Nutanix dal 2012. “L’It è diventata un freno per il fatto che più tecnologie unite portano a una complessità. Le aziende che offrono cloud pubblico hanno capito che serviva una trasformazione”, spiega Christian Turcati, Sr. System Engineer Manager.
Il cloud ibrido offre libertà di scelta. Nutanix spiega la strategia
Seguendo il report, Turcati afferma che “la penetrazione dell’hybrid cloud in Italia è molto più forte rispetto ad altri stati. I professionisti dell’IT considerano il cloud ibrido il modello operativo IT più sicuro. Il 28% degli intervistati (il 41% in Italia) ha indicato l’ibrido come modello più sicuro superando il 21% (19% in Italia) di chi ha scelto un modello di cloud privato/on-premise e più del doppio rispetto a coloro, 13% a livello globale, 10% in Italia, che hanno scelto data center privati (non cloud) tradizionali”.