Commvault incontra la stampa per raccontare le novità del programma di canale appena lanciato e le innovazioni tecnologiche dopo l’acquisizione di Hedvig.
A raccontarci le ultime da Commvault sono intervenuti Vittorio Bitteleri, Country Manager e Vincenzo Costantino, Technical Services Manager.
L’azienda ha presentato il 15 luglio scorso il channel program e ha manifestato la volontà di incentivare massivamente i rivenditori, attraverso procedure di registrazione che andranno a tracciare nuove opportunità di vendita e crescita del business. Rispetto al passato è stata posta attenzione particolare sulla differenziazione dei gradi di rebate a disposizione.
Tali margini non sono connessi al grado di affiliazione dei differenti partner (Market Builder, Premiere e Authorized). Certificazioni, threshold di fatturato e margini di sconto sono correlati alle transazioni effettuate; eventuali rebate addizionali potranno essere resi disponibili in rapporto a uno specifico fatturato, assicurando più fondi marketing PDF.
L’intero processo di dealer registration e gli schemi per la scontistica costituiscono una novità strategica secondo Commvault.
La volontà di Commvault, azienda con vocazione al 100% per il canale, è quella di mettere a fattor comune fondi e tecnologie per i partner, offrendo specializzazioni tecniche e commerciali gratuite, oltre a meccanismi di certificazione comodamente accessibili online.
Il channel program e la rivoluzione di Hedvig
Le soglie di accesso per le singole fasce delle categorie di partner sono basate su una logica che prende in considerazione una combinazione di fatturato e numero di opportunità sviluppate. Si vuole dunque sostenere anche i partner più piccoli ma prolifici, senza creare evidenti sproporzioni o favoritismi a vantaggio delle grandi realtà che, magari, con un solo progetto fatturano più di altri. L’azienda premia così la continuità e la focalizzazione sul brand, pur considerando la presenza di un importo minimo sul singolo deal e gli investimenti tecnici che il partner dovrà compiere.
Come specifica Bitteleri, ad oggi, i rivenditori censiti sono circa 100; di questi, circa 20 sono più avanzati e beneficiano di una maggiore focalizzazione da parte dell’azienda (si tratta per lo più di system integrator attivi nel segmento infrastrutturale e capaci di sviluppare progetti evoluti).
Il Partner Success Desk continua a essere in funzione: il servizio è erogato in lingua italiana e offre un supporto amministrativo e tecnico avanzato a tutti i rivenditori. Si tratta di un service molto apprezzato, accessibile tramite tutti i canali tradizionali e chat.
L’evoluzione di Commvault
Costantino sottolinea come le soluzioni Commvault siano sempre più comprese e adottate, soprattutto dai system integrator che sviluppano infrastrutture e sono indirizzati verso le medie e grandi aziende. La brand awareness cresce costantemente, anche grazie a importanti partnership nazionali e internazionali.
A livello di soluzioni, gli appliance e i pacchetti per l’iperconvergenza piacciono sempre di più, soprattutto in virtù della facilità di integrazione e messa in funzione. Tra il 10% e il 20% del fatturato italiano di Commvault arriva proprio dagli appliance. I clienti apprezzano le soluzioni tanto da modellarne le future release; sono state espressamente richieste varianti di taglio più piccolo, ma anche unità nettamente più potenti e capaci. Non di meno, dice Costantini, l’appliance piace per il modello di gestione molto chiaro, per la chiarezza dei costi e la praticità di utilizzo: “potremmo definirlo un servizio on premise che adotta una logica tipica del cloud”.
Il channel program e la rivoluzione di Hedvig
L’effetto GDPR si è già esaurito? Ha favorito in qualche modo il business dei partner?
L’attenzione circa gli aspetti legati alle policy di gestione dei dati, alla compliance e alla sicurezza è ancora alta. “Di certo i partner sono stati investiti da un superiore quantitativo di richieste e conseguenti attività. Dopotutto le funzionalità delle piattaforme Commvault vanno ben oltre il semplice backup, ma aiutano a definire il percorso dei file e tracciare le informazioni sensibili, in conformità alla norma”.
La seconda grande novità al centro della conferenza riguarda l’acquisizione di Hedvig, la prima e unica acquisizione nella storia dell’azienda che, da sempre, ha sviluppato tutto il codice in-house.
Si tratta di una acquisizione tecnologica, complementare rispetto ai differenti ambiti d’azione Commvault. Hedvig rappresenta il substrato di interfacciamento tra il layer delle App e il piano fisico, composto da storage e server.
Tra i vantaggi dell’infrastruttura, la grande interoperabilità con gli strati sottostanti: i server diventano una commodity, non importa il tipo e la disposizione geografica.
“L’App scrive sullo spazio disco reso disponibile senza sapere nulla di server o hardware” chiosa Costantino.
Le potenzialità di Hedvig
È facile intuire la complessità progettuale di una simile risorsa che, però, al contrario, è scalabile e flessibile e rende il passaggio al cloud e da un fornitore all’altro veramente trasparente. Si tratta, in fondo, della visione propria del “sofware defined storage”, che disaccoppia hardware, dati e software. Non solo, Hedvig è già stato programmato per abilitare schemi di fruizioni “self service” nel private cloud.
Hedvig nasce principalmente per soddisfare le esigenze del primary storage di produzione e, per i partner, costituisce una grande opportunità di business.
Il channel program e la rivoluzione di Hedvig: la piattaforma apre all’integrazione con il mondo in fermento dei container, con Open Shift e Kubernetes. Si tratta di un vero abilitatore, in grado di ridurre l’attuale barriera tra il mondo on-premise e il cloud. Hedvig rende possibile il multi-cloud esteso, grazie al supporto trasversale per infrastrutture esistenti basate su soluzioni Veritas, Veeam e IBM. Il supporto è garantito anche per realtà che adottano largamente service Amazon, Azure e Google.
Secondo Costantino: “La piattaforma è rivoluzionaria, non c’è altro di simile sul mercato”. Anche questa singolarità giustifica il claim di questo momento per Commvault, “è l’inizio di una nuova era”, un motto che esprime il cambio di passo già percepito a febbraio quando si è insediato il nuovo CEO.